Il ramoscello natalizio

Di Achille Maria Giachino

L’usanza di decorare la casa con ramoscelli e corone d’agrifoglio è una delle più antiche e festose tradizioni natalizie. I suoi rami portano un’allegria pagana al mistero e alla bellezza che circondano la nascita del Figlio dell’Uomo; le lucenti e sempreverdi foglie dalle punte aguzze sembrano una promessa di vita perenne e le bacche d’un bel rosso vivo esprimono gioia ed esultanza.  

L’agrifoglio ha accompagnato le celebrazioni della Natività fin dall’inizio, ma l’uso di portare in casa questa pianta risale a molti secoli prima. Nella Roma antica le corone d’agrifoglio venivano donate ai novelli sposi per esprimere simpatia e felicitazioni; durante la festa del solstizio d’inverno gli amici si scambiavano l’agrifoglio in segno di stima e di augurio e come altri popoli d’Europa, anche i Romani credevano che l’agrifoglio scacciasse gli spiriti maligni e che proteggesse la casa dai fulmini.

Quando i Romani invasero l’Inghilterra trovarono che l’agrifoglio era tenuto in grande considerazione.

I druidi lo consideravano sacro; si credeva che proteggesse dalle streghe, dai cani rabbiosi e dagli animali feroci. Un grosso ramo d’agrifoglio scagliato contro una belva in procinto d’assalire un uomo la faceva acquattare docilmente là dove il ramo cadeva.

Era considerata una malvagità calpestare una bacca d’agrifoglio, perché è uno dei cibi preferiti dal pettirosso che, secondo la leggenda, cercò d’alleviare le sofferenze di Cristo sulla croce beccando le spine dalla sua fronte, e facendo questo si ferì il petto macchiandosi di sangue.

Ogni casa di Londra, ogni chiesa, ogni angolo di strada e ogni mercato erano decorati d’agrifoglio nel periodo natalizio e quando i primi coloni inglesi attraversarono l’oceano per raggiungere il Nuovo Mondo si rallegrarono scoprendo che quell’albero a loro tanto caro, che parlava della patria lontana, cresceva spontaneamente anche nel Massachusetts.

I nativi americani usavano l’agrifoglio come distintivo di coraggio, come un simbolo che avrebbe assicurato la vittoria nella battaglia ornando i loro indumenti con le bacche e lo piantavano intorno alle loro dimore per scacciare gli spiriti maligni.

Per secoli il suo legno duro e di colore bianco avorio è stato utilizzato per fabbricare manici, per eseguire lavori di intaglio e di intarsio.

L’infuso ottenuto dalle sue foglie è uno stimolante energico, con un contenuto in caffeina molto superiore a quella del caffè e considerato una panacea per molti malanni, tanto che verso la fine del 1800 gli speziali avevano un elenco di 72 malattie curabili con il decotto, tra cui il morbillo, la pertosse, le coliche addominali e il tifo.

Attualmente utilizzato unicamente a scopo decorativo e per erigere siepi a protezione delle abitazioni, l’agrifoglio cresce spontaneamente in Europa, in Asia e nell’America del Nord e del Sud, dal livello del mare fino ai 1500 metri e a differenza di molte altre piante non reclama cure e attenzioni particolari.

L’unica cosa che chiede è quella di entrare in empatia con lui: se simpatizza con voi vi risponderà con una fiera e superba indipendenza crescendo folto e rigoglioso, in caso contrario si abbandonerà a un lento e triste declino.

Non per niente l’agrifoglio è un albero magico!

Achille Maria Giachino

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Articolo pubblicato il 14/12/2021