Repliche dure dalla politica alle nuove critiche ai sindacati di Marchionne lanciate da Detroit
La Fiat Mirafiori

La Fiat lascia intravedere altri accordi possibili in Europa

In primo piano la Fiat con le dichiarazioni rilasciate a Detroit dall’amministratore delegato Sergio Marchionne secondo cui in Italia i sindacati rappresenterebbero un freno agli investimenti.

E mentre si attende ancora di capire quali saranno le novità possibili sulla sede di Fiat-Chrysler i sindacati e la politica replicano che difendere i diritti dei lavoratori è perfettamente compatibile con gli obiettivi di crescita di un impresa.

Cambia il look, maglione ma con barba e sciarpa, restano i dubbi sulla sede del gruppo.

L’indirizzo non conta una frase che non promette nulla di buono per Torino.

Restano gli attacchi ai sindacati, c’è la conferma della fusione Fiat e Chrysler e del successore nel 2015.

Vi è per fortuna un certo lavorio per nuove fusioni con altri gruppi e c’è soprattutto aria di ripresa.

Ha riferito che al Salone nel 2008 c’era aria di morte ora c’è grande vigore.

Marchionne a tutto campo dunque in una giornata di conferme.

I livelli occupazionali a Mirafiori verranno preservati, la nuova Dodge Dart auto con il cuore alfa per l’America ha ancora larghe zone grigie.

Poi è tornato sulla futura sede del gruppo riferendo che l’attaccamento emotivo al proprio paese come produttore va ripensato.

Questo non significa tradirlo ma crescere come quando i ragazzi escono di casa.

Per Marchionne sia Detroit sia Torino sono in grado di ospitare il quartiere generale del gruppo, ma c’è anche l’alternativa America latina.

Infine ha lanciato un altro attacco ai sindacati, ponendo un interrogativo :

"Come si fa ad incoraggiare investimenti stranieri in Italia con i continui ostacoli che le parti sociali pongono alle imprese che vogliono fare impresa?".

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Articolo pubblicato il 11/01/2012