Il Duca maestoso
Il monumento a Carlo Emanuele I veglia sul Santuario

Il monumento a Carlo Emanuele I in Vicoforte (Cuneo) - di Alessandro Mella

Nel piazzale che circonda il celeberrimo santuario seicentesco di Vicoforte, noto per la cupola ellittica più grande d’Europa, si erge un magnifico e maestoso monumento dedicato al Duca di Savoia Carlo Emanuele I che qui in Vicoforte trovò sepoltura.

Del sacro tempio molto si è molto scritto, soprattutto dopo il rientro delle salme del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena che qui hanno trovato luogo di riposo. Meno si parla, in genere, della grande statua di cui sopra. Essa nacque da un’iniziativa dell’on. Pietro Delvecchio deputato al Parlamento Nazionale. Dal suo pensiero si formò un comitato nel 1887:

Comitato pel Monumento a Carlo Emanuele I. Onde rendere più facile ai cittadini di Mondovì di prendere parte alla sottoscrizione popolare per l'erezione del monumento nazionale da erigersi a Carlo Emanuele I  sul piazzale davanti alla Chiesa del Santuario di Mondovì, la Società dei Militari in Congedo che prese l’iniziativa di tale erezione, ha deliberato che una Commissione composta dei sotto indicati signori si rechi presso i singoli cittadini per invitarli a firmare la scheda di adesione che sarà loro presentata.

La Commissione stessa è incaricata di ritirare le somme che saranno sottoscritte. Le somme già raccolte dalla Società dei Militari in Congedo e dalla consorella del Tiro a Segno furono versate alla Banca di Mondovì e tutto le altre, che perverranno, saranno depositate alla Banca stessa dal Cassiere signor Gambera Gio. Antonio.  Tanto si porta a conoscenza dei signori Cittadini per opportuna intelligenza.

Per IL COMITATO Esecutivo F. BOLLA. Il Segretario G. Fissore. (1)

 

Col numero d'oggi noi apriamo le nostre colonne alla pubblica sottoscrizione per ii monumento CARLO EMANUELE I da erigersi sul piazzale del Santuario della Madonna di Vicoforte Mondovì. (2)

In breve si raccolse la somma necessaria e il comitato diede l’incarico di realizzare il bozzetto allo scultore di Torino Pietro della Vedova il quale provvide rapidamente. Egli aveva concepito una statua alta quattro metri su un piedistallo di sette. Attorno ad essa crebbero presto gli entusiasmi e per l’inaugurazione fu organizzata una grandiosa cerimonia per il 23 agosto 1891 ed alla quale fu invitato il Re Umberto I con ministri, governo, generali e gran seguito:

L'opera indefessa di Pietro Delvecchio sta per essere coronata colla solenne inaugurazione che il 23 agosto 1891 sarà fatta da S. M. Umberto l, Re d'Italia. Per rendere più memoranda la fausta giornata S. M. passerà in rivista nei d’intorni del Santuario ottomila soldati dei reggimenti alpini e dell'artiglieria di montagna, e daterà dal tempio della pace il Decreto di amnistia per i renitenti alle leve dal 1851 al 1871, il quale concerne non meno di 40,000 persone. (3)

 

Il 23 corr. mese a Mondovì, con intervento ed alla presenza del re si inaugurerà un monumento alla memoria di Carlo Emanuele I duca di Savoia deceduto in Savigliano nel 1630 e tumulato nel santuario di Vicoforte presso Mondovì. In tale occasione il re passerà in rivista 8000 alpini che presenzieranno all’inaugurazione di quel monumento. (4)

 

Una relazione sull’argomento su realizzata, con dovizia di particolari, da Melchiorre Richiardi a pochi giorni dall’evento:

 

Come è noto il 23 agosto s’inaugura sulla piazza prospettante il celebre Santuario di Vico presso Mondovì, il monumento eretto alla memoria del Duca di Savoia Carlo Emanuele I, che di detto Santuario pose la pietra fondamentale il 1° luglio 1596 e vi volle essere sepolto. Carlo Emanuele I morì in Savigliano il 26 luglio 1630 nel palazzo Cravetta, già Muratori, ed ora, con gentile pensiero, quel Municipio nell’occasione dell’inaugurazione, presenta a S. M. il Re, che v’interviene, nonché al Municipio, di Mondovì, un ricordo della morte di detto Duca. Quello per il sovrano consiste in uno stupendo Album, a forma di cofano (un vero capolavoro del genere) in cui è racchiusa la fotografia della facciata interna del palazzo anzicitato.

E tutto in velluta scarlatto con angolo superiore ed inferiore in vero stile rococò formanti diagonali. Nel primo campeggia lo stemma Sabaudo, nel secondo quello della città di Savigliano.

Fra i cantonali trovasi l’epigrafe seguente: a S. M. UMBERTO I RE d ’ITALIA INAUGURANDOSI IN VICOFORTE IL MONUMENTO A CARLO EMANUELE I SAVIGLIANO RIVERENTE OFFRE .

Il ricordo destinato al Municipio di Mondovì consiste in una grande cornice in velluto azzurro contenente altra fotografia del palazzo Cravetta. Sono di ornamento a questa elegante cornice oltre che gli stemmi delle due città di Savigliano e Mondovì egregiamente eseguiti, ricche ed artistiche guarnizioni con dedica in oro.

Entrambi questi pregevolissimi lavori escono dallo stabilimento di quell’ormai celebre artista che è il Comm. Massimiliano Vezzosi di Torino, la cui meritatissima fama è notoria non solo in Italia, ma altresì all’estero, poiché egli sa mirabilmente accoppiare il buon gusto e la finitezza coll’arte, prova ne sia il continuo succedersi delle ordinazioni che da ogni parte gli pervengono.

Il Comm. Vezzosi, che oltre ad essere un valente artista è pure un perfetto gentiluomo, fu cortese d’invitarmi a visitare i lavori suddetti e provai davvero una grande ammirazione, che nuovamente gli esprimo, a mezzo della vostra pregiata Gazzetta. (5)

Quella mattina tutto il paese fu imbandierato e la gente si dispose in ogni angolo piena di entusiasmo crescente. Molti, con tutte le autorità civili, militari e religiose, si portarono verso la stazione per attendere l’arrivo del treno reale il cui fischio annunziò l’arrivo del sovrano. A quel fischiare la folla prese a urlare: Viva il Re! Viva Umberto I! (6)

Il sovrano scese accompagnato dai ministri Rudinì, Pelloux e Ferraris e subito si recò a rendere omaggio all’on. Delvecchio promotore dell’iniziativa. Salutati i sindaci e le altre autorità, mentre la banda del 56° Reggimento Fanteria intonava la Marcia Reale, prese posto in vettura con il Conte di Torino Vittorio Emanuele.

In ogni tappa, tra cui il ricevimento in Municipio, il sovrano, commosso, si trovò ad incontrare affabilmente persone e popolo che, festosamente, gli tributavano le più inattese manifestazioni d’affetto cui egli rispose con amabili gesti. Dividendosi tra tutti fino alla cerimonia tanto attesa:

 

La statua viene scoperta e l'on. Delvecchio prende la parola e pronuncia un bel discorso nel quale, avvicinando il regno di Carlo Emanuele I con quello di Re Umberto, dimostra che il primo è la preparazione e l'inizio dell’indipendenza ed unità nazionale ed il secondo il coronamento dell’opera, che lealtà di re, patriottismo e costanza di popolo sempre meglio varranno a consolidare. (7)

Tra i molti deputati e senatori presenti vi furono anche Galimberti e l’on. Giovanni Giolitti. (8)

Numerosi furono i doni che vennero recati a Re Umberto da tante delegazioni giunte da ogni dove. Uno su tutti fu senz’altro il prestigioso cofanetto offerto dal Comune di Savigliano. (9)

Furono momenti epici, ancora lontane erano le tensioni sociali e politiche che avrebbero insanguinato il paese e creato le tensioni che, alfine, condussero alla morte prematura del Re colpito dalla vile mano del Bresci qualche anno dopo. Fu proprio questo episodio, che sconvolse il paese più di quanto si creda, a rinnovare il ricordo di quella cerimonia:

Ricordi del Re Umberto. Il carattere del defunto Monarca era molto popolare ed amabile. Noi Monregalesi lo avemmo qui tra noi in occasione dell’inaugurazione del monumento a Carlo Emanuele l e ne fummo presi di grande simpatia pel modo affabile e paterno con cui si presentava al suo fedele popolo. Io qui mi trovo in famiglia, ebbe a ripetere più volte. Molti alti i ricordi del Re defunto avremmo ancora da trascrivere, ma la mancanza di spazio ce li fa differire. (10)

Oggi pochi ricordano quella giornata in cui il “Re buono” venne a visitare il Santuario ed il Paese. Ma la statua a Carlo Emanuele I è ancora lì.

Ha guardato i giovani partire per guerre sciagurate e devastanti, ha visto l’invasore tedesco arrivare ed andarsene cacciato a furor di popolo, ha visto la storia correre. Ed ancora dal suo piedistallo ci guarda. Monito e promemoria per i posteri. Sentinella dell’arte e della cultura che quel piazzale custodisce da secoli.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Gazzetta di Mondovì, 26 aprile 1887, p. 49.

2) Il Fossanese, 9, Anno XX, 27 novembre 1887, p. 2.

3) Storia artistica del santuario di Mondovì, Torino, Derossi, 1891 p. 452.

4) L’Arco, 34, Anno II, 15-16 agosto 1891, p. 1.

5) Gazzetta d’Alba, 65, Anno X, 19 agosto 1891, p. 1.

6) Gazzetta di Mondovì, 100, Anno XXIII, 25 agosto 1891, p. 1.

7) Ibid.

8) Gazzetta Piemontese, 235, Anno XXV, 24-25 agosto 1891, p. 1.

9) Quello per il Sovrano, dice il Corriere Nazionale consiste in uno stupendo Album a forma di cofano (un vero capolavoro del genere) in cui è racchiusa la fotografia della facciata interna del palazzo anzicitato (il municipio nda). È tutto in velluto scarlatto con angolo superiore ed inferiore in vero stile rococò formanti diagonale. Nel primo campeggia lo stemma Sabaudo, nel secondo quello della città di Savigliano. Fra i cantonali vi è l’epigrafe seguente: A S. M. Umberto I - Re d'Italia – Inaugurandosi in Vicoforte – il monumento - a Carlo Emanuele I – Savigliano riverente – offre. (Ibid., 97, Anno XXIII, 18 agosto 1891, p. 1.

10) L’Unione Monregalese, 62, Anno III, 5 agosto 1900, p. 2.

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Articolo pubblicato il 24/11/2021