Il cavalier d'onore

Ricordo del marchese Guiccioli (di Alessandro Mella)

Tra le molte figure della storia ve ne sono alcune le cui vicende raccontano epoche lontane, eppure, non meno importanti ed interessanti di molte altre. Il nostro personaggio fu, infatti, al centro di tanti aneddoti particolari. Ferdinando Guiccioli nacque a Ravenna il 3 luglio del 1845 in una nobile famiglia, figlio del senatore Ignazio, e di Costanza De Cazenove. (1)

Uomo virtuoso, dopo la partecipazione alla Terza Guerra d’Indipendenza nel 1866, grazie ad intensi studi ed ai nobili natali, ebbe la possibilità di avvicinarsi presto alla Real Casa di Savoia, la quale stava guidando il processo di unificazione nazionale. Divenne un prezioso collaboratore del Re Vittorio Emanuele II e gli fu accanto fino al giorno doloroso in cui questi, nel 1878, si spense prematuramente. Restò, nondimeno, in servizio al Quirinale e qui accadde un episodio al limite del surreale se non del grottesco.

Il fatto si verificò sulla fine dell’Ottocento quando al Ministero della Guerra si trovava un generale, il quale aveva mostrato grande valore nelle guerre risorgimentali ma, di contro, anche rivelato una certa inclinazione ad inseguire il gentil sesso. Una mattina questi si presentò al Quirinale in gran montura, con l’alta uniforme, tutto pieno di orgoglio e gonfio come un pavone. I più si chiesero la ragione di questa visita inattesa ed il Guiccioli, con il dovuto garbo, domandò all’interessato come mai fosse venuto.

Questi, indispettito poiché la domanda gli pareva superflua e tutti sembravano ignorare la risposta per lui evidente, rispose di essere salito al Colle per ringraziare il Re Umberto I di avergli concesso il collare dell’Ordine Supremo dell’Annunziata. Senonché nessuno del Ministero della Real Casa ne sapeva qualcosa.

Lo stupore di tutti mandò su di giri l’ospite e si iniziò a pensare che qualcosa di strano si celasse dietro questa vicenda. Tuttavia, si trattava di un ministro e gli ordini prevedevano, da sempre, che i ministri potessero passare senza filtri e dovessero avere priorità nelle udienze.

Per cui il Guiccioli, non senza pena interiore, lo condusse dal sovrano facendo a tempo, tuttavia, a sussurrare all’orecchio del Re il dubbio che il generale, in fibrillazione perché convinto di essere in balìa di un complotto di suoi presunti detrattori, avesse del tutto perso il senno. E ben fece perché, appena introdotto, egli saltò addosso a Re Umberto, il quale fu salvato dall’aggressione grazie al pronto intervento del suo fidato collaboratore. (2)

Questa particolare posizione istituzionale valse al Guiccioli numerose onorificenze.

Dalla Casa di Savoia ebbe le insegne degli Ordini dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia. (3) Diverse altre onorificenze gli giunsero da altre corti e nazioni europee come quelle di Gran Cordone dell’Ordine del Grifone di Mecklemburgo, Commendatore di Francesco Giuseppe d’Austria, Commendatore della Gran Corona del Siam, Cavaliere dell’Ordine di San Michele di Baviera e Cavaliere di Medjidié dell’Impero Ottamno.

Dal Regno del Portogallo, invece, ebbe le insegne di Commendatore del Supremo Ordine del Cristo e di Gran Croce dell’Ordine di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione di Vila Vicosa. Tali onori sono ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè e come cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo. Dall’Italia ebbe anche la Medaglia Commemorativa delle Guerre per l’Indipendenza Nazionale con la fascetta della Campagna 1866.

Nel corso del suo lungo servizio venne poi destinato al ruolo di Cavaliere di Corte e quindi d’Onore della Regina Margherita. Che accompagnava nei suoi viaggi talvolta un poco, per i canoni d’allora, avventurosi come le gite automobilistiche.

Margherita, del resto, era notoriamente amante dei motori:

Una gita della regina Margherita ai Castello reale di Gressoney. Sua Maestà la Regina Madre alle ore 7.20 di ieri ha lasciato il Real Castello di Stupinigi per la sua prima gita di quest'anno a Gressoney su di una superba automobile 60 HP, guidata dal direttore dei servizi automobilistici cav. Cariolato. Era accompagnata dai soliti personaggi dell'Alta sua Corte e cioè dalla marchesa di Villamarina, dama d'onore, dalla contessa Pes di Villamarina, dama di Palazzo e dal marchese Guiccioli Ferdinando, cavaliere d'Onore, oltreché dal gentiluomo di servizio pel mese di luglio, conte di Collegno.

L'illustre comitiva giunse poco prima delle 12 a Gressoney S. Jean. Qui la Regina ed il seguito fecero colazione nel castello e dopo presa visione dei lavori compiuti ultimamente dal barone Peccoz a restauro del Real Castello Savoia e della Casa Belvedere adibita per tutto il personale, colla stessa automobile fecero ritorno a Stupinigi partendo verso le 16 e giungendo poco prima delle 20. Si crede che solo dopo questa gita, secondo l'impressione che avranno in lei destato i lavori eseguiti, Sua Maestà stabilirà l'epoca i della sua definitiva partenza per la montagna. (…) (4)

 

Dopo il drammatico regicidio del luglio 1900, il nuovo Re Vittorio Emanuele III pregò il Guiccioli di restare accanto alla madre e di acquistare per lei una residenza marittima ove potersi ritirare.

Dopo un’attenta ricerca il nostro scelse la bella casa di Bordighera che cara fu alla “Regina madre”.

Con lo scoppio della Grande Guerra egli iniziò a sentire il peso dell’età. Avrebbe voluto offrirsi volontario ma, non potendo a causa della salute malferma, si limitò ad aiutare tutti quelli che, per spirito patriottico, lo desideravano. 

Il vecchio soldato del 1866, infatti, s’era fatto sempre più fragile al punto da non poter arrivare a vedere la fine di quella che molti considerarono la “Quarta Guerra d’Indipendenza”. Il 16 settembre 1916, mentre si trovava a Bordighera al seguito della Regina Margherita, si spense nella villa estiva della sovrana sabauda:

La morte del marchese Guiccioli cavaliere d'onore della Regina Margherita. San Remo, 16, mattino. La scorsa notte, assistito dal capitano medico Grida, decedeva, S. E. il marchese Ferdinando Guiccioli, cavaliere d'onore della Regina Madre, che soggiornava presentemente a Bordighera. L'illustre infermo fu visitato nella corrente settimana dal senatore prof. Pescarolo, ma purtroppo la scienza medica fu impotente contro la grave affezione cardiaca di cui soffriva l'illustre uomo. Si attendono diposizioni per i funerali. (5)

 

I funerali del marchese Guiccioli. San Remo, 18, notte. Stamane si svolsero imponenti i funerali del marchese Guiccioli. Alla funzione religiosa assisteva S. M. la Regina Madre. La salma, contrariamente al desiderio della famiglia, venne trasportata, provvisoriamente a Roma, essendo Vicenza in zona di guerra. (6)

 

Si spense così, a causa di un cuore stanco malgrado il vigore, un fedele funzionario, un combattente per la libertà nazionale, un galantuomo coraggioso. La cui memoria è grazioso e certamente doveroso conservare.

Alessandro Mella

 

NOTE

1) Annuario della Nobiltà Italiana, Anno IV, Pisa, 1882, p. 404. Ulteriori approfondimenti sono reperibili in Annuario della Nobiltà Italiana, edizione XXXI, Andrea Borella a cura di, Tomo I, Parte II, p. 2393.

2) La Stampa, 262, Anno L, 20 settembre 1916, p. 2.

3) Fu nominato Cavaliere dei Santi Maurizio a Lazzaro nel 1880 come riportato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno, 70, 23 marzo 1880, prima pagina. Successivamente fu promosso più volte fino a raggiungere il grado di Grande Ufficiale. Dell’Ordine della Corona d’Italia ebbe il Gran Cordone come da Gazzetta Ufficiale del Regno, 145, 145, 23 giugno 1898, prima pagina.

4) La Stampa, 187, Anno XLII, 7 luglio 1908, p. 6.

5) Ibid, 259, Anno L, 17 settembre 1916, p. 2.

6) Ibid, 261, Anno L, 19 settembre 1916, p. 4.

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Articolo pubblicato il 08/11/2021