Capodanno con l'ENPA

Il Consigliere regionale Masimiliano Motta festeggerà l'anno nuovo al Canile di Chieri

Il Consigliere regionale del Pdl Massimiliano Motta passerà il Capodanno come volontario dell’Enpa, aiutando i volontari del Canile di Chieri:

 

“Un modo diverso per salutare l’anno nuovo, aiutare i migliori amici dell’uomo che scappano per colpa dei botti”.

 

“I giorni di festa – ha spiegato Motta – rappresentano un periodo di super lavoro per i volontari dei canili, purtroppo per molte persone durante le vacanze gli animali passano in secondo piano. Chi va via li affida ad amici e parenti che non se ne interessano come dovrebbero o, peggio, li lascia soli. I botti di capodanno spaventano le bestiole, che scappano. Recuperarle è un dovere morale ed un elemento di tutela della sicurezza. Il randagismo è veicolo di malattie ed un cane abbandonato diventa facilmente un pericolo per la circolazione stradale”.

 

Con questo gesto, Motta vuole lanciare un chiaro segnale:

 

“L’impegno delle istituzioni deve essere teso a risolvere questo problema, adottando tutte le misure necessarie. Trovo incredibile che in una città come Torino l’Enpa sia stato costretto a restituire le chiavi del canile al Sindaco per avere quell’attenzione che è dovuta ad un’associazione così impegnata e radicata sul territorio. Bene invece il divieto di esplodere botti che procurano danni agli animali: un segnale di civiltà e rispetto per animali che non badano a sacrifici per aiutare l’uomo”.

 

Roberto Palma, responsabile del Canile di Chieri per l’Enpa, è da anni in prima linea su questo fronte e passa le feste recuperando i cani che fuggono per i botti o perché abbandonati.

 

“I Comuni della zona – ha detto Palma – devono vietare i botti a capodanno per ridurre il numero di cani che scappano. I giochi pirotecnici causano numerosi incendi in campagna, e anche questo è un elemento di pericolo per gli animali”. Le statistiche sono tuttavia confortanti: ad oggi il 50 per cento circa dei cani recuperati viene restituito al legittimo proprietario grazie all’anagrafe canina. Vogliamo raggiungere almeno il 75 per cento e per questo è essenziale far registrare il proprio cane, così che una volta arrivato in canile lo si possa identificare”.

 

Un cane percorre senza problemi una decina di chilometri e quindi rischia di essere recuperato da un canile diverso da quello operante nella zona di residenza del padrone, per questo il chip è fondamentale per la restituzione dell’animale.

 

Nei 35 comuni in cui opera, l’Enpa chierese recupera tra i 500 ed i 700 cani l’anno.

 

“Fortunatamente questo dato è in diminuzione – ha sottolineato Palma – segno che la campagna di sensibilizzazione che portiamo avanti insieme ai comuni funziona”.

 

Una volta giunti in canile, se gli animali sono registrati viene contattato il proprietario. Diversamente vengono posti per 10 giorni sotto osservazione sanitaria, per controllare che non siano affetti da malattie trasmissibili all’uomo. Se risultano sani e non vengono reclamati vengono giudicati affidabili.

 

 

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Articolo pubblicato il 30/12/2011