Un regalo particolare

Vicende ed aneddoti sul monumento all'Esercito Sardo in Torino (di Alessandro Mella)

Passeggiando nelle nostre città capita, spesso, di sfiorare monumenti ed opere la cui storia è ignorata od oggetto dell’attenzione di poche persone. La maggior parte, soffocate dai ritmi frenetici di una società in costante fibrillazione, passa e non fa nemmeno a caso a quanto la circonda.

Tanto più quando un frammento di storia si perde nell’immensità di grandi piazze ricche di bellezza e meraviglie come la Piazza Castello di Torino. Ed infatti qui, proprio di fronte a Palazzo Madama, sorge una statua curiosa. Niente di eroico, ma tanto di eroico. Un paradosso? Un gioco di parole? No, perché il monumento accantona un poco la figura dell’eroe in armatura e spada levata al cielo e mostra un anonimo quanto evocativo fantaccino in pastrano dell’Armata Sarda, l’esercito sardopiemontese che fu tra i protagonisti del Risorgimento:

In piazza Castello, dirimpetto al palazzo Madama, sorge una statua sostenuta da un basamento di granito, ornato di simboli militari con un bassorilievo che rappresenta Vittorio Emanuele II a cavallo in atto di comandare la partenza per la guerra. Quell’alfiere con nobile fierezza e con la spada sguainata, che difende il vessillo d’Italia, è opera del Vela e fu mandato a Torino dai Milanesi nel 1857. (1)

 

Correva, appunto, l’anno 1857 ed i soldati di questo piccolo ma coraggioso esercito si erano fatti onore nei combattimenti in Crimea. La dove Cavour li aveva mandati nella speranza di poter portare il Regno di Sardegna tra il novero delle grandi potenze:

 

In un momento storico come il nostro in cui le lotte sono intercontinentali, intermondiali occorrono calcoli di vastissimi spazi anche a brevissimo tempo. Nel considerare dunque sin d’ora la via che ci converrà di scegliere, il contegno che ci converrà adottare, non bisogna tener conto solo dei dati immediati, della situazione, ed appagarsi di piccole combinazioni provvisorie, ma guardare lungi per l’avvenire. Come guardava all’avvenire chi, per fare l’Italia in Italia, incominciava dal mandare il Piemonte in Crimea. (2)

Quei soldati avevano ravvivato, con i loro successi, le speranze di molti patrioti sparsi per l’Italia i quali auspicavano di vederli tornare in loro soccorso com’era avvenuto nel 1848-1849. Fu così che, in questo quadro, i cittadini milanesi capitanati da Carlo Clerici decisero di offrire un monumento per rendere omaggio ai fanti sardopiemontesi.

La questione scatenò subito le ire di Vienna del cui impero i cittadini di Milano erano ancora sudditi, sebbene notoriamente irrequieti. La questione, unitamente alla costante campagna stampa antiaustriaca del Piemonte, fu percepita dalla diplomazia austriaca come una vera provocazione. Al punto da spingere il ministro degli esteri Buol ad inviare una lunga, indispettita, nota diplomatica a Camillo Cavour nella quale si legge tra le varie cose:

E non è tutto.  Gli inviti indirizzati agli estranei nello scopo di farli concorrere alle sottoscrizioni aperte clamorosamente per rinforzare il sistema difensivo del Piemonte che nessuna potenza pensa di minacciare, il ricevimento uffiziale delle pretese deputazioni delle nostre Provincie italiane che venivano ad esprimere la loro ammirazione per una politica che il loro proprio governo disapprova, finalmente l’accettazione di un monumento che dicevasi offerto dai sudditi dell’imperatore in commemorazione dei fatti d’armi dello esercito sardo, sono queste altrettante dimostrazioni offensive, che per essere calcolate sulla troppo facile credulità del pubblico non lasciano però d’offrire un lato molto grave. (3)

 

Naturalmente il presidente del consiglio, da Torino, non mancò prontamente di rispondere all’avversario politico. E tra le varie si può leggere:

Passando alla questione del monumento che trattasi d’innalzare a Torino all’armata sarda, osserverò da prima che il governo del re vi è compiutamente estraneo. Alcune persone avendolo interpellalo per sapere se accetterebbe un dono fatto a nome dei milanesi, fu loro risposto con un rifiuto netto e positivo.

L’offerta fatta al consiglio municipale venne accettata. Il governo non poteva e non doveva impedirla, poiché essa era fatta senza condizioni, al nome di persone ignote, ciocché costituisce un vero dono anonimo.

Ma se il governo reale non poté impedire il dono di una somma per elevare un monumento all’armata sarda, destinato a rammentare specialmente la spedizione di Crimea, esso non permetterà che vi abbia nulla in questo monumento che possa offendere la suscettibilità dell’Austria o della sua armata, né che vi si metta una iscrizione che lasci luogo a pensare essere stato innalzato da individui sudditi dell’Austria.

Quest’assicurazione mi sembra rispondere pienamente a tutto quanto poteva avere di fondato il richiamo del conte di Buol a questo riguardo. (4)

 

In effetti la Città di Torino aveva ben accolto la proposta al punto che il consigliere Tecchio dichiarò:

 

I milanesi chieggono ospitalità per questo monumento che essi consacrano a quell’esercito che si è reso l’ammirazione delle più potenti nazioni, e che era perciò degno di veder eternata la memoria de’ suoi nobili fatti col linguaggio dell’arte, come certamente la Storia li eternerà nelle sue pagine. Il Municipio di Torino non potrà non esultare che in questi giorni sia fatto noto agli amici e ai nemici del nostro bel paese un voto di ammirazione e di affetto al valoroso esercito sardo e all’unione di tutti gli italiani tra loro. (5)

 

Clerici riuscì a commissionare l’opera allo scultore svizzero Vincenzo Vela di cui era sodale e di cui conosceva l’indubbia abilità. Si decise immediatamente di dargli una posizione centrale per esaltarne i significati e per tutelarla dal rischio di incursioni da parte di qualche agente provocatore dell’Austria.

La scelta, tra l’altro, rispondeva perfettamente alla strategia di Cavour tesa ad esasperare Vienna per scatenarne la reazione spropositata e beneficiare del trattato difensivo siglato a suo tempo con Napoleone III. E, del resto, la volontà di amplificarne i significati non fu mai nascosta:

Il monumento offerto dai Milanesi all’esercito Sardo è sorto come per incanto in piazza Castello. Esso è in marmo di Carrara, rappresenta un Alfiere Piemontese che difende la tricolorata bandiera, sublime concetto! E fu con rara maestria eseguito dall’egregio professore Vela. Questo monumento conveniva allogare in sito sontuoso ed adatto sì dal lato dell’estetica, come da quello dell’euritmia e della politica. Fu prescelto il sito di Piazza Castello di fronte alla maestosa facciata di marmo del Palazzo Madama. (6)

La cerimonia per l’inaugurazione si tenne il 10 aprile 1859 presente anche il sindaco Notta e le massime autorità nonché i reparti militari schierati. E tra la folla i profughi ed esuli che a Torino avevano trovato rifugio perché perseguitati dalla polizia asburgica o borbonica.

Per scrupolo, per opportunità politica, la scritta alla base del monumento venne coperta con una lastra di marmo nero in vista della guerra, ormai prossima, con l’Austria. Era ancora viva la memoria della “Brumal Novara” e non pareva saggio compiere azzardi.

La nera copertura fu rimossa nei primi giorni di giugno quando i soldati francesi e piemontesi varcarono le porte di Milano coronando il sogno che già era stato dello scomparso Carlo Alberto. E volta, entrarono nel capoluogo ambrosiano, per restarvi.

Da allora quella statua, così sobria ed anonima, ci ricorda, densa di simbolismi e significati, il sacrificio ed il coraggio di tanti nostri trisavoli e quadrisavoli. Ed è quindi giusto raccontarne le vicende e ricordare quegli anni difficili ma pieni di speranza di riscossa e di amore per la libertà.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Patria – Geografia dell’Italia – Provincia di Torino, G. Strafforello, Unione Tipografica Editrice, 1891, p. 39.

2) P. Levi – 1914.

3) Gazzetta delle Alpi, 33 Anno VII, 4 marzo 1857, p. 1.

4) Ibid., 33 Anno VII, 4 marzo 1857, p. 3.

5) Stampa Sera, 113, Anno LXI, 3 marzo 1981, p. 3.

6) L’Eco del Mucrone – Gazzetta Biellese, 32, Anno III, 7 aprile 1859, p. 2.

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Articolo pubblicato il 05/11/2021