"Arsenico e vecchi merletti" al Teatro Erba dal 20 dicembre a domenica 15 gennaio

La storia di due amabili vecchiette che avvelenano con del vino di sambuco anziani signori soli e infelici

Joseph Kesselring, commediografo statunitense del 1902 scrisse, tra copioni di scarso rilievo, una delle commedie di maggior successo dell’intera storia di Broadway, “Arsenico e vecchi merletti“ (Arsenic and Old Lace, 1941),  in scena al Teatro Erba di Torino dal 20 dicembre a domenica 15 gennaio.

 

È la storia di due amabili vecchiette che avvelenano con del vino di sambuco anziani signori soli e infelici, al fine esclusivo di liberarli dalle loro miserie.

 

Questa avrebbe potuto essere la trama di un dramma dell’orrore, ma l’autore la sviluppò nei modi di un capolavoro di black humour.

 

La prorompente e coinvolgente comicità non nasce da doppi sensi, da trovate volgari o scambi di persona, tipici della comicità moderna, ma scaturisce dalla vicenda raccontata e dai personaggi che la vivono.

 

Vi furono1.444 repliche a New York e altre innumerevoli in tutto il mondo, tanto che  l’uscita del relativo film di Frank Capra con uno spassosissimo Cary Grant,  fu ritardata di quasi 2 anni per non danneggiare lo spettacolo teatrale che nel frattempo aveva resistito in cartellone contro ogni previsione dei suoi impresari.

 

Ed è tutt’ora uno dei copioni più rappresentati dal teatro comico brillante.

 

Cosa si nasconde dietro l’apparente tranquillità di una piccola casa vittoriana, nel cuore di Brooklyn, abitata da due simpatiche e serafiche vecchiette il cui unico scopo nella vita sembra essere quello di fare del bene al prossimo?

 

Due vecchie signorine pazzerelle fanno opere caritatevoli con vino di sambuco all’arsenico (da qui il nome della commedia).

 

Un fratello demente le aiuta a seppellire i cadaveri. Mortimer Brewster, scopre che le due sue simpatiche zie hanno ucciso una dozzina di vecchietti per liberarli dall’infelicità, e che con l’aiuto di un nipote che si crede il presidente Roosevelt, li hanno sepolti nella cantina…… deciso a porre fine alla pazzia delle due zie e del fratello, Mortimer cercherà di far internare Teddy, ma…….

 

Lo spunto satirico della trama, che gioca sui rituali sociali e allude con ferocia al problema della solitudine degli anziani, è sviluppato con molto humour, ma anche con leggerezza e con un pizzico di malizia.

 

Il ritmo vivace e l’accavallarsi grottesco delle scene, irresistibilmente comiche, nascondono comunque uno sguardo cinico e macabro, come sottolineò  Silvio D’Amico: “Per combinare i “pezzi” del suo gioco, l’autore ha immaginato di far capitare Mortimer, un uomo normale –pensate un po’: un critico drammatico- in mezzo a una famiglia di pazzi. A capo di questa famiglia ci sono due candide, miti, religiose vecchine, le quali struggendosi di pietà per la solitudine degli uomini anziani rimasti senza famiglia, hanno preso l’abitudine di invitarli a casa e di offrir loro un certo vinello arsenicato…

 

 

Si tratta di un nuovo allestimento per la Compagnia Torino Spettacoli che si cimenta in questa commedia dopo il grande successo riscosso con molti anni di repliche del giallo “Trappola per topi”.

 

I protagonisti in ordine di apparizione  sono i noti Adriana Innocenti (Abby Brewster) e Piero Nuti (Teddy Brewster), con Franco Vaccaro (Reverendo Harper), Matteo Anselmi (Sergente O’ Hara), Stefano Fiorillo (Sergente Brophy), Barbara Cinquatti (Martha Brewster), Lucrezia Collimato (Elaine Harper), Luciano Caratto  (Mortimer Brewster) Giorgio Perona (Signor Gibbs)  Simone Moretto (Jonathan Brewster) Domenico Berardi (Dott. Einstein), e di nuovo Franco Vaccaro (Tenente Rooney) e Giorgio Perona (Signor Witherspoon).

 

La commedia di Joseph Kesselring, prodotta originariamente a Broadway da Howard Lindsay e Russel Crouse si avvale della regia di Piero Nuti, dell’originale allestimento di Giancarlo Zanetti.

 

La scena è firmata da Sebastiano Romano, le musiche da Ottavio Sbragia e i costumi da Luisa Ludovico.

 

La Produzione è stata autorizzata dalla Joseph Weinberger Limited di Londra,  per gentile concessione di Arcadia & Ricono s.r.l, Roma.

 

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Articolo pubblicato il 19/12/2011