Alfa Teatro - Venerdì 16 e sabato 17 dicembre ore 21 "La Locandiera"
La Sala Alfa

A cura della Compagnia di Teatro d'Arte diretta da Marco Grilli

Il Cast

 

MIRANDOLINA – KATIA BONIFACI

IL CAVALIERE- NICOLO’ PRESTIGIACOMO

IL CONTE – SAULO LUCCI

IL MARCHESE – GIAN LUIGI BARBERIS

LE COMMEDIANTI – VANESSA LONARDELLI, TERRY GIANNINI

FABRIZIO – SIMAO PAIS

 

Regia Augusto Grilli

 

Nata a settembre 2011, la Compagnia di Teatro d’Arte, formata da 8 giovani attori provenienti da tutta Italia, si prepara a debuttare il 16 e 17 dicembre con il suo terzo allestimento: La Locandiera di Carlo Goldoni con la regia di Augusto Grilli, co-direttore della compagnia insieme a Crab-Teatro, Roberto Freddi e suo figlio Marco.

 

“Quando abbiamo incontrato Goldoni la prima volta, in occasione dell’allestimento de “il teatro comico”, non pensavamo che scattasse la scintilla che ci avrebbe portati ora, dopo Shakespeare, a riaccostarci a lui.

Ed invece, nuovamente, abbiamo subìto il fascino della sua causticità, della minuziosa analisi dei comportamenti e dei caratteri, della matematica costruzione delle alchimie nelle relazioni tra gli umani, della sua capacità di diagnosticare debolezze e meschinità e di alludere alle molte vie che si aprono quando si abbandonino convenzioni e abitudini, finalmente liberi dalla paura di guardare gli infiniti sé che ognuno di noi racchiude.

In quella che egli stesso definisce “la più morale, la più utile, la più istruttiva” tra le sue commedie, tutti i personaggi sembrano alla ricerca di un atto miracoloso – amore, matrimonio, accomodamento – che sia antidoto all’angoscia e che risolva pavidità e sogni infranti.

A Goldoni stanno stretti i panni di “riformatore della Commedia dell’Arte”. Prendiamo dunque spunto proprio dall’energia che serpeggia vitale e rivoluzionaria in ogni sua pagina per leggere “La Locandiera” in un clima da locanda contemporanea e notturna, zattera per naufraghi della propria esistenza.

Nella spettacolarità di un intreccio ad orologeria che contrappone senza mezzi termini una vivace guerra dei sessi, condita al tempo stesso da una feroce ironia sui contrasti sociali e sul mutare di tempi e convenienze, capitano di questa zattera ed instancabile folletto che provvede a lustrarne il piccolo ma solido ponte, è proprio la locandiera. Con intelligenza, civetteria e determinazione, Mirandolina intesse una sottile trama di gesti che confortano grandi paure attraverso la soddisfazione di semplici bisogni quotidiani, quasi fosse una settecentesca – ma quanto contemporanea! – vestale di un tempio dedicato alla costruzione di personalità danneggiate, nell’illusione di poter ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato.

In questa locanda, ristrutturata ma non troppo, i riti che si consumano servono a prepararsi al cambiamento, alla coscienza di sé, ad un andare avanti nonostante qualsiasi naufragio. E l’apparente concretezza delle soluzioni nasconde una saggezza che dobbiamo imparare a praticare di nuovo, ritrovando nel benessere del qui ed ora un medicamento dello spirito che ha troppo viaggiato.

Per noi attori poi, diventa il luogo dove – lungi dal perdere la forza dell’improvvisazione e della grande avventura anarchica della Commedia all’italiana – si acquisiscono gli strumenti di una nuova consapevolezza intellettuale e sociale. Ed è forse ciò che, di fronte a nuove gravi crisi, deve e può ancora accadere.”

 

La Compagnia di Teatro d’Arte sarà nuovamente in scena a Torino, il 27/28 gennaio 2012 con “Il Berretto a Sonagli” di Luigi Pirandello ( 4° allestimento su 7 totali il primo anno)

 

 

NOTA INTEGRATIVA e COSTRUTTIVA A CURA DI MARCO GRILLI

 

ANCHE QUESTO TEATRO C’E’… da poi solo 22 anni

 

Basta commemorare i morti! …

È successo che, oggi, domani, dopodomani, ma anche, ieri, l’altro ieri e ancora l’altro dell’altro ieri, quando questo teatro ha vere notizie per l’incremento e la crescita culturale della città e del popolo tutto, i nostri giornali torinesi chiudono gli occhi e si lasciano guidare dalle peggiori notizie (ma importanti) – solo perché commercialmente utili – (quindi vitali?)

Utili al commercio del danaro, utili alla commercializzazione della cultura. Utili… ?

Come si fa dunque a dire: “Rilanciamo la Cultura, aiutiamo i giovani parlando per i giovani ai giovani coi giovani” ? Solo speranze, solo retorica, solo demagogia, solo parole?

Io dico che la cultura è salvabile se al posto del “diritto” ci mettiamo il “dovere”, se al posto di “per pochi ” scriviamo “ per tutti”, se al posto di “baroni” diciamo “ popolo”.

Il giornale, inteso come quotidiano è un grande alleato della cultura, dell’informazione…

Alleato a quale tipo di cultura? A quale tipo d’informazione?

Oggi purtroppo ritengo d’avere per alleati la – disinformazione – o, se si preferisce – la non formazione – relativamente a quelli che sono i progetti culturali per il futuro.

Dunque, cari amici giornalisti, capo redattori e direttori, politici e uomini di scienza - i nostri artisti, i nostri progetti, le nostre speranze, il nostro fare, il nostro pensare, il nostro parlare, il nostro insegnare, il nostro costruire, il nostro dire, il nostro sentire, il nostro capire, il nostro… dovere: facciamolo nostro oggi… perché domani è tardi…

È più importante far sapere che un giovane teatro, una giovane compagnia, stanno investendo sul proprio futuro per dare futuro, o, che chi ha già un futuro sta navigando sul proprio presente? … commemoriamo i vivi, quelli veri!

 

Con sincera stima

Marco Grilli

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Articolo pubblicato il 14/12/2011