L'uomo dalla rosa d'oro: Ricordo del senatore Edoardo Soderini

Con la caduta di Roma, il 20 settembre 1870, in seguito all’ingresso del Regio Esercito Italiano nella città eterna, figure un tempo relegate alla vita locale emersero sul piano nazionale lasciando testimonianza della propria opera.

Edoardo Soderini nacque a Roma il 22 novembre 1853, figlio del conte Pietro e di Vincenza Marucchi, al tempo in cui il pontefice esercitava ancora il potere temporale ed era il “papa re”.

Di buona famiglia di nobili patrizi romani, successivamente egli sposò Marianna de Frankenstein dalla quale ebbe poi la figlia Agnese. (1)

Le notabili origini gli permisero di ottenere buoni uffici nella Santa Sede al punto da essere nominato Guardia Nobile da Pio IX quand’ancora si trovava a studiare all’Università Romana. (2) Successivamente egli divenne cameriere segreto di spada e cappa partecipante del pontefice. Per diversi anni egli, obbediente allo storico non expedit, si tenne lontano dalle vicende italiche restando in “quota” del Santo Padre il quale, premiando la sua fedeltà ed operosità, volle concedergli un incarico di rara importanza:

 

Il conte Edoardo Soderini, già guardia nobile di Sua Santità, è stato da Leone XIII creato cameriere segreto partecipante, coll’incarico di recare ogni volta che occorra la Rosa d ‘oro ai regnanti cattolici. (3)

 

La Rosa d’Oro era, infatti, l’omaggio che il papa concedeva alle regine e principesse come riconoscimento personale per quelle che si fossero ritenute meritevoli. Un principe romano, proveniente in genere dalla diplomazia, recava materialmente l’omaggio all’insignita. Tale prassi restò in uso fino a quando non fu abolita nel 1910 da Pio X. (4) Per ragioni non del tutto chiare ma, come vedremo, forse in parte percettibili.

Fu, infatti, proprio nel 1910 che, forse interpretando male l’atteggiamento più morbido della chiesa in occasione delle elezioni del 1909, che egli pensò di intraprendere la carriera politica. Non fu un’avventura felice perché, al netto delle simpatie suscitate nell’elettorato cattolico, egli non solo non riscosse alcun successo ma pare di capire che tale scelta avesse, appunto, urtato gli ambienti vaticani. Forse si decise, ma si badi bene è un’ipotesi, di abolire la carica di Latore della Rosa d’Oro perché rimuovere solo l’interessato non sembrasse un provvedimento personale e “livoroso”.

Tuttavia, la strada del Soderini era ormai tracciata ed egli ebbe buon gioco nelle elezioni politiche del 1913, le prime con voto a suffragio universale maschile voluto da Giovanni Giolitti, quando venne eletto nel collegio di Osimo. Alla Camera dei Deputati si impegnò con vigore su molti temi importanti anche legati al lavoro ed alla quotidianità della popolazione. Tuttavia, ci piace ricordarne in particolare un’iniziativa, presa nel cuore della Grande Guerra, poiché permette di percepire l’umana sensibilità di questa figura:

 

Per la conservazione delle famiglie. L’on Edoardo Soderini, deputato di Osimo e nostro illustre amico, ha indirizzato una lettera all’on. Boselli chiedendo — analogamente e una simile proposta fatta già in Francia - che «il nostro Ministro della guerra, quando una famiglia abbia già avuto due dei suoi membri uccisi in battaglia o comunque morti in servizio dia ai superstiti della stessa, che si trovino anch’essi costretti al servizio militare, una destinazione che li ponga, quanto è possibile, al riparo dalla morte in guerra».

E si appellava all’alto senso del presidente dei ministri e del gen. Cadorna perché il suo desiderio potesse essere accolto. Ciò è fortunatamente avvenuto. Poiché il «Giornale militare» del 4 corr. pubblicò: «Le famiglie che abbiano tutti i loro figli sotto le armi, di cui due già morti in combattimento o in seguito a ferite, ovvero dichiarati dispersi da oltre tre mesi, potranno ottenere che l’unico superstite o uno degli altri superstiti, sia esonerato dai servizi di prima linea. La concessione è ammessa anche se il figlio superstite da allontanarsi dalla prima linea sia ufficiale o sottufficiale, purché richiamato dal congedo.

Ne sono, invece, esclusi, per ovvie ragioni, gli ufficiali o sottufficiali in servizio attivo permanente. In esso di più superstiti spetterà alla famiglia d’indicare quale di essi dovrà fruire del beneficio, scegliendo, beninteso tra quelli che non si trovino nei suddetti casi di esclusione. La relativa richiesta, corredata delia situazione di famiglia, dovrà essere rivolta dalla famiglia al Comando Supremo pel tramite del comando del distretto militare di residenza. Per i militari che si trovino nelle condizioni sopra riportate e che non siano ancora adibiti ai servizi di prima linea, le famiglie potranno chiedere che non vi siano destinati.

Le relative domande dovranno essere rivolte pel tramite e con le modalità sopra indicate, al Comando Supremo per coloro che appartengano a comandi, corpi, reparti o servizi da esso dipendenti, ovvero al comando del corpo d’armata territoriale nella cui circoscrizione il militare si trova, per gli altri. Per questi ultimi militari, la decisione sarà presa dallo stesso comando del corpo d’armata territoriale». (5)

 

Dopo la fine della legislatura, nel 1919, Soderini non tornò alla Camera dei Deputati ma nel 1923, quale importante contribuente, fu nominato Senatore del Regno. Al Senato fu membro delle Commissione per l’esame del disegno di legge “Norme per l’esercizio delle funzioni giudiziarie del Senato nei casi indicati dall’art. 37 dello Statuto del Regno” e di quella per l’esame dei Patti Lateranensi.

Gli importanti uffici ricoperti dal Soderini gli valsero, tra l’altro, numerose onorificenze di primissima importanza quali le insegne di Grande Ufficiale dell’Ordine di Isabella di Spagna, Cavaliere della Legione d’Onore di Francia, Grande Ufficiale dell’Ordine dell’Aquila Bianca di Polonia, Commendatore dell’Ordine di Danilo del Montenegro, Gran Croce del Supremo Ordine del Cristo e Grande Ufficiale dell’Ordine dell’Immacolata Concezione di Vila Vicosa.

Queste ultime due ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè e per cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo. Ordini che molte volte hanno ornato ed ornano il petto di numerosi italiani.

La vita di Soderini fu assai intensa ed operosa ed egli cavalcò un periodo davvero difficile della vita politica italiana. Soprattutto per chi aveva un pezzo di cuore tra le mura della Santa Sede.

Tuttavia, anche la sua esistenza terrena andò concludendosi un giorno di maggio del 1934:

 

La morte del sen. Soderini.  A Roma è morto la sera del 14 c. m. il sen. Conte Edoardo Soderini, nobile figura di cattolico e di studioso. Egli era nato a Roma nel 1859. Era guardia nobile di Pio XI cameriere partecipante, latore della Rosa d’Oro di Leone XIII, lasciò la Corte Papale allorché incominciò ad occuparsi di politica. Fu deputato di Osimo e poi senatore. (6)

Qualche tempo dopo, a Palazzo Madama, si tenne la commemorazione:

Luigi Federzoni, presidente

“PRESIDENTE. Due autorevoli Colleghi, che tutti noi apprezzavamo per le alte doti della mente e del carattere, ci hanno lasciato per sempre in questi ultimi giorni: Edoardo Soderini [...].

Il conte Soderini, romano di nascita, benché discendente della nobile famiglia fiorentina, era stato, durante la sua lunga attività politica di cattolico militante, uno dei primi e più convinti propugnatori di un accordo fra lo Stato italiano e la Santa Sede.

Deputato per la 24a Legislatura, senatore dal 1923, si inspirò sempre, in questa come nell’altra Assemblea, ad elevate idealità patriottiche, morali e sociali, occupandosi con particolare competenza di questioni agricole. Ma la sua passione erano soprattutto gli studi storici, e la partecipazione assidua alle discussioni parlamentari non bastò mai a distoglierlo da essi.

Negli anni migliori della gioventù e della maturità egli era stato molto vicino a Leone XIII.

Dedicò pertanto gran parte della sua laboriosa vecchiezza a narrare le vicende di quel Pontificato in un’opera vasta, condotta su un copioso e originale apparato di memorie personali e di documenti inediti: opera certamente non scevra di interpretazioni soggettive e unilaterali, ma pure ricca di pregi singolari, che comunque resterà quale contributo interessantissimo alla ricostruzione di un così importante periodo storico e quale testimonianza di un nobile e acuto ingegno di studioso e di scrittore.[...]

Ai due cari ed eminenti Colleghi defunti rivolgiamo un pensiero di affetto e di rimpianto sincero.

DE FRANCISCI, ministro di grazia e giustizia. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE FRANCISCI, ministro di grazia e giustizia. Il Governo si associa ai sentimenti espressi dall’illustre Presidente di questa assemblea in memoria dei due senatori Soderini [...]”. (7)

 

Oggi il Soderini è spesso citato in ricordo del suo incarico quale latore della Rosa d’Oro del pontefice ma poco di lui si aggiunge, in genere, per contribuire a ricordarne la parabola umana e politica. Con queste poche righe si è tentato di raccogliere qualche ricordo di quel percorso così particolare.

Alessandro Mella

NOTE

1) La genealogia del Soderini è ampliamente descritta in: Annuario Della Nobiltà Italiana, Andrea Borella a cura di, Edizione XXXI, Tomo II, p. 2001.

2) Annuario Ecclesiastico, Roma, 1870, p. 70.

3) Biella Cattolica, 50, Anno VIII, 23 giugno 1894, p.  3.

4) Questa figura fu però reintrodotta nel 1941 per volontà di Pio XII.

5) L’Unione Monregalese, 80, Anno XVIII, 8 ottobre 1916, p. 1.

6) Il Popolo, 20, Anno XXXIX, 17 maggio 1934, p.  2.

7) Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 maggio 1934.

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Articolo pubblicato il 09/08/2021