Bilderberg & C.
Il Premier Mario Monti

La finanza internazionale manovrata e condizionata dai “poteri forti” e dal "mercato"

Giornali e mass-media ci dicono tutti i giorni che la finanza internazionale, quella europea e quindi anche quella del nostro paese è manovrata e condizionata dai “poteri forti” e dal “mercato.”

Il fantasma dello spread che aleggia sull’Europa, rimbalzando da qualche mese, come una palla da tennis ed il debito pubblico, che grava sulla finanza del nostro paese da decenni, senza suscitare ansie e preoccupazioni, sono ora nell’occhio del ciclone.

Poteri forti e mercato.

Tutti ne parlano, tutti li chiamano in causa, ma nessuno ci dice chi sono, e che cosa rappresentano. I giornalisti ed i commentatori televisivi più coraggiosi si fanno sfuggire di tanto in tanto, a bassa voce, un nome.

Quello della Goldman Sachs.

E’ una banca d’affari, scrive Le Monde, che in Europa ha tessuto una rete di influenza unica, sedimentata nel corso dei lustri, grazie ad una fitta trama, sia pubblica che sotterranea.

Sempre secondo Le Monde, la potente banca internazionale è in grado di gestire “ un occulto direttorio europeo, capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi a governare la crisi dell’euro”.

L’attuale premier italiano MARIO MONTI ( e con lui Mario Draghi e Lucas Papademos, da poco premier dello stato greco) è membro della Goldman Sachs e ne riveste il ruolo di consigliere internazionale.

Molti dei membri della Goldman Sachs partecipano anche ai lavori della TRILATERAL COMMISSION.

E’ un altro dei poteri forti che politici, giornalisti e commentatori televisivi evitano di menzionare.

Si tratta di una potente organizzazione fondata da David Rockfeller nel 1973 e da membri del Club Bilderberg, tra i quali Kissinger e Brzezinski.

Conta oltre trecento associati, tra membri effettivi ed invitati, che fanno capo ad Europa, paesi asiatici e Nord America.

Giovanni Agnelli, che qualcuno colloca tra i promotori, definisce la Trilateral “ un gruppo di privati cittadini, studiosi, imprenditori, politici, sindacalisti delle tre aree del mondo industrializzato…che si riuniscono per studiare e proporre soluzioni equilibrate a problemi di scottante attualità”.

Un nobile gruppo di filantropi insomma.

Ma ben diversa è l’opinione del senatore americano Barry Goldwater che definisce la Trilateral “un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte.”

E può anche darsi che Jacques Bordiot la sopravvaluti, quando afferma che il vero obiettivo della Trilateral Commission “è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale”.

Ma molti dubbi sono giustificati. Quando i consoci della Trilateral si riuniscono per deliberare insieme ai membri del Club Bilderberg (ci sono spesso assise congiunte e molti membri del club più elitario sono anche membri della Trilateral), rappresentano, dato il censo e la qualità dei partecipanti, un enorme potere economico.

Con parole più semplici, sarebbero in grado, se lo decidono. di condizionare le borse mondiali o quelle di un singolo paese e di agire sullo spread tra le nazioni.

C’è chi sostiene che il loro potere nel campo economico sia superiore a quello espresso dai vari G8 o G20.

Il prof. MARIO MONTI è uno dei più importanti consoci della Trilateral perché è Chairman della sezione europea dell’associazione.

Con lui, in qualità di membri effettivi o di invitati, hanno preso parte ai lavori, in anni successivi, altri nostri connazionali, tra i quali Enrico Letta (l’uomo del pizzino a Monti in parlamento), Alessandro Profumo, Renato Ruggiero, Luigi Ramponi, Silvio Scaglia, John Elkann, Marco Tronchetti Provera, Maurizio Sella, Carlo Secchi ( che ha ricoperto anche il ruolo di vice-presidente), Sergio Romano e Massimo Tononi che, scrive Le Monde, dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs, “è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange, che controlla Piazza Affari”.

Una carica assunta lo scorso giugno, afferma ancora Le Monde, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread.

Tra le organizzazioni che i mass media nazionali definiscono pudicamente “poteri forti” o anche il “mercato”, la più elitaria ed esclusiva è il Club Bilderberg.

E’ stato fondato dal principe olandese Bernhard e dal solito Rockefeller nel 1954 ed ha preso il nome dall’hotel olandese Bilderberg, in cui è stata tenuta la prima conferenza.

Da allora il gruppo si riunisce in assemblea plenaria, una volta l’anno, in nazioni sempre diverse ed in hotels esclusivi.

Sempre a porte rigorosamente chiuse.

Ne fanno parte circa 130 personaggi, suddivisi tra membri effettivi ed uditori.

Questi ultimi sono di solito importanti giornalisti che hanno il divieto, da loro sempre rigorosamente osservato, di riferire.

I soci permanenti raggruppano i maggiori potentati economici della terra.

Ne fanno parte regnanti, capi di stato, banchieri, ministri pro tempore dell’economia, grandi industriali, uomini dell’alta finanza e molte personalità del mondo politico e militare.

Gli argomenti che vengono trattati nelle riunioni annuali (ma che poi proseguono in modo informale per tutto il corso dell’anno), riguardano come è facile intuire, tematiche economiche e politiche di tutto il globo ed oggi in particolare la governance dell’Europa e dei suoi stati nazionali, ivi compresa l’Italia.

L’hotel in cui si tiene la riunione è svuotato dei clienti abituali e circondato da una fitta rete di guardie armate.

L’on. Mario Borghezio si è assunto il compito di svelare questo singolare aspetto protettivo.

Si è presentato nel giugno di quest’anno all’ingresso dell’hotel di Sankt Moritz, in cui la riunione annuale era in corso, chiedendo di poter assistere al dibattito.

Pur avendo declinato la sua qualità di parlamentare europeo, è stato bloccato e respinto con violenza dalle guardie armate.

E’ fuori di ogni dubbio che questi comportamenti siano tali da sollevare pesanti sospetti sull’operato dell’organizzazione.

Tuttavia il giornalista Daniel Estulin afferma che il Club Bilderberg non è una società segreta.

Ma solo perché sono noti i nomi dei partecipanti alle riunioni. Sono invece del tutto coperte dal segreto i lavori e le decisioni adottate.

Nessun comunicato, nessuna indiscrezione, nulla di registrato. Daniel Estulin è un giornalista di origine russa, ora residente in Spagna, che ha dedicato quindici anni allo studio del Bilderberg, pubblicando i risultati della sua ricerca in un libro, tradotto in 50 lingue e diffuso in 70 paesi, intitolato “IL CLUB BILDERBERG. LA STORIA SEGRETA DEI PADRONI DEL MONDO”.

Sono stati, scrive l’autore, quindici anni di ricerche anche pericolose, segnate da depistaggi, ricatti ed anche da un tentativo di omicidio.

Ma il libro è diventato un best-seller internazionale, nonostante la cortina di carta costruitagli intorno dai giornali e dai mass-media italiani ed europei.

Secondo Estulin, sono molte le personalità italiane che, (in fraterna comunità di intenti, direbbe Gianni Agnelli) con gli altri 130 membri, hanno preso parte, almeno una volta, ai summit del Bilderberg.

Tra gli altri in passato Gianni ed Umberto Agnelli, e poi Franco Bernabè, Alfredo Ambrosetti, Innocenzo Cipolletta, Mario Draghi, (attuale presidente della BCE), John Elkann, Francesco Giavazzi, Corrado Passera (attuale ministro delle finanze), Romano Prodi, Alessandro Profumo (ex Unicredit) Renato Ruggiero, Domenico Siniscalco, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera, Ignazio Visco, (attuale presidente della Banca d’Italia), Walter Veltroni ed infine MARIO MONTI attuale Presidente del Consiglio.

E’ lecito chiedere perché tutti questi signori si sono sempre rinchiusi in un inspiegabile silenzio? Che cosa dovevano nascondere agli italiani in questi ultimi anni?

Le organizzazioni internazionali che i giornali continuano con timore reverenziale a definire “poteri forti” o anche “i mercati” e che sono in grado, come scrive Le Monde, di interferire sull’ ente europeo e di condizionare i governi dei singoli stati, sono soprattutto la Goldman Sachs, la Trilateral Commission ed il Club Bilderberg.

Il Prof. Mario Monti fa parte, anche con ruoli direttivi, di queste tre associazioni.

Napolitano, forse senza meditare, gli ha affidato le sorti del nostro paese.

Ed ora gli italiani hanno un dubbio.

Il Prof. Monti sarà in grado di orientare a vantaggio dell’Italia i potentati economici e politici di cui fa parte o dovrà eseguire, per conto di quei poteri forti, il lavoro sporco di mettere le mani sui risparmi degli italiani e sulle industrie del nostro paese?

Prof. Gian Carlo Pavetto.

 

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Articolo pubblicato il 05/12/2011