Luigi e Giulio Melegari: Due vite a servizio dell'Italia

di Alessandro Mella

A volte l’amore per il proprio paese, il senso del dovere, lo spirito di servizio, accomunano generazioni che si accavallano e, talvolta, padri e figli.

Luigi Amedeo Melegari nacque a Meletole il 19 febbraio 1805, in provincia di Reggio Emilia, in una famiglia di modeste e rurali origini la quale, tuttavia, gli permise di studiare fino alla laurea in giurisprudenza conseguita a Parma. Il padre si chiamava Pietro e la madre Maria Simonazzi ed i due genitori avevano anche avuto altri figli cioè Angelo, Domenico e Giacinto.

Come tutti i giovanissimi fu preso da un forte spirito idealistico e patriottico e si avvicinò alla Carboneria dovendo poi recarsi in esilio in Francia in seguito al suo coinvolgimento nei moti del 1831 quale membro del Governo Provvisorio di Parma.

Fu proprio l’esperienza all’estero che gli permise di avvicinarsi agli ambienti mazziniani fino ad ottenere un diretto rapporto con Mazzini del quale diventò un collaboratore appassionato anche nel successivo periodo passato in Svizzera sotto lo pseudonimo di Thomas Emery.

Tuttavia, deluso dalla strategia delle fallimentari insurrezioni popolari, dopo qualche tempo mutò le proprie idee portandosi su posizioni più moderate, realistiche e pragmatiche.

Alla passione politica andò progressivamente affiancando l’insegnamento universitario prima come docente di economia politica, filosofia del diritto e diritto internazionale a Losanna e poi come insegnante di diritto costituzionale a Torino.

Ma quel senso del dovere, quell’amore per i destini del Paese, il sogno dell’Italia unita, non lo lasciarono mai e quindi si mise in gioco direttamente prima come deputato nel difficile 1849, poi come Senatore del Regno nel 1862 (Membro della Commissione per la Biblioteca  e Commissario alla Cassa dei depositi e prestiti) ricoprendo anche incarichi governativi come Sottosegretario agli Esteri nel 1862 e 1867, poi come Ambasciatore a Berna per molti anni e perfino, per qualche mese (dal 25 marzo 1876 al 26 dicembre 1877), come Ministro degli Esteri del governo Depretis.

Ma la vita gli aveva anche regalato una moglie affezionata come fu Maria Carolina Mandrot detta Maddalena che, come vedremo, gli diede figli degni dell’illustre padre.

La carriera diplomatica del Melegari gli fece meritare la Gran Croce con Gran Cordone degli Ordini dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine della Corona d’Italia concessegli dai sovrani della Real Casa di Savoia.

Ma la sua opera fu assai apprezzata anche all’estero ed egli fu insignito della commenda dell’Ordine della Legione d’Onore francese. 

Ed ebbe anche la stima e la simpatia del sovrano del Portogallo, Luigi I marito di Maria Pia di Savoia, che gli conferì la Gran Croce del Real Ordine di Nostra Signora di Vila Vicosa nel 1862.

Onore ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè, per cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo e per rappresentante il Conte Giuseppe Rizzani Delegato degli Ordini Dinastici Portoghesi per l’Italia, la Repubblica di San Marino e la Santa Sede. Ordine che molte volte ha ornato ed orna il petto di numerosi italiani. Quest’importante concessione, tra l’altro, ebbe funzione nobilitante così che la genealogia dei Melegari comparirà nell’ormai prossima XXXIII edizione dell’Annuario della Nobiltà Italiana (Parte III - Cavalleresca) diretto da Andrea Borella.

Diplomatico, docente, politico, giurista e patriota appassionato, il Melegari si spense a Berna il 22 maggio 1881 senza ricevere la consueta commemorazione in aula.

A perpetuarne il ricordo furono in qualche modo i figli Dora Melegari, scrittrice, mazziniana, nata a Losanna il 27 giugno 1849 e scomparsa a Roma il 31 luglio 1924 e Giulio.

Quest’ultimo era nato a Torino l’11 dicembre 1854 ed aveva preso la carriera diplomatica con importanti incarichi a Berlino (tra il 1898 e il 1901), a San Pietroburgo nel biennio 1896 e 1897, nell’Impero del Giappone tra il 1901 e il 1904 e poi di nuovo in Russia dal 1904 al 1913.

Fu una figura importantissima nel quadro dei rapporti diplomatici tra il Regno d’Italia e l’Impero degli Zar negli anni di governo di Giovanni Giolitti della cui fiducia certo il nostro beneficiava.

Grazie alla sua mirabile regìa egli riuscì a portare a compimento l’Accordo di Racconigi con cui, nel 1909, Italia e Russia si accordarono per il mantenimento della stabilità politica nei sempre turbolenti Balcani.

Lo Zar Nicola II gli fu assai grato e gli concesse l’Ordine Imperiale di Sant’Aleksandr Nevskij.

Curiosamente anche lui ricevette, come suo padre, la Gran Croce dell’Ordine portoghese di Vila Vicosa.

Nel 1913 fu collocato a riposo come documentato dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, numero 147, pagina 4002, del 25 giugno 1913:

 

Melegari comm. Giulio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 1a classe, con credenziali di ambasciatore a Pietroburgo, è collocato a riposo per ragioni di servizio, a datare dal 1° gennaio 1913. Conservatogli a titolo onorario il rango e le prerogative di R. ambasciatore.

Dopo una vita impegnativa e di dedizione al dovere, si spense a Firenze il 6 aprile 1935, degno erede di suo padre e di una famiglia che all’Italia aveva dato tanto.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 24/05/2021