Nel segno della Tradizione

Riflessioni iniziatiche di Maurizio Galafate Orlandi

Presentiamo una complessa sequenza di considerazioni, espresse dallo scrittore Maurizio Galafate Orlandi, che fanno luce sui concetti di Iniziazione e Tradizione, declinando alcuni aspetti assolutamente nuovi che hanno il gusto dell'assoluta originalità.

"Pensieri ad alta voce"  che ci indurranno a riflettere e a riconsiderare il senso della Vita. Da Thomas Stearn Eliot al mondo immaginario di  Flatlandia, descritto da Edwin A. Abbott, passando da Masaru Emoto che, con i suoi studi sulla Memoria dell'Acqua, ha aperto portali di autentica conoscenza: di quella Conoscenza rappresentata da coloro che dopo le osservazioni si pongono domande, non attendendosi facili risposte.

 

NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

di Maurizio Galafate Orlandi

 

Un giorno, un topo che andava di fretta passò di corsa sul corpo di un leone che stava dormendo Balzato in piedi, il leone si girò più volte alla ricerca di chi avesse osato passare sopra di lui. “Tu che sei un leone così grande e grosso, ti sei lasciato spaventare da un topo!”, lo derise una volpe che aveva assistito alla scena. Il Re della foresta allora rispose ”Non ho avuto paura del topo, povera bestiolina, ma sono piuttosto rimasto stupefatto che qualcuno sia stato così audace da correre sul corpo di un leone addormentato”.

Quella che abbiamo appena letto è una fiaba, un tipo di narrativa che trasmette la tradizione popolare ed il pensiero di antiche culture che consideravano le ardue prove sostenute dall’eroe di turno come un vero e proprio rito di iniziazione. Questo, dopo averle superate, raggiunge la meta agognata ottenendo il meritato premio .

La favolistica ha da sempre contribuito alla formazione del patrimonio culturale dei popoli e, allo stesso tempo, ne ha perpetuato le tradizioni, per poi trasmetterle con i mezzi che aveva in quel momento a disposizione. All’inizio avveniva oralmente, mediante i racconti dei vecchi, erano loro i garanti della Conoscenza e della Saggezza, insegnavano ai giovani affinché, diventati a loro volta vecchi, potessero continuare a trasmetterle, armonizzando l’attualità con la Conoscenza che era appartenuta ai loro avi.

“La tradizione, tuttavia, non si può ereditare, deve invece essere conquistata, e con grande fatica”. Così scrive Thomas Stearn Eliot nel suo libro “Tradizione e talento individuale”.

Apprendiamo così che la Tradizione dei celti è fonte di insegnamento, che a Glastonbury vive ancora, ed è ancora fonte di insegnamento.

Questo viene da noi percepito come un dono di saggezza, ma allo stesso tempo, apprendiamo anche che non la possiamo, e non la dobbiamo, accettare come se essa fosse un principio indiscutibile, al contrario, la dovremo conquistare momento per momento lungo il cammino che ci condurrà alla Conoscenza, nel lungo viaggio alla ricerca di noi stessi. Non dovremo mai assoggettarci ad essa passivamente, la nostra dovrà essere una partecipazione attiva, solo a queste condizioni ci potrà trasmettere il patrimonio sapienziale di cui è portatrice.

E' giunto il momento di chiederci: Come nasce la Tradizione? Come influisce sulla nostra vita e, più in generale, su quella dell'intera Società Umana?

Innanzitutto essa deve essere affrancata dalle abitudini sociali, dai dogmi, dalle convenzioni, da tutto ciò che è soltanto semplice ripetitività, un mero automatismo, al contrario deve fondarsi su una continua ricerca stimolata dal desiderio dell’uomo di portare la propria conoscenza oltre i limiti fisici, per poter migliorare se stesso e tracciare così il cammino dell’Umanità verso il Progresso.

La Tradizione, contribuisce anche a rinsaldare i rapporti sociali all'interno di una Comunità, e non deve essere intesa esclusivamente come la trasmissione di generazione in generazione di testimonianze, notizie e ricordi, tutto questo sarebbe non soltanto riduttivo ma falsificherebbe addirittura il significato ben più profondo della sua funzione. Alla domanda che ci eravamo posti all'inizio, possiamo ora rispondere:

“La sua funzione è quella di trasmettere il patrimonio culturale dei popoli accumulato durante la loro evoluzione. come annodare piccoli pezzi di stoffa ai rami di cespugli, una tradizione ancora oggi seguita in tutto il mondo affinché sogni e desideri si avverino, oppure in segno di ringraziamento”.

I valori etici che ne emergeranno ci renderanno più sensibili agli aspetti che caratterizzano la società moderna quali l'istruzione, la discriminazione, la tutela dei diritti dei singoli, la biotecnologia, la medicina moderna, la tutela dell'ambiente. Il patrimonio culturale a noi tramandato potrebbe esserci giunto, in parte, anche mediante l’acqua.

Le ricerche dello scienziato giapponese Masaru Emoto (I Messaggi dell'Acqua, Hado Publishing, U.S.A., 2002), (La Risposta dell'Acqua, ed. Mediterranee, Roma, 2004) ha rivolto i suoi studi alla dimostrazione empirica che l'acqua possa ricordare elementi positivi o negativi con i quali è venuta a contatto sia visivamente che musicalmente. L’acqua è un mezzo così sensibile da assumere specifiche configurazioni a seconda dell’energia del pensiero che ad essa si rivolgeva, creando figure armoniose soltanto se questa energia era "positiva". 

Voglio ricordare la dimostrazione ab absurdo di Ippocrate da Chio, che permette di verificare la veridicità di un'affermazione considerando come vera la proposizione opposta. Se fosse vero che l'acqua non potesse ricordare la sua esposizione a fattori condizionanti positivi, e quindi i suoi cristalli si formassero casualmente, questi sarebbero, di volta in volta, diversi gli uni dagli altri, con una struttura casuale che non potrebbe mai essere simile a quella fotografata precedentemente o successivamente. Stessa cosa si può dire per fattori condizionanti negativi che creano cristalli dove sono presenti buchi neri e informi.

Se poi riferiamo il valore della Tradizione al dominio filosofico, ritroviamo queste stesse affermazioni anche nei tempi antichi. Per Aristotele, per Plotino ed altri ancora, la Tradizione costituiva il fondamento della verità filosofica, ed è sotto gli occhi di tutti che le dottrine moderne e contemporanee sono state legittimate con il suo crisma.

Dopo periodi bui, con l'avvento del Romanticismo, la Tradizione è stata rivalutata e intesa come esperienza spirituale che non può essere concepita come statica o meccanica, bensì come un continuo rinnovamento, come fonte di una costante rifondazione dell’esperienza storica. Ciò che si tramanda non è soltanto il contenuto delle esperienze vissute dagli altri, ma anche il loro modo di confrontarsi con gli eventi della vita stessa.

Pico della Mirandola, nella sua “Oratio de hominis dignitate”, evidenziò il senso di essere uomo: "Né il cielo né la terra, né mortale, né immortale ti abbiamo creato, sicché potessi essere libero secondo la tua propria volontà e onore, per essere il tuo costruttore. A te solo sono stati dati crescita e sviluppo dipendenti dal tuo libero arbitrio. Tu porti in te i germi di una vita universale".

L'uomo può trovare la chiave di accesso ad un mondo spirituale dove contino questi valori universali nel rispetto della Tradizione, perché è pienamente consapevole della responsabilità etica che lo investe e non dovrebbe pensare al suo esclusivo benessere, bensì mettersi al servizio degli altri per il bene di tutti. Quello stesso bene che Aristotele definì: "ciò verso cui ogni cosa per natura tende" ed è in costante evoluzione.

L’augurio migliore che oggi si possa fare alla società contemporanea è che tutti coloro che altrimenti sarebbero rimasti separati, si sentano più vicini e con il dialogo realizzino la cooperazione tra tutti gli uomini. Se non seguiremo questa strada, con tutta probabilità il mondo futuro sarà piatto, come quello descritto da Edwin A. Abbott (Flatlandia, Adelphi, Milano, 1966), e noi vivremo soltanto a due dimensioni. Nel suo libro l'autore raffigura degli esseri intelligenti la cui esperienza è confinata ad un solo piano, uno spazio bidimensionale, e non hanno facoltà di rendersi conto di quanto possa esistere al di fuori di quello spazio, né mezzi di uscire dalla superficie sulla quale vivono.[…], ma tenteranno. Immaginiamo un foglio di carta su cui delle linee rette, dei triangoli, dei quadrati, dei pentagoni, degli esagoni ed altre figure geometriche più complesse invece di restar ferme al loro posto, si muovano qua e la, liberamente, sulla superficie ma senza potersi sollevare come delle ombre, insomma –consistenti, però, e dai contorni luminosi. Nella dedica del libro Abbott parla di evoluzione, di iniziazione, di sviluppo dell’Umanità.

E’ questa:

 

“Agli abitanti dello SPAZIO IN GENERALE

 e a H.C. IN PARTICOLARE

 e’ dedicata Quest’Opera

 da un Umile Nativo della Flatlandia

 nella Speranza che,

 come egli fu Iniziato ai Misteri

 della tre Dimensioni

 Avendone sino allora conosciute

 soltanto due

 Così anche i Cittadini di quella Regione Celeste

 Possano aspirare sempre più in alto

 Ai Segreti delle quattro, cinque

addirittura  sei Dimensioni

In tal modo contribuendo

 All’Arricchimento dell’Immaginazione

 E al possibile Sviluppo

 della Modestia, qualità rarissima ed eccellente

Fra le Razze Superiori

Dell’Umanità Solida”.

 

Il cammino verso la spiritualità più pura dovrà continuare, fino al momento quando sentiremo in noi stessi quello che Richard Bach (Il Gabbiano Jonathan Livingstone, Rizzoli, Milano, 1978) definì come “…[quel vivido piccolo fuoco che arde in tutti noi, ma che vive solo quando raggiungiamo la perfezione”].

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/04/2021