Pietro Brunetta d'Usseaux

Un piemontese illustre tra i Bersaglieri (di Andrea Elia Rovera)

Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto i Piemontesi siano stati fondamentali nella storia d’Italia e, in special modo, in quella del Risorgimento.

Pietro Brunetta d’Usseaux nasce a Pinerolo (Torino) il 26 luglio 1831. Ha cognome francofono perché discende da una famiglia originaria della regione francese dell’Alvernia trasferitasi in Piemonte alla metà del Seicento. Settimo di sette fratelli: tutti ufficiali del Regio Esercito a servizio del Regno di Sardegna prima e dell’Italia poi.

Pietro riceve la sua prima formazione in provincia di Cuneo presso il “Collegio per i figli dei militari” di Racconigi dove studia con impegno e dedizione dal 1845 al 1848. Uscito dal Collegio decide di seguire le orme dei fratelli e si arruola volontario nel Reggimento Granatieri presso la Brigata Regina. Con questo Reggimento prende parte alla Prima Guerra d’Indipendenza italiana.

Durante le vicende belliche da prova di essere valoroso, intrepido ma anche tatticamente molto preciso. Questo gli vale una “menzione onorevole” durante la Battaglia di Santa Lucia del 6 maggio 1848. Appena arruolato si fa subito notare ed infatti i suoi superiori lo promuovono quasi subito a Sottotenente. In veste di ufficiale con incarichi di comando partecipa alla Battaglia di Novara già nel 1849.

Anche in qualità di comandante da prova di essere valido, capace e dotato di saggezza e riflessività. Il Reggimento Granatieri nota queste sue qualità e lo comanda in Crimea dal 1855 al 1856. Anche qui Pietro dimostra di essere un ufficiale di valore e, per questo, nel 1859 viene trasferito al 15° Reggimento Fanteria con il grado di Capitano. Voci di popolo dicono che la Fanteria non lo rappresenta e che ottiene dai suoi superiori di tornare al Corpo dei Bersaglieri con incarico di Comandante della 26ma Compagnia inquadrata nel 7° Battaglione Bersaglieri. Con questa Compagnia prende parte alla Seconda Guerra d’Indipendenza italiana. In questo contesto si distingue nuovamente realizzando importanti imprese con la sua compagnia e viene premiato per le gesta di Palestro con la nomina a Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.

Negli anni successivi viene impiegato ad Ancora dove riceve una Medaglia d’Argento al Valore. Da lì viene comandato in meridione dove riceve la promozione a Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia per i meriti conseguiti nella Battaglia di Gaeta dove riporta anche una ferita di guerra.

Dopo tante e tali onorificenze il Regio Esercito vede in lui un uomo a cui affidare più alte responsabilità ed allora lo promuove nuovamente al grado di Maggiore inviandolo a comandare il 10mo Battaglione Bersaglieri prima ed il 24mo Battaglione Bersaglieri dopo. Con quest’ultimo prende parte alla Terza Guerra d’Indipendenza Italiana nel 1866.

Appena rientrato dalla battaglia, però, non viene lasciato a riposo e – a seguito delle rivolte di Palermo – viene inviato in Sicilia per calmare le acque. Nel capoluogo siculo il nostro Maggiore Brunetta D’Usseaux riceve la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “alla testa del proprio battaglione, con furia irresistibile, si slanciò all’attacco della barricata maggiormente difesa, la conquistò, la sorpassò e trasportato dal suo valore si condusse per l’interno della città ed al Palazzo Reale seguito da pochi ufficiali e da una cinquantina di Bersaglieri”. (Regio decreto del 31 gennaio 1867)

Nel 1873, ormai all’apice della carriera e dei successi militari umanamente raggiungibili, viene promosso Colonnello nel 1873. Con questo grado presta servizio attivo fino al 1880 quando passa in quiescenza. Nel 1893 viene promosso Maggiore Generale della Riserva e nel 1903 termina la sua carriera militare con il grado di Tenente Generale.

La sua vita terrena si conclude solo un anno più tardi nella città di Genova dove si era ritirato a vita privata.

La vita di questo grande bersagliere ci ricorda ancora una volta che i Piemontesi sono fedeli alla Bandiera, onesti cittadini e persone per bene.

Andrea Elia Rovera

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/02/2021