Monsignor Secondo Bologna
Monsignor Secondo Bologna

Martire Cuneese non ancora riconosciuto (di Andrea Elia Rovera)

Cuneo è una città piccola, umile e laboriosa ma, al contempo, patria di uomini grandi e pieni di fede. Uno di questi è senz’altro Monsignor Secondo Bologna.

Secondo Bologna nasce a San Pietro del Gallo, frazione di Cuneo, il 9 agosto del 1898. All’età di undici anni entra in seminario per frequentare le scuole medie ed il ginnasio. Nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale e Secondo viene chiamato alle armi come tutti gli italiani di sana e robusta costituzione. Viene assegnato al 2 Reggimento Alpini dove ottiene il grado di Sottotenente. Presta servizio fino al 1920 ma nel tempo di servizio riesce comunque a conseguire la maturità classica studiando con impegno nei tempi liberi dal servizio.

Nel 1920, a ventidue anni, appena congedato, rientra in Seminario per il biennio di Filosofia e il triennio di Teologia. E’ uno studente brillante ed è risoluto a diventare sacerdote; in soli quattro anni riesce a dare tutti gli esami e consegue il Baccelierato in Teologia. Il Vescovo di Cuneo lo ordina presbitero nella Cattedrale di Santa Maria del Bosco il 22 giugno 1924. Appena ordinato torna in seminario come professore al ginnasio e nel giro di un anno viene promosso vice-rettore.

Nel 1927, viste le sue grandi doti pastorali, il Vescovo invia don Secondo alla Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” con incarico di coadiutore del parroco. Nel 1932, dopo soli cinque anni, diventa parroco del “Sacro Cuore” succedendo al defunto Mons. Dalmazio Peano che fondò la Parrocchia.

Don Secondo, seppur giovane, dimostra di essere molto empatico e premuroso. Visita gli ammalati, parla volentieri con i parrocchiani, si occupa di carità, beneficienza, opere sociali, ed entra velocemente nel cuore dei parrocchiani. Mons. Giacomo Rosso, Vescovo di Cuneo, vede che questo sacerdote ha “una marcia in più” e lo nomina Canonico onorario della Cattedrale con decreto firmato il 10 dicembre 1937.

In diocesi la stima per don Secondo non proviene solo dal vescovo ma anche dagli altri canonici e dal presbiterio tutto. Le note positive su questo brillante prete cuneese giungono fino a Roma tant’è vero che Papa Pio XII lo consacra vescovo di Santa Romana Chiesa nel 1940. La sede episcopale a cui viene destinato è quella di Bojano-Campobasso ma don Secondo chiede di essere consacrato vescovo nella stessa chiesa in cui è stato parroco: “Sacro Cuore di Gesù” in Cuneo.

A Bojano-Campobasso mons. Bologna fa quello che faceva da parroco. Innanzitutto, si mette a riordinare il seminario dedicando molto tempo alla formazione dei seminaristi e all’accompagnamento dei giovani in ricerca vocazionale. Dà nuovo impulso all’Azione Cattolica e fonda numerosi gruppi di preghiera e confraternite. In soli tre anni di episcopato riesce a compiere due visite complete della diocesi. Prende atto di tutti i problemi delle parrocchie, ascolta il clero e si mette immediatamente all’opera per risolvere tutte le “magagne”.

Lui che aveva già vissuto la Prima guerra mondiale ora si trova a fare i conti con un nuovo conflitto. Dinanzi ai suoi sacerdoti spauriti e disorientati sente il bisogno di comportarsi da padre e pastore ed invia loro una lettera accorata quanto struggente: “Ognuno resti al suo posto, in mezzo ai propri fedeli, accanto alla propria chiesa, a prezzo di qualunque sacrificio. È dovere di giustizia e di carità. Le nostre popolazioni ce ne saranno grate; il nostro esempio sarà di conforto e di edificazione. Mai come ora avremo ancora occasione di mostrare il nostro spirito di abnegazione, la nostra assoluta dedizione al bene delle anime. Ricordate, e il ricordo sia per ognuno di noi altro ammonimento: il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore”.

Lui darà l’esempio non facendo altro che restare al suo posto e continuare a fare il vescovo. La sera in cui il Signore lo richiama a sé, Mons. Bologna è nella cappella del seminario con alcune suore Piccole Discepole di Gesù. Sono tutti in raccoglimento e preghiera per implorare dall’Altissimo la fine della guerra e delle atrocità. In quel momento di silenzio e profonda fede una granata sfonda la volta della cappella e colpisce a morte il Vescovo e suor Lucia Brunelli. È il 10 ottobre 1943.

La tragica notizia raggiunge la città di Cuneo attraverso “Radio Roma”. Don Giuseppe Bruno, parroco del “Sacro Cuore”, proclama il lutto parrocchiale e l’intera città prega con fiducia il “suo” vescovo martire della carità. Il corpo di Monsignor Secondo Bologna riposa nella Cattedrale della Santissima Trinità di Campobasso ai piedi dell’altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù.

La storia di questo santo vescovo cuneese meritava di essere raccontata perché quando si fa bene il bene non bisogna nasconderlo “sotto il moggio” ma farlo risplendere “come sole che sorge”.

Andrea Elia Rovera

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Articolo pubblicato il 02/02/2021