Ultimatum dall'Europa all'Italia
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy

Oggi il nostro governo dovrà presentare un piano per lo sviluppo credibile

Ancora una volta l'Europa dà un ultimatum ad un Paese membro. Così come è accaduto per Portogallo e come accade sempre più spesso per la Grecia, sembra sia toccato il momento dell'Italia.

Al di là dei sorrisi fuori luogo di Sarkozy e Merkel, come si è visto nel summit europeo di qualche giorno fa, è evidente che il nostro paese deve dimostrare di essere in grado di presentare un piano per lo sviluppo, da un lato e per il rientro del debito pubblico dall'altro, capaci di convincere i partner europei che possiamo farcela.

Benché l'asse franco-tedesco sembra avere il coltello dalla parte del manico, dal momento che Francia e Germania sono i due paesi dell'area euro più ben messi del vecchio continente, è pur vero che, come si è più volte detto in questi mesi, l'Italia è la terza economia dell'area euro e, per tanto, un'Italia che non si salvasse o che non riuscisse ad essere salvata dagli altri, molto probabilmente trascinerebbe nel baratro l'intera Europa.

Tra pochi giorni alla BCE si insedierà un nostro uomo di grande valore e riconoscimento internazionale quale è Mario Draghi.


La presenza di un personaggio di spessore e capacità come Draghi, unita alla presentazione di un piano per lo sviluppo convincente, come quello che speriamo il nostro premier presenterà oggi a Bruxelles, possono essere le due leve in grado di ridarci quella credibilità internazionale che ultimamente risulta un po' appannata, ricordando a Sarkozy e Merkel che i loro paesi, i cui istituti di credito sono pieni di titoli di stato greci, non è che poi si possano permettere di ridere di noi più di tanto, perché ogni paese avrà anche il suo timoniere, ma la barca che rischia di affondare è la stessa per tutti: l'Unione Europea.


Marco Pinzuti

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Articolo pubblicato il 26/10/2011