“TU SI, TU NO, SENZA DPI NON CI STO”

I lavoratori dell’ASL TO3:”siamo stanchi!”

La seconda ondata della pandemia imperversa anche in Piemonte, tra scelte governative errate e direzioni burocratiche delle ASL che non sono in grado di dirigere strutture complesse ed adottare interventi adeguati a fronteggiare  una situazione che ogni giorno assume connotati sempre più drammatici . Continuano a lavorare in condizioni stressanti, a causa  di carenze organizzative, medici ed infermieri ed i segnali di stanchezza, da individuali, si stanno estendendo alla totalità del personale.

In proposito, è stato indetto un FLASH MOB che si terrà nella giornata di oggi, venerdì 30 ottobre, alle ore 10.00 nel parcheggio antistante all’ospedale di Rivoli e alle 13.30 davanti all’ospedale di Pinerolo, con il quale i lavoratori dell’ASL TO3 esterneranno all’opinione pubblica la loro stanchezza e il loro disagio nella speranza, ormai sempre più remota, di ricevere un segnale forte e chiaro da parte della Direzione Aziendale e della Regione e non una semplice “pacca sulla spalla” o un banale proclama estemporaneo.

Cosa richiedono i lavoratori?  Migliori condizioni di lavoro, più salute e sicurezza per sé stessi e per i pazienti. Le RSU Cgil – Cisl – Uil – Nursing Up che hanno organizzato la mobilitazione, denunciano “ i ritardi nella predisposizione delle misure anti-covid, dei percorsi sporco-pulito, l’assenza di un protocollo sulla sicurezza condiviso con le OO.SS. e le politiche fallimentari sull’acquisizione di personale”. I professionisti della sanità, constatano le OOSS, continuano a lavorare ininterrottamente in condizioni disastrose, senza che le autorità preposte si occupino seriamente della sicurezza vista a 360°”.

Secondo quanto precisato dalle OOSS, “Viene meno il precetto dell’art. 2087 del Codice Civile e il Dlgs 81/2008 che prescrivono l’obbligo della massima sicurezza tecnologicamente fattibile per tutti i lavoratori, a carico del datore di lavoro. Mancano tute di protezione totale, mancano guanti, manca il personale e per ultimo manca persino l’alcool per la sanificazione degli strumenti e degli arredi. Si continua a lavorare in una situazione di grandissima difficoltà e incertezza che viene acuita quando ci si sente rispondere che la sorveglianza sanitaria non verrà più garantita. Ci chiediamo se tutto ciò sia costituzionalmente ammissibile.” Situazione inverosimile se la compariamo con le dichiarazioni rassicuranti di questi mesi, pronunciate dall’assessore alla Sanità. Ce lo descrive la nota diffusa dai sindacati:

“La Regione prescrive nuovi obblighi in tema di sorveglianza sanitaria, prevedendo il controllo a scadenze di 15, 25 e 40 giorni: le aziende stanno sospendendo tale prescrizione nei fatti. Chiediamo di evitare di fare discriminazioni tra lavoratori e di sottoporre a tampone tutto il personale sanitario, incluso personale con contratti atipici, interinali ed equiparati”. “Riteniamo, proseguono i sindacati, ugualmente rilevante estendere tale procedura anche alle RSA e a tutte le strutture sanitarie che operano sul territorio”

Purtroppo sta emergendo le conseguenze dello sciacallaggio operato contro il sistema sanitario e la salute dei cittadini, dal decreto Balduzzi sino alle azioni scellerate messe in campo dall’ex assessore Saitta. Scelte importanti sul personale dovevano essere fatte negli anni scorsi, sia a livello aziendale, che regionale e nazionale. Paghiamo un’assurda gestione della Cosa pubblica che oggi si riversa in tutto il SSN. “Assumere personale è importante, concludono i sindacati, siamo con l’acqua alla gola e il nostro pensiero va a tutti i lavoratori che stanno continuando a prestare la loro grande opera, e a tutti i cittadini che inevitabilmente hanno diritto oggi più che mai ad una Sanità sicura, efficiente ed efficace”.

Fino a quanto potrà reggere questa situazione se anche cedono le prime linee di intervento? Con quali criteri i vertici della Sanità regionale selezionano i burocrati delle ASL? Il “Change management “ non deve solamente  costituire l’arma vincete delle migliori aziende  private. La salute dei cittadini deve essere tutelata ad ogni costo, anche espellendo, dalle direzioni delle ASL, gli incapaci conclamati.

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Articolo pubblicato il 30/10/2020