Torino - E’ mancato Luigi Arisio, il nostro Lech Walesa

Guidò la “Marcia dei 40mila” nel 1980, ha fondato il Coordinamento Capi Fiat ed è stato deputato

A pochi giorni dal 14 ottobre, quando sarebbe stato ancor una volta in prima fila nel ricordo dei quarant’anni trascorsi dalla Marcia dei 40 mila, ieri si è spento all’età di 94 anni, Luigi Arisio.

E’ passato alla storia quale artefice nell'ottobre del 1980 della marcia dei Quarantamila, quando capi e impiegati Fiat, con larghi strati di cittadini torinesi, marciarono pacificamente per le vie di Torino contro i picchetti che da settimane  stavano bloccando gli accessi in fabbrica per protesta contro i licenziamenti collettivi e la cassa integrazione, annunciati a settembre dall'allora amministratore Delegato del Gruppo Cesare Romiti.

 

Figlio di un operaio specializzato piemontese e di una casalinga frequentò prima la scuola allievi della Lancia poi passò in Fiat dove sul finire degli anni 70 arrivò a ricoprire il ruolo di capo reparto delle sellerie.

Gli aspetti poco riportati di  questo personaggio che avendolo conosciuto da vicino senza ombra di dubbio, ci sentiamo di definire un “Grande”, furono il coraggio e la coerenza. Il coraggio perché, avendo fondato nel 1974 il coordinamento dei capi e quadri Fiat (Aqcf) si rese interprete del pericolo rappresentato dalla tracotanza sindacale  nelle fabbriche, quale preludio di ben altre violenze consumate anche all’esterno dell’ambiente di lavoro.

 

Con gli scioperi improvvisati e ripetuti, chi voleva lavorare, capi intermedi, operai o impiegati veniva minacciato. Al sabotaggio agli impianti seguiva sovente quello alle persone ed alle loro abitazioni. Questa situazione strisciante conobbe il culmine nei 35 giorni di sciopero negli stabilimenti del gruppo Fiat, tra il settembre e l’ottobre del 1980. E lui, raccolse e rilanciò il sentire dei suoi colleghi che intendevano lavorare, contro le aggressioni ed i soprusi subiti dai lavoratori che volevano rientrare al lavoro, durante una delle più dure lotte sindacali della storia d'Italia.

 

Così fu l’elemento propulsore nell’ organizzazione della marcia dei 40 mila. Non ebbe timore di sfidare l’eventuale insuccesso ed il conseguente scherno in caso di fallimento. L’intellighenzia della sinistra, a corteo già in marcia, lo definì fascista e nel contempo ritenne i terroristi, “compagni che sbagliano” Questo era il clima che si viveva in quegli anni a Torino e nei principali centri industriali. Quando il corteo che per le vie della città raccolse anche la solidarietà dei commercianti stufi di avere le vetrine sfasciate dai facinorosi, giunse al Teatro Nuovo già gremito, Arisio affrontò, senza reticenze il vice sindaco socialista Enzo Biffi Gentile, poi protagonista di uno scandalo di tangenti, presente  in sostituzione del pavido sindaco Diego Novelli.

 

Il sindaco di Torino, dopo aver sostenuto con i mezzi dell’azienda tranviaria  municipale i bivacchi di persone estranee alla fabbrica, posizionati davanti a Mirafiori, per impedire con violenza, l’accesso a chi intendeva lavorare, non ebbe il coraggio di presentarsi al convegno del Teatro Nuovo. L’esito della vicenda è ormai noto. La capitazione dei sindacato e la svolta delle reazioni industriali. Nasceva in Italia la maggioranza silenziosa.

 

La tappa successiva della vita di Arisio, dimostrò la sua coerenza. Eletto nel 1983 deputato e designato quale segretario della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale di Montecitorio, l’On Arisio si batté per il miglioramento della legislazione del Lavoro.

 

Tornava a Torino nel fine settimana per mantenere i contatti con la sua gente e per documentarsi, tramite un autorevole ufficio studi, sulle conquiste dei diritti dei lavoratori, nelle legislazioni europee. La conquista di cui è sempre andato fiero, è stata la modifica dell’articolo2095 del codice civile, con il riconoscimento giuridico dei quadri intermedi. Negli anni successivi, terminato il mandato parlamentare. con scritti, presenze e testimonianze difese il diritto di chi intendeva lavorare, oltre al riconoscimento del ruolo dei suoi Capi e Quadri nella gerarchia aziendale. Quadri aziendali che anche  in questo momento finale lo stanno ricordando e rimpiangendo.

 

Ci associamo al lutto ed al  ricordo, affinché di quel che ha rappresentato e svolto Luigi Arisio, sia serbata memoria.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 30/09/2020