Giampiero Leo e Roberto Placido concordi sull'Anagrafe degli eletti
Palazzo Lascaris sede del Consiglio regionale del Piemonte

"E' un'idea utile - afferma Leo - per sconfiggere i pregiudizi sui benefici della casta

Condivido totalmente e convintamente la proposta del consigliere regionale Placido: la trovo  utile e preziosa per la ricostruzione di un clima di moralità perché la questione della crisi di valori etici non riguarda ormai solo più una categoria ma un intero paese”.

 

Questo il commento del Consigliere regionale del Popolo della Libertà Giampiero Leo alla proposta dell’esponente del Partito Democratico di costituire l’anagrafe degli eletti.

 

“È giusto – spiega Leo - che vi sia la più completa trasparenza per chi ricopre incarichi pubblici (anche se un po’ di trasparenza non farebbe male anche negli altri settori): sapere quanto un consigliere lavora, quanto si impegna e quanto produce potrebbe e dovrebbe essere un criterio importante per consentire ai cittadini di scegliere correttamente”.

 

“Anche sul fronte patrimoniale – prosegue l’esponente del Pdl - sono d’accordo. In linea con quanto già sostenuto dal Sindaco Fassino, sono convinto che nessuno possa diventare ricco con gli emolumenti che derivano dagli incarichi istituzionali: se qualche politico può vantare due o tre case, automobili di lusso, barche o quant’altro, e ciò non deriva da guadagni extra politici, si può legittimamente pensare che qualche conto non torni”.

 

“Per non fare i conti in tasca agli altri e parlare di me stesso – precisa il Consigliere azzurro - posso tranquillamente affermare e dimostrare che il mio introito netto  mensile di Consigliere regionale, dedotte le spese obbligatorie per l’attività politica quali i contributi al partito, spese di segreteria e accantonamento per la campagna elettorale, non supera i 3500 euro, cifra sicuramente superiore a quella di un normale impiegato ma molto inferiore a quella che io e molti miei colleghi percepiremmo se avessimo scelto un’altra attività al posto di quella politica. Io sono laureato con lode in Giurisprudenza, ho 36 anni di anzianità e se anziché entrare in politica avessi proseguito una carriera dirigenziale o nella magistratura dedicandovi lo stesso impegno lavorativo, il  mio netto sarebbe almeno dalle due alle tre volte superiore”.

 

“Un’anagrafe patrimoniale – conclude Leo - farebbe sicuramente giustizia su molti demagogici luoghi comuni che spesso vengono attribuiti alla ‘casta’ dei politici”.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 10/10/2011