Torino - In sciopero la Sanità privata per chiedere il rinnovo del contratto, dopo 14 anni di dinieghi.

Oltre 600 lavoratori hanno protestato davanti alla Prefettura. Raggiunto in serata l’accordo (forse risolutore) con l’assessore regionale Luigi Genesio Icardi

In questo Paese d’avanspettacolo è anche capitato, tra l’indifferenza quasi generale che una categoria rilevante per le sue peculiarità e caratteristiche, quella della Sanità privata, rimanga ben 14 anni senza il rinnovo del contratto di lavoro. Ieri, in concomitanza con la dichiarazione dello sciopero nazionale, migliaia di lavoratori si sono ritrovati nelle piazze di tutti i capoluoghi di regione a manifestare il loro dissenso. Il comparto sanitario privato raggruppa in  Italia oltre 100000 lavoratori

Per quanto concerne il Piemonte, più di seicento lavoratori della Sanità privata  in rappresentanza del 7000 impegnati nella nostra regione, hanno partecipato al presidio in piazza Castello, davanti alla Prefettura. Sono arrivate delegazioni da tutte le province piemontesi per chiedere a gran voce, il rinnovo del contratto scaduto da quattordici anni. C’è sfiducia tra i lavoratori, perché da quel che emerge dai loro discorsi, le responsabilità di questa lunga e sconcertante vertenza, sono distribuite e non solamente della parte datoriale.

Lo attestano anche le delegate sindacali Giusy Lamartina dell’UGL e Sara Privitera della CGIL.

Il presidio è stato organizzato da Cgil Cisl e Uil della Funzione Pubblica. I lavoratori gridano “Vergogna, vergogna, Padroni predoni con i soldi pubblici”.

C’è il diffuso timore che, in concomitanza con i prossimi concorsi regionali, si dia corso al fuggi fuggi degli infermieri più giovani verso la Sanità pubblica, mentre in chi rimane nel privato, subentri la disaffezione al lavoro. C’è inoltre da tenere  presente che il personale infermieristico e sanitario delle strutture private non è stato beneficiato in alcun modo dei miglioramenti retributivi e normativi disposti dalla Regione Piemonte a favore degli operatori sanitari della Sanità pubblica in seguito alla pandemia Covir-19.

Alcuni dei presenti lamentano pure il ritardo con il quale hanno ricevuto in dotazione i mezzi protettivi, rischiando la vita. L’altra lagnanza degli infermieri, riguarda la risibile somma, concordata tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali, a tacitazione dei 14 anni di assenza contrattuale, ruotante su 1000 euro lordi, da corrispondere in due tranches, oltretutto neppur corrisposte. Cifra giudicata offensiva da molti dei convenuti in piazza Castello.

In concomitanza con la rivendicazione contrattuale, una delegazione di lavoratori dell’ex Gradenigo ha lamentato che con il passaggio all’Humanitas, favorito dall’assessore Saitta e dal Presidente Chiamparino,  dopo il fallimento della gestione religiosa , i dipendenti abbiano subito riduzioni retributive e normative di non poco conto. In un momento di sconvolgimenti all’interno dell’offerta sanitaria pubblica, con i malati in aumento e le cure che latitano per gravi patologie, chi ha interesse a demolire supporti essenziali a tutela della salute e dell’erogazione delle cure?

Una delegazione di sindacalisti è stata poi ricevuta da un funzionario di Prefettura. “Siamo in piazza con i lavoratori della sanità privata di Torino e del Piemonte per rivendicare il diritto al contratto che è scaduto ormai da quattordici anni. Questo contratto è stato oggetto di una preintesa sottoscritta il 10 giugno, ma ancora disattesa dai datori di lavoro. Siamo qui per rivendicare il diritto di 7.000 lavoratori piemontesi a un giusto aumento contrattuale", spiegano Massimiliano Mendolia, responsabile regionale sanità privata Fp Cisl, Massimo Esposito della Fp Cgil e Antonio Pilla della Uil Fpl.

La partita è complicata in quanto, dopo i molti anni persi in confronti logoranti tra le parti,  con l’ARIS, l’associazione che raggruppa le strutture religiose, contraria agli adeguamenti retributivi, altri elementi ostativi hanno rallentato l’accordo. Le rappresentanze dell’Aiop, altra sigla datoriale, nell’ultimo anno, hanno richiesto l’intervento pubblico per coprire il 50% del costo del rinnovo, seppur con alcuni significativi distinguo, come quello espresso da Giancarlo Perla, presidente dell’Aiop Piemontese.

Nel pomeriggio di ieri, la delegazione sindacale è stata ricevuta all’assessorato regionale alla presenza dell’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, anche in veste di presidente della conferenza degli assessori regionali della Sanità. A conclusione dell’Incontro con l’Assessore Icardi, nella serata di ieri è stata siglata l’intesa tra la Regione e le Organizzazioni sindacali del Comparto della Sanità privata sul processo per la definizione delle tariffe per le prestazioni erogate dai gestori delle strutture sanitarie private che applicano il contratto nazionale di lavoro.

Le parti hanno convenuto che qualsivoglia adeguamento tariffario e di budget verrà esclusivamente riconosciuto dalla Regione Piemonte ai gestori delle strutture sanitarie che applicano il CCNL sanità privata sottoscritto da FP CGIL, CISL FP e UIL laddove le stesse abbiano provveduto alla piena applicazione al nuovo CCNL sanità privata come previsto dalla pre-intesa del 10 giugno 2020.

Al momento un punto fermo, per i lavoratori che operano in Piemonte è stato raggiunto. Stante le argomentazioni emerse in mattinata nel sit in di piazza Castello, c’è da capire se i lavoratori accetteranno con favore l’esito dell’intese, in modo particolare per quanto riguarda gli adeguamenti retributivi. A quanto si apprende in serata, per una questione di omogeneità nazionale, resterà ancor aperto il tavolo ministeriale ed un incontro pare sia già fissato a Roma per oggi.

Se in Italia c’è ancora un ministro della Sanità che non trascorra il tempo a perseguire le scelte di civiltà compiute dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio a tutela della salute degli studenti, faccia sentire l’autorevolezza del suo ruolo per definire totalmente questa annosa vertenza. Altrimenti tolga il disturbo!

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Articolo pubblicato il 17/09/2020