Intervista a Franco Trad, Presidente dell'Associazione Cortile del Maglio
L'Architetto Franco Trad, Presidente dell'Associazione Cortile del Maglio

La struttura è polo d'attrazione dalla funzione sociale ed aggregativa

Il Cortile del Maglio è senza ombra di dubbio un polo artistico, culturale e commerciale per eccellenza della Settima Circoscrizione Cittadina come ubicazione ed anche, possiamo affermare con cognizione di causa, di tutta la Città. Luogo di ritrovo di alta cultura multietnica e di integrazione, ideale per il dialogo ed il confronto, vive i problemi di un quartiere che sta attraversando un momento socialmente difficile che, in un certo senso, ne danneggia l'immagine e la funzionalità.

Ed è proprio questo il tema dell'intervista a Franco Trad, Presidente dell'Associazione Cortile del Maglio, al quale abbiamo chiesto da che cosa dipende questo stato di generale incertezza:

"Sicuramente - ha esordito - il momento e la situazione economica che stiamo vivendo hanno il loro peso a livello sociale; ma esiste anche la crisi del posto che non è riuscito ad avere una sua identità ben precisa che consenta di guardare la Città dall'alto, cioè da una posizione più dignitosa".

Una posizione strategica dal punto di vista culturale e commerciale che tuttavia non gode della stessa visibilità durante l'arco dell'anno come accade in occasione delle festività natalizie:

"Questa bellissima struttura, come dicono i turisti che vi passano, finiti i giorni delle ricorrenze di fine anno ed il mercatini che durano tre settimane ritorna ad una normalità che non rispecchia l'idea del bando comunale che aveva spinto molti ad investire tutti i loro risparmi. Tra l'idea iniziale e la situazione attuale c'è un forte abisso che va a danneggiare l'immagine del Cortile del Maglio e gli operatori che non sanno come venirne fuori".

Una delle lacune del Cortile del Maglio, ha precisato Trad, sta nel mix di attività che ritiene sbagliato; l'elemento centrale all'inizio era imperniato sull'artigianato ma si è puntato sull'antiquariato che non ha dato i risultati sperati:

"Se invece avessero proposto l'artigianato d'eccellenza del cibo etnico internazionale con piccole botteghe qualificate oggi avremmo l'ombelico del mondo, un polo che sarebbe nato per controbilanciare quello della cucina italiana ma non per fare concorrenza bensì per una nuova proposta alternativa. Piccole botteghe con tutte le cucine del mondo sarebbe stato veramente un'attrazione durante tutto l'arco dell'anno che avrebbe ottenuto un riscontro assai ampio anche al di fuori della città; oltre tutto il Comune non avrebbe avuto alcun onere economico ma soltanto il riconoscimento per un'idea innovativa che avrebbe portato indiscutibili vantaggi a tutti".

Affermazioni lontane da ogni polemica che tuttavia sono la presa d'atto che è andata com'è andata con una situazione che si può tuttavia recuperare:

"Ora i tagli determinati dalla situazione economica generale hanno fermato l'idea di lancio che il Comune aveva progettato; comunque a noi è dispiaciuto vedere emigrare altrove le nostre iniziative carine come il Jazz Manouche. Di conseguenza si è creato quello spazio vuoto che si presta ad occupazioni che altri non vogliono; in aggiunta al sabato è nato, con tanto di autorizzazione, il mercato degli operatori non professionali, quello del libero scambio per intenderci che di fatto ha danneggiato quello professionale".

Sta di fatto che gli operatori commerciali stanno via via riducendosi per effetto di una crescita esponenziale dell'altro mercato che esercita una pressione sempre più alta ed una densità che non lascia il passo nemmeno ai mezzi di soccorso e di emerganza. Nello stesso tempo questa continua crescita proccupa gli operatori del Cortile del Maglio:

"Temiamo che venga in un prossimo futuro scelto come prossima location per espandere quel tipo di mercato. Ma quella non è la vocazione del Cortile del Maglio: molti, se all'atto del bando, avessero saputo di una possibilità del genere probabilmente non vi avrebbero nemmeno partecipato. Ciò, anche se per ora ipotetico, non è corretto anche perchè l'Assessore competente non ci ha dato la garanzia che un domani questo mercato parallelo, visto che il tema è la povertà, ottenga il permesso per altre giornate".

Ma c'è anche un altro aspetto e cioè quello del decentramento degli equilibri: Trad ha aggiunto di non capire come mai questo punto della città debba accollarsi il peso sociale di tutta Torino:

"Visto che c'è la possibilità di creare altre aree di libero scambio, ed il comune lo ha previsto, non è giusto che tutto graviti qui con il pericolo di un qualsivoglia conflitto. Io vedo di buon occhio un ridimensionamento perchè se si va avanti così il numero delle presenze diventerà incontrollabile e nessuno potrà più avvicinarsi per far rispettare le regole, ammesso che ce ne siano ancora".

Un effetto massa che potrebbe rivelarsi esplosivo e quindi dannoso; distribuendolo invece sul territorio anche le Associazioni che lo controllano avrebbero un compito meno difficile:

"Così questo luogo della città non rischierebbe di essere identificato con quel tipo di commercio e subirne un danno incalcolabile. Ho persino sentito parlare di class action fra alcuni commercianti che intendono così tutelare i propri interessi perchè non erano questi gli accordi stabiliti con il Comune. Ma io sono per il dialogo e sono cosciente che l'Amministrazione comunale vuole dialogare; noi crediamo in ciò ed il nuovo Direttivo dell'Associazione sta elaborando un progetto articolato in diverse proposte per diversi settori che vanno dal commercio tematico ad un nostro mercato esclusivo che comprende momenti artistici e culturali".

Ma anche di forte animazione sì da sollecitare l'attenzione di chi passa per il Borgo e li faccia confluire nel Cortile:

"Contemporaneamente si potrebbe creare un mercato espositivo degli operatori dell'ingegno come pure dei creatori designer: un "pacchetto" sempre  legato all'arte ma con il suo risvolto commerciale. Il tutto in maniera sinergica ed armonica senza creare probemi settoriali di alcun tipo. Una sfida, certo, ma io credo che il rilancio del Borgo debba partire dal Cortile del Maglio con un progetto che parte dal Pafuksas e termina qui o viceversa passando per un mercato che non è quello che oggi si sta proponendo ai cittadini". 

Trad ha altresì espresso la convinzione che tutto ciò si possa fare e l'interessamento del Sindaco Piero Fassino che visitò ancor prima di essere eletto e poi tornò altre volte potrebbe essere la dimostrazione che la Città tiene Il Cortile del Maglio in grande considerazione il che potrebbe determinare un tavolo con i diversi operatori per una concertazione costruttiva:

"Confidiamo anche nelle capacità del giovane Presidente Amministratore della Circoscrizione Emanuele Durante che sentiamo molto vicino ai nostri progetti. Desidero precisare che siamo coscienti del momento per cui i nostri progetti non graverebbero sulle casse comunali: noi desideriamo soltanto attenzione e comunione di intenti per trovare le strade giuste. Sarà un sogno, ma io intendo relazionarmi con Enti come il Teatro Regio, Conservatorio, Auditorium ed altri per poter creare un calendario di eventi durante l'arco dell'anno come avviene in ogni parte del mondo".

Trad ha poi voluto sottolineare come possa essere determinante l'intervento del primo cittadino:

"Il Sindaco può darci una mano a spostare il baricentro del Borgo qui al Cortile del Maglio: io so che le Istituzioni sono sensibili a ciò per cui vogliamo che cessi ogni forma di conflittualità e si giunga a dare la giusta luce a tutti. L'unica politica che ci interessa è quella del rilancio del Borgo e del Cortile del Maglio: questo è il messaggio che desidero lanciare. Il bello della nostra Associazione sono gli aspetti culturali e commerciali in sinergia fra loro; non c'è,infatti, shopping senza cultura, senza arte e viceversa. Il nostro turismo si associa e non abbiamo mai guardato con un solo occhio; questo è uno spazio pubblico e come tale dev'essere per tutta la città e mai per una sola categoria con conseguente possibile danno di immagine e quant'altro".

Trad ha poi voluto ricordare i contati con l'Assessorato:

"Abbiamo detto che siamo coscienti che qui non ci sarà il Paradiso, ma chiediamo che non ci sia nemmeno l'opposto. Quindi lavoreremo insieme per nuove proposte e miglioramento di quelle in corso; Torino ha le capacità di proporre sempre qualcosa di nuovo, quindi è una sfida per la nostra intelligenza. Sono convinto che unendo le forze nel giro di uno o due anni il Cortile del Maglio può anche cambiare volto dando il contributo determinante al rilancio del Borgo. Solidarietà nell'equità: questo è il nostro filo conduttore".     

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Articolo pubblicato il 07/10/2011