Stradario torinese: piazza Desiderato Chiaves

In Vanchiglietta, ricorda un politico risorgimentale, poeta, giornalista e commediografo

Piazza Chiaves, in Vanchiglietta, non ricorda la frazione del comune di Monastero di Lanzo, in provincia di Torino, ma Desiderato Chiaves, un personaggio minore del periodo risorgimentale.

Nato a Torino, il 2 ottobre 1825, Desiderato Chiaves, laureato in giurisprudenza, entra assai giovane nella vita politica: è Deputato e viene nominato Senatore del Regno nel 1890. È molto legato a Torino, dove entra nel Consiglio Comunale nel 1852, per rimanervi per circa un trentennio.

Dopo le «giornate di sangue» del 21 e 22 settembre 1864, conseguenti alle proteste per il trasferimento della Capitale a Firenze, il Municipio lo incarica di stendere la protesta in difesa dell’onore della Città.

Quando, nel 1865, Giovanni Lanza, Ministro dell’Interno, si dimette e l’interinato di Giuseppe Natoli rischia di far perdere al Governo l’appoggio della «Permanente», l’associazione politica che aggrega i Deputati piemontesi, costituita nella Camera dei deputati da Gustavo Ponza di San Martino.

La Marmora, Presidente del Consiglio, chiama Chiaves al Ministero dell’Interno: iniziativa accorta perché Chiaves come piemontese gode le simpatie degli appartenenti alla «Permanente» senza esservi poi troppo legato.

Chiaves è Ministro dell’Interno del Regno d’Italia dal 14 dicembre 1865 al 23 dicembre 1865, nel primo Governo La Marmora, e dal 31 dicembre 1865 al 20 giugno 1866, nel secondo Governo La Marmora.

Come Ministro dell’Interno, Chiaves si preoccupa per la presenza in Italia di Giuseppe Mazzini. Quando poi Mazzini, il 25 febbraio 1866, viene eletto dal 1° Collegio elettorale di Messina, Chiaves sostiene l’annullamento dell’elezione in quanto la sua condanna a morte non era stata amnistiata.

Chiaves tenta di abolire le sottoprefetture: convinto di trovarvi una minore opposizione, presenta questo suo progetto in primo esame al Senato, dove il 3 marzo 1866, viene approvato, anche se con discussioni e polemiche. Il progetto, però, non è posto in discussione alla Camera e decade con la chiusura della sessione.

Personalità poliedrica, Chiaves è studioso di Diritto e anche poeta, giornalista e commediografo.

Nel 1843 pubblica, a Torino, «Il giudice di fatto», guida teorico-pratica per esercitare l'ufficio del giurato, positivamente giudicata.

Nel 1852, esce il volume «Sul giurì in materia di reati di stampa».

Chiaves collabora al periodico «Letture di famiglia» e, con lo pseudonimo di Fra’ Galdino, pubblica poesie satiriche sul giornale umoristico torinese «Il Fischietto».

È anche autore di fortunate commedie, poi raccolte nel volume «Ricreazioni di un filodrammatico» (Torino, 1876).

I suoi ultimi scritti sono il saggio politico «Il Re» (Torino, 1881) ed il discorso commemorativo «La battaglia della Cernaia e Alfonso Lamarmora» (Torino, 1889).

Chiaves sposa Dina, sorella di Edoardo e Davide Calandra, ed è padre di quattro figli, Claudia, Carlo, Edoardo e Malvina.

Desiderato Chiaves muore a Torino, il 29 giugno 1895, nella sua casa di via Assietta 24. “La Stampa” gli dedica una ampia e partecipe commemorazione. Dopo l’imponente funerale celebrato il 1° luglio 1895 nella Chiesa degli Angeli Custodi di via Avogadro, viene sepolto a Monale (Asti), comune dove il Nostro è stato più volte Sindaco e dove si trova la tomba di famiglia. Nel centenario della morte, l’8 ottobre 1995, Chiaves viene ricordato a Monale con una conferenza del professor Narciso Nada e con un concerto. Al tempo, a Monale vivono i discendenti di Chiaves e una via porta il suo nome.

Fonte delle immagini: Wikipedia, Google Maps e astigov.it (per Monale).

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Articolo pubblicato il 02/09/2020