Lo scontro governo-regioni su trasporti e obbligo mascherine
Elena Chiorino

Elena Chiorino .”totale inadeguatezza e la mancanza di rispetto verso studenti, personale scolastico e famiglie”

Facciamo finta di credere che il mefitico Giuseppe Conte non cerchi ogni appiglio per rimandare l’apertura delle scuole e lo svolgimento della giornata elettorale del 20 settembre. Con tali premesse si è svolto ieri il confronto e poi scontro Governo –Regioni sulle misure da adottare per l’apertura delle scuole e la definizione delle modalità di organizzazioni dei trasporti pubblici locali. E’ è stato subito scontro. Il Governo dei falliti si è manifestato nella sua interezza.

 

Così, sul  nodo dei trasporti e sulla riapertura delle scuole, dovremo assistere a un secondo tempo, mentre il calendario incalza.

 

In  particolare l'esecutivo spinge per una capienza al 50% dei mezzi, ritenuta giustamente inapplicabile dalle regioni. L’esperienza di questi mesi dovrebbe insegnare qualcosa. Stallo anche per quanto riguarda l'obbligo delle mascherine, contestato dagli amministratori locali. Venerdì, si dice che dovrebbero arrivare i banchi monoposto, con le 70 mila assunzioni tra insegnanti e personale non docente. Autentico sperpero di denaro. Il Governo di incapaci e pelosetti avrebbe dovuto affidare ai presidi l’ottimizzazione delle norme a tutela dei ragazzi, sotto il controllo dei provveditori, invece di accentrare il tutto nelle mani di un’Azzolina da strapazzo. Ogni sera i programmi televisivi attestano l’ingegno dei presidi, senza direttive ministeriali, ma pronti a trovare soluzioni fai da te.

 

Le Regioni ovviamente avvertono le responsabilità che incombono. "Oggi abbiamo ribadito al Governo alcune priorità che vanno risolte con immediatezza in vista dell’imminente riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre", ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. "Il primo tema è quello dell’organico aggiuntivo. Servono certezze sui tempi entro cui sarà ripartita la seconda tranche di personale (prevista nel decreto 'agosto'). C’è poi – ha proseguito il governatore dell'Emilia Romagna - la questione dei banchi: vanno definiti contingenti certi e la quantificazione di ciò che verrà consegnato in ogni regione. Ma il tema che desta più preoccupazione, per Bonaccini, è quello dei trasporti: ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico. Abbiamo sollecitato l’esecutivo ad una comune assunzione di responsabilità per una decisione condivisa che consenta – rispettando il più possibile condizioni di sicurezza – la completa funzionalità dei mezzi pubblici.  Sono temi centrali per la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche rispetto ai quali – ha aggiunto Bonaccini - chiediamo un impegno forte del Governo, stante l’attuale situazione di straordinarietà".

E’ un fiume in piena Elena Chiorino, assessore all’Istruzione della Regione Piemonte, che come i suoi colleghi, sente  il peso dell’inderogabilità delle decisioni.

“Doveva essere la riunione decisiva, quella in cui il governo avrebbe dovuto comunicare alle Regioni tutte le direttive ufficiali per la riapertura delle scuole, prevista per il 14 settembre. E invece, anche questa volta, dall’Esecutivo non sono arrivate risposte, ma soltanto altri dubbi e rimandi. E il tempo stringe sempre di più”.

 

Il fatto che più inquieta e che, dalle parti di Palazzo Chigi, pare che davvero regni ancora la confusione più totale. A partire dal riparto dei docenti e del personale, passando per i banchi - diventati ormai il tormentone di questa estate - fino alle criticità del trasporto scolastico.


Tema sul quale l’assessore regionale all’istruzione ha sottolineato che ” si è giunti al paradosso, proponendo non soluzioni efficaci, ma a una proposta dal sapore di «mossa della disperazione”, avanzata dal ministro dei Trasporti: abbiamo il problema di garantire il distanziamento sugli scuolabus? Semplice, aggiriamolo estendendo agli studenti la definizione di «congiunti» e così tiriamo una riga sull’inconveniente”.

Una riga, ma con la matita blu, la vorrebbe marcare l’assessore regionale all’Istruzione, che attacca duramente l’atteggiamento del governo e chiede risposte immediate.

 

L’esponente della giunta regionale del Piemonte reputa infatti quella del governo una politica che, oltre a confermare la più totale inadeguatezza e approssimazione, rappresenta una mancanza di rispetto verso tutti: dalle istituzioni agli studenti, dalle famiglie a tutto il personale scolastico, fino ai sindaci, in prima linea per provare a mettere una pezza alle lacune romane. Per l’assessore regionale all’Istruzione sono ormai trascorsi troppi mesi per poter giustificare una tale mancanza di progettualità, considerando che la scuola dovrebbe essere al primo posto dell’agenda del governo rappresentando il futuro dei nostri figli e, di conseguenza, della nostra Nazione.


E invece si continua a brancolare nel buio, con linee guida confuse e non praticabili come quelle relative alle misure in caso di contagi sospetti - troppo macchinose e che rischiano di inchiodare l’intero sistema - e come l’assenza di soluzioni definitive per il personale. L’assessore regionale del Piemonte chiede a gran voce” soluzioni per le mamme e i papà che lavorano e che hanno drammaticamente bisogno di certezze, per la gestione dei pre e dei post scuola e per il trasporto scolastico, che deve essere organizzato in modo da tutelare anche le famiglie più numerose che hanno figli che frequenteranno corsi con orari differenti fra loro”.


L’assessore conclude auspicando che il governo la smetta di ascoltare tutti, tranne le Regioni, che si attivi con immediatezza per individuare, una volta per tutte, soluzioni efficaci per garantire, il prossimo 14 settembre, un inizio di anno scolastico ordinato, sicuro ed evitando di penalizzare, in particolare modo, oltre a tutti i soggetti coinvolti, i nostri figli, che sono stati già privati troppo a lungo di un’adeguata modalità di istruzione e che rappresentano il futuro della nostra Italia.

 

Alla concretezza ribadita dalle Regioni, segue il consueto fumo da parte del governo. Per nulla turbati dalla loro incertezza i tre ministri Boccia, Speranza e De Micheli sostengono che “L’obiettivo dev’essere ottenere un documento condiviso da applicare su tutti dalla Valle D’Aosta alla Sicilia. Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciare nella massima sicurezza. Per questo motivo il coordinamento con Regioni e enti locali sarà un coordinamento convocato in maniera permanente fino all'avvio dell'anno scolastico per intervenire in tempo reale se dovesse presentarsi qualsiasi necessità".

 

Poiché  l’argomento del giorno ed il confronto verte sulle misure da adottare che, salvato il principio della prevenzione, interessano realtà diversissime, non dovrebbero essere definito dall’alto. Se i nostri ministri non fossero così ignoranti e caparbi capirebbero che le misure che la Regione Valle d’Aosta deve mettere in campo, non sono paragonabili con quelle di altre regioni densamente popolate con studenti concentrati in grandi inseddiamenti urbani e che di conseguenza frequentano istituti scolastici dotati di molte aule. Ma forse scendere sul terreno concreto e dare supporto ai presidenti delle regioni che ogni giorno debbono  affrontare e risolvere problemi reali non s’addice a questi  pallonari che mettono il sedere a Palazzo Chigi non si sa per quale grazia divina.

Fin che dura! Hannibal ad portas!

 

 

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Articolo pubblicato il 27/08/2020