Conte ed i dossier rinviati

Il governo dovrà affrontare un mese di settembre che si preannuncia incandescente.

E’ stato comodo per Conte tranquillizzare la sua rissosa maggioranza, rinviando al dopo estate i casi maggiormente problematici per evitare ulteriori attriti, mente  il Paese aspettava.

 

Ma tra pochi giorni, arriverà inevitabilmente la resa dei conti, con il quadro politico  nuovamente incandescente per le scadenze elettorali e la pandemia in ripresa.

 

Si dovrà decidere sul Mes e sulla modifica dei decreti Sicurezza. Negli ultimi mesi il Governo giallorosso, anche alla luce di un momento storico e politico particolarmente delicato, ha optato per la strategia dei rinvii almeno per quanto riguarda alcuni dossier particolarmente scivolosi. Dossier che andranno affrontati e risolti quanto prima, quando le luci dei riflettori resteranno comunque puntati sul piano di rilancio nazionale e sui soldi del Recovery fund. Sempre con lo spettro del Mes alle spalle.
 

In effetti proprio il Mes rappresenta il primo problema irrisolto e rinviato al mese di settembre (o giù di lì). Sul tema la maggioranza resta divisa. Per il Partito democratico si tratta di uno strumento utile se non addirittura indispensabile, come suggerito in diverse occasioni anche dal Segretario Nicola Zingaretti. Matteo Renzi è allineato ai dem, mentre il Movimento 5 Stelle al Mes ha dichiarato guerra.

 

Da chiarire la posizione del Premier Conte, che ha sempre definito lo strumento come non idoneo all’emergenza. La speranza del premier è che i soldi del Next Generation Eu possano finanziare l’ambizioso piano del governo, così da non dover far ricorso al Mes.

 

Ma la discussione potrebbe comunque finire sul tavolo, magari anche per la spinta del ministro della Salute Roberto Speranza. Oltre al Mes il governo dovrà confrontarsi anche con le Opposizioni per mettere a punto il piano nazionale. E il confronto si preannuncia tutt’altro che semplice.
 

Il governo dovrà poi confrontarsi sulla riforma della legge elettorale. In casa Pd si inizia a registrare una crescente agitazione legata al timore che i patti possano non essere rispettati. Luigi Di Maio ci ha messo la faccia a nome del Movimento 5 Stelle facendo sapere che gli accordi ci sono e vanno rispettati. La grande incognita è rappresentata da Italia Viva, decisamente meno entusiasta della riforma della legge elettorale passata nei mesi precedenti.

 

La modifica dei decreti Sicurezza di Matteo Salvini, è un altro tassello del settembre caldo del governo .Il confronto con il Paese reale è stridente. Siamo invasi da migliaia di Tunisini che oltretutto scappano dai centri di raccolta e scorrazzano nel Paese indisturbati. La delinquenza è in aumento e la sicurezza vacilla. Ma i nostri ministri pare intendano ad ogni costo eliminare le norme vigenti, peraltro mal applicate, per rendere l’invasione da  parte dei clandestini, ancora più penetrante e mal tollerata dai residente le zone interessate.

 

In Sicilia la rivolta di sindaci è già iniziata. Fino a quando potrà ancora durare questa messa in scena?

 

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Articolo pubblicato il 23/08/2020