«Torino si veste di nero», a Torino
Da sin.: Alessandro Cerutti e Roberto Gremmo

Il viaggio di Alessandro Cerutti e Roberto Gremmo nella Torino criminale degli ultimi due secoli

A Torino, nella serata di mercoledì 22 luglio 2020, presso la Libreria Belgravia, si è svolto l’incontro «Torino si veste di nero», Un viaggio nella Torino criminale degli ultimi due secoli, monologo scritto e interpretato dallo scrittore Alessandro Cerutti con la partecipazione dello storico e giornalista Roberto Gremmo, direttore della rivista “Storia Ribelle”.

Alessandro Cerutti ha aperto la serata con il suo monologo che permette di compiere un viaggio singolare nella Torino criminale degli ultimi due secoli prendendo in esame alcuni dei più efferati delitti irrisolti. Cerutti ha esordito con la ricostruzione del famoso delitto Codecà che nel 1952 ha fatto tremare la città della Fiat. Ha poi descritto brevemente le “giornate di sangue” di Torino del 21 e 22 settembre 1864, grave episodio del Risorgimento italiano, che ha preso origine dalla decisione di trasferire la Capitale del Regno d’Italia da Torino a Firenze, sanzionata dalla “Convenzione di settembre” stipulata con la Francia. I torinesi manifestano pacificamente contro il trasferimento della Capitale e la forza pubblica spara sulla folla. Il 21 e 22 settembre, in piazza Castello e in piazza San Carlo si contano 52 morti, fra cui due donne, e 187 feriti.

Ha fatto seguito un curioso monologo nel gergo malavitoso subalpino degli anni ’60, ispirato alla canzone «Faceva il palo nella banda dell’Ortica» di Enzo Jannacci (1966). Cerutti ha poi ricordato l’omicidio di via Fontanesi del 1958, noto come il caso di Diabolich, da lui narrato in prima persona dando voce al colpevole grafomane che si è vantato di avere commesso il “delitto perfetto”. Ha concluso con l’uccisione della prostituta Angela Eugenia Serra, di 36 anni, detta “Tilde la rossa”, avvenuta il 25 marzo 1915, al Valentino, nell’imminenza dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. L’autore dell’efferato omicidio, sicuramente un sadico e forse un serial killer, non è stato mai scoperto. Si è così concluso il monologo di Alessandro Cerutti

Roberto Gremmo ha preso a questo punto la parola per soffermarsi su alcuni aspetti del monologo, da lui considerati in alcuni suoi libri, come «La prima strage di Stato» (Storia Ribelle, 2012), dedicato alle “giornate di sangue” di Torino del 21 e 22 settembre 1864. Ha poi ricordato altri cruenti episodi torinesi, come la sommossa dell’agosto 1917 quando in tutta la città è mancato il pane, la “strage di Torino”, una serie di omicidi commessi tra il 18 e il 20 dicembre 1922 dai fascisti capeggiati da Piero Brandimarte, le disposizioni del generale Enrico Adami Rossi, comandante della difesa territoriale di Torino, che il 18 agosto 1943 ha ordinato di sparare sugli operai in sciopero, uccidendone alcuni. Gremmo ha proposto un breve ricordo dell’occupazione delle fabbriche del 1920 e ha successivamente considerato, dialogando con Cerutti, il clamoroso, e misterioso, caso Codecà, analizzato nel suo libro «Il delitto Codecà. Il “Boia della Valsusa” e il misterioso omicidio che nel 1952 fece tremare Torino» (Araba Fenice, 2019) evidenziandone i retroscena torbidi e mai davvero svelati, da lui ipotizzati grazie alla consultazione di documenti inediti reperiti presso l’Archivio Centrale dello Stato.

Il dialogo dei due protagonisti della serata ha concluso il singolare incontro che ha permesso ai partecipanti un coinvolgente viaggio a ritroso nel tempo, nei bassifondi e nella malavita torinese.

Alessandro Cerutti è nato a Torino nel 1970, in età giovanile, si è occupato di educativa territoriale e oratori. In quegli anni ha scritto e portato in scena diversi recital, con compagnie teatrali amatoriali. Nel frattempo si è laureato presso la Facoltà Teologica di Torino e, dal 2011, è professore di religione in diversi istituti superiori di Torino. Dice: «Scrivo per passione e per divertire il lettore» ed è autore dei romanzi fantasy “L’incantesimo e la spada” e “L’Ordine del Mandylion” (Riccadonna), del poliziesco “Indizi e silenzi” (Golem Edizioni) e di “Come l’acqua di Sebilj” (Impremix Edizioni Visual Grafica), romanzo legato alla sua esperienza in un campo profughi in Slovenia.

 

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Articolo pubblicato il 24/07/2020