Multe ai Vip a Venaria Reale in occasione di "Moda Italia 150"
La Reggia di Venaria Reale

Le multe per divieto di sosta scatenano la contesa politica

La proposta del Consorzio di valorizzazione culturale della Reggia di Venaria in merito al pagamento delle multe elevate per divieto di sosta in occasione di "Moda in Italia 150" ha scandalizzato i politicomoralisti e suscitato perplessità in chi vede l'ennesimo favoritismo per la "gente che conta", cioè gli ospiti Vip.

Certo è imbarazzante sanzionare gli invitati alla rassegna per la sosta indisciplinata nei pressi della Reggia quando non è disponibile una sufficiente area di parcheggio per tutti in special modo in occasione dei grandi appuntamenti.

D'altronde cos'altro avrebbe potuto proporre il Direttore della Reggia Alberto Vanelli (a sx) a Fabrizio Del Noce, Presidente del Consorzio, per "sanare" un contenzioso dai risvolti negativi per l'immagine organizzativa?

Probabilmente, in onore al senno di poi, era sufficiente accordarsi preventivamente con l'Amministrazione comunale affinchè utilizzasse i suoi vigili non come posteggiatori, sia chiaro, ma come utili suggeritori per limitare il disagio multando solo chi si fosse dimostrato refrattario alle loro indicazioni.

Ma forse, nella frenesia dell'evento, ci si è dimenticati della cornice, quella che avvalora o deprezza il soggetto esposto.

Naturalmente l'agguato politico si è immediatamente materializzato con l'annuncio di interrogazioni o quant'altro possa avvalorare l'importante azione di "controllo e di verifica sul territorio".

Le infrazioni sono state commesse, è vero, e non devono essere pagate, in modo generico, cumulativo e generalizzato, dai contribuenti.

Ma non sarebbe più semplice un'ordinanza sanatoria che riduca le spese, accorpandole a bilancio, al materiale carteceao usato per notificare le multe?

I vigili sarebbero stati ugualmente presenti per cui non c'è stato aggravio di spesa in proposito.

La nostra opinione è che si cerca ogni pretesto per poter inasprire i rapporti fra le varie correnti politiche e questo ne è un chiaro esempio: altro che comunione d'intesa! 

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Articolo pubblicato il 18/09/2011