Stradario torinese: via Giovanni Ribet
Giovanni Ribet, Medaglia d'oro al v.m.

Nel 149mo anniversario della sua nascita, ricordiamo un eroe della Prima Guerra Mondiale, titolare di una via cittadina un po’ defilata del quartiere San Salvario

Nella Guida Paravia del 1936-37 la via Giovanni Ribet non esiste ancora. Stiamo parlando di quella via con andamento ad angolo retto che collega la via Nizza con il corso Sommeiller. Inizialmente indicata come interna di via Nizza e privata, secondo «La Stampa» del 25 settembre 1940, viene dedicata al decorato di medaglia d’oro al valor militare Giovanni Ribet. Con lo stesso provvedimento sono dedicate ad altre due medaglie d’oro le attuali vie Alessandro Filippa e Giovanni Poggio.

Giovanni Ribet nasce il 25 maggio 1871 a Pomaretto, comune delle Valli Valdesi posto all’imbocco della Valle Germanasca dove questa si dirama dalla Val Chisone. Figlio di un possidente che ha avuto anche la carica di sindaco, di religione valdese, compie gli studi a Torre Pellice e quando li completa, nel 1890, decide di avviarsi alla carriera militare. Frequenta la Scuola militare di Caserta, diviene sottotenente ed entra a far parte del 29° Reggimento di Fanteria. È destinato alla sede di Savona e successivamente di Potenza, e viene promosso capitano aiutante maggiore. Nel 1908 si sposa e dal matrimonio nascono quattro figli, due maschi e due femmine.

Ribet partecipa alla prima Guerra mondiale. Combatte nella prima battaglia dell’Isonzo (23 giugno-7 luglio 1915), con la brigata Pisa e viene decorato di medaglia d’argento per il suo coraggioso comportamento nelle azioni sul Monte San Michele.

È promosso maggiore, guida il suo reggimento nella seconda battaglia dell’Isonzo (18 luglio-3 agosto 1915). Si distingue di nuovo per il suo coraggio e viene decorato di medaglia d’argento e di bronzo.

Nell’aprile del 1916 prende parte alle azioni contro una delle fortificazioni più consolidate degli austro-ungarici chiamata «Dente del Groviglio». Riceve sul campo una medaglia d’argento. Dopo che Gorizia è stata conquistata, tra il 6 e il 14 agosto collabora all’attacco delle trincee nemiche vicino a Lokvica (oggi in Slovenia) dove muore, il 14 agosto 1916.

L’anno seguente riceve la medaglia d’oro al valor militare e ancora la Croce di guerra francese e la medaglia d’oro per anzianità di servizio.

Otto anni dopo la nascita di via Giovanni Ribet, nel gennaio del 1948, in un palazzo al civico 11, avviene un episodio curioso che viene così riportato da «La Stampa» del giorno 14, sotto il titolo “I banditi in casa: una strage!”.

Leggiamo:

Ore 3 di ieri notte, il telefono posto nell’ufficio della «Celere» squilla ripetutamente. L’agente di servizio alza il microfono: è una voce di donna, concitatissima - Presto: Accorrete! Sono sola in casa... due banditi sono entrati... hanno il mitra... mi stanno uccidendo... Hanno già massacrato la cameriera e suo marito...

L’agente sobbalza, chiede più volte: «Dove? Dove? Qual è il suo numero, signora?». Ma dall’altra parte del filo s’ode un fracasso spaventoso, un urlo e il ricevitore viene abbassato. L’ufficio è in allarme, si manda una «jeep» per la città, in perlustrazione, si avvertono tutti i commissariati. Dieci minuti dopo il telefono squilla. È la stessa voce, questa volta debole, roca, ansimante.

- Aiuto... muoio... hanno ammazzato anche mia sorella... io sono stata colpita.

Poi, bruscamente, la comunicazione s’interrompe. Quando cinque minuti più tardi, il telefono trilla ancora e ancora la voce, ormai divenuta un soffio, invoca soccorso, un sottufficiale, da un altro apparecchio, opportunamente collegato riesce ad individuare il numero. Alle 3,30 una macchina scarica sei agenti e un funzionario dinanzi alla casa n. 11 di via Ribet. La pattuglia bussa al terzo piano, all’alloggio della signora Elena L*** di Cesare, di 52 anni. La quale, in vestaglia e bigodini, appare sull’uscio con un amabile sorriso:

-  Cari ragazzi, vi attendevo, siete i benvenuti. Non è successo nulla: ho voluto semplicemente sperimentare il vostro zelo.

La poveretta, con buone maniere, vien fatta salire sulla «jeep» e trasportata a cento all’ora al manicomio di Collegno.

 

Con questo curioso episodio di cronaca concludiamo questa nota dove viene considerata una via cittadina un po’ defilata del quartiere San Salvario che, molto opportunamente, è stata intitolata a un eroe della Prima Guerra Mondiale, da noi ricordato nel 149mo anniversario della sua nascita.

 

Per approfondire la conoscenza di Giovanni Ribet: Società di Studi Valdesi – Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia e Il Maggiore Giovanni Ribet (Comune di Pomaretto)

La foto di Giovanni Ribet proviene da: Il Maggiore Giovanni Ribet (Comune di Pomaretto)

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Articolo pubblicato il 25/05/2020