Il Consiglio dei Ministri approva il DL.”Rilancio”. Dell’Italia o di Conte?

Pare che il Presidente del Consiglio preveda il prolungamento per altri sei mesi dello “stato di emergenza”.

E’ arrivato fuori tempo massimo il decreto che inizialmente era previsto ad aprile ed ora, con un buon mese di ritardo, superate le lotte rusticane tra alleati di governo, viene presentato come il toccasana dal Presidente del Consiglio.

 

E’ un intervento corposo, da 55 miliardi di euro, ma visto  gli esiti dei precedenti, ci si chiede se la burocrazia, come promesso da Conte, riuscirà ad essere meno invasiva e consentire che le erogazioni giungano ai destinatari in tempi possibili.

 

Il fatto che da lunedì  e sino a fine mese, dovrebbero riprendere le  attività commerciali, artigianali e dei servizi, ancora inspiegabilmente bloccate, la prima domanda che ci poniamo è come faranno a riavviare le attività i nostri commercianti, quando i contributi promessi non sono ancora arrivati e, per certi comparti, come la ristorazione e le spiagge, per citare qualche esempio,  le disposizioni fissate dal governo, condurranno le aziende, dritte al fallimento.

 

Ma, a prescindere dall’enfasi con la quale il presidente del Consiglio ha illustrato il suo capolavoro, cerchiamo di entrare nel contenuto.

Si tratta di un testo da 253 articoli, finanziato per 55 miliardi in deficit. "Un decreto imponente sia per le risorse che mette in campo sia per gli indirizzi molto forti con cui sosteniamo famiglie, imprese, sistema sanitario, ma gettiamo anche le basi per la ripartenza e la ripresa dell'economia", ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. 

 

Le linee portanti prevedono risorse per 3,25 miliardi sulla sanità per rafforzare la terapia intensiva, semintensiva e l’assunzione di 10mila infermieri. Altri 15 miliardi andranno agli ammortizzatori sociali, per un totale di 25,6 miliardi destinati al lavoro. C’è l’allungamento della cassa integrazione, con l’Inps e non più le regioni ad autorizzare quella in deroga, anticipandone il 40% e altri 4,5 miliardi alla conferma dei sostegni ad autonomi e co.co.co, aumentando anche gli assegni.(i tempi di erogazione, centralizzando le procedure, non potranno che aumentare).

 

"Per gli autonomi e i professionisti iscritti alla gestione separata Inps prevediamo 600 euro, che questa volta arriveranno subito. Spero che nelle prossime ore potremo erogarli prontamente e poi ci riserviamo di integrarli con un ristoro fino a mille euro", ha garantito il premier Giuseppe Conte, annunciando anche l'intenzione di rimediare rispetto ai ritardi registrati con gli interventi di marzo.

 

Nel pacchetto è entrata alla fine anche la regolarizzazione dei migranti: per ottenere un permesso temporaneo si deve presentare un regolare contratto di lavoro stipulato nel 2019.

A favore delle famiglie in difficoltà viene inoltre istituto il cosiddetto reddito di emergenza. Sarà erogato dall'Inps in due quote da 400 euro a chi ha un valore dell'Isee inferiore a 15mila. Inoltre i percettori di Reddito di cittadinanza, di Naspi e altri e ammortizzatori sociali potranno accettare un lavoro temporaneo, senza perdere il beneficio.

 

Per le imprese ci saranno invece a disposizione tra 15 e 16 miliardi. Confermati i contribuiti a fondo perduto per le piccole aziende che in aprile hanno visto il loro fatturato crollare di almeno i due terzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Previsti inoltre crediti d’imposta fino al 60% sugli affitti per le attività commerciali.   

 

Seguirà l’iter parlamentare e solo in quella sede potremo scorgere lacune o promesse altisonanti, ma difficili da realizzare.

Stante quel che trapelava, nella serata di ieri tra addetti al lavoro non governativi, parrebbe che Giuseppì, approfittando dell’emergenza, abbia anche previsto il prolungamento per altri sei mesi dello “stato di emergenza”.

 

Visto che l’attuale emergenza scade il 31 luglio, non ci sarebbe alcuna fretta di approvare ora il suo prolungamento, anche perché da qui a fine luglio tante cose possono cambiare e la crisi può farsi meno acuta. Ma Conte ha fiutato l’occasione e non vuol farsela scappare. 

Prolungare la dichiarazione ufficiale dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, che per noi significa scivolare verso un regime antidemocratico, comporta  stipulare una sorta di polizza sulla vita del traballante governo.

 

Non solo, inserire la dichiarazione in questo provvedimento di rilancio dell’economia, materia con cui evidentemente non ha nulla a che fare, significa una scorrettezza dal punto di vista istituzionale, ma anche una garanzia di approvazione; è evidente infatti che questo decreto dovrà per forza essere approvato, e dunque i partiti al governo, si garantiscono la sopravvivenza almeno fino a gennaio.

 

È evidente che l’avvocaticchio foggiano è bravo a pensare a se stesso. Ma l’opposizione che fa?

Seguiremo l’iter parlamentare e le prime prese di posizione delle categorie produttive e della politica.

 

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Articolo pubblicato il 14/05/2020