Stradario torinese: via Giorgio Bellono

Terzo sindaco eletto di Torino, oltre che di problemi urbanistici, si occupa degli orinatoi pubblici, ribattezzati «Monumenti-Bellono»

Restiamo nel quartiere Mirafiori Nord per parlare del terzo sindaco eletto con votazioni dopo il 1848, Giorgio Bellono, dopo aver considerato i due precedenti, Francesco Demargherita e Carlo Pinchia.

Nato a Torino nel 1808, si laurea in giurisprudenza e intraprende la carriera nella magistratura. Ha la carica di Avvocato dei poveri presso il Magistrato (Corte) d’Appello di Torino, istituzione del Regno Sardo che fornisce l’assistenza legale gratuita a chi non può permettersi di pagare un avvocato difensore.

Nel caso di Giorgio Bellono le fonti documentarie appaiono particolarmente scarse e lacunose, soprattutto per gli anni precedenti al 1848.

Qualche notizia emerge dalla Commemorazione di Bellono pubblicata nel 1856 da Pier Carlo Boggio (1827 – 1866), insigne esponente del periodo risorgimentale, magniloquente ma purtroppo assai poco documentata. Boggio scrive che il Nostro ha rinunciato alla libera professione di avvocato per intraprendere la carriera di Avvocato dei poveri, istituzione invidiata e copiata da altre nazioni, ma meno redditizia dal punto di vista economico.

Bellono, che pare avere legami con il Canavese, in particolare con Valperga, prende parte attiva alla vita politica. Viene eletto deputato nel collegio di Ivrea nella IV Legislatura (20 dicembre 1849 – 20 novembre 1853) e nella V (19 dicembre 1853 – 25 ottobre 1857). Non termina il suo mandato perché muore precocemente il 4 dicembre 1854.

Sono i primi anni difficili del regno di Vittorio Emanuele II, che fanno seguito alla disastrosa seconda campagna della prima guerra di indipendenza, terminata con la disfatta di Novara e l’abdicazione del Re Carlo Alberto (23 marzo 1849) e che vedono l’esordio di Camillo Cavour alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (4 novembre 1852).

Bellono è sindaco di Torino dal 1° febbraio 1850 al 31 dicembre 1852. Boggio scrive che i punti forti del suo mandato sono la promozione e l’ampliamento dell’istruzione elementare e professionale, il riordino e la riforma della amministrazione interna, la pulizia e il risanamento della città, l’ampliamento e l’abbellimento dell’abitato.

Episodio significativo del triennio è la concessione, nella seduta municipale del 27 marzo 1851, dell’area in piazza Savoia per il monumento a ricordo delle leggi Siccardi per l’abolizione del Foro ecclesiastico. L’imponente obelisco in granito di Baveno sarà completato nel 1853.

Il 26 aprile 1852 avviene lo scoppio della Polveriera in Borgo Dora.

Eroe della giornata è il sergente Paolo Sacchi ma il sindaco Bellono, accorso fra i primi sul luogo del disastro, si impegna dove il pericolo è maggiore e si prodiga con energia per salvare le vittime e prevenire ulteriori danni.

Boggio insiste giustamente sul fatto che l’attività di Bellono come sindaco ha suscitato calunnie e attacchi giornalistici.

Dopo l’esplosione della Polveriera, Bellono fa celebrare con meno sfarzo la festa dello Statuto e per questo viene accusato di esserne nemico.

Le scuole elementari municipali torinesi sono in parte affidate ai Fratelli delle Scuole Cristiane, appartenenti alla congregazione fondata dal sacerdote francese Giovanni Battista de La Salle (1651-1719), formata da maestri che non studiano il latino e per questo sono popolarmente detti «Ignorantelli». Bellono affida le nuove scuole a laici o a ecclesiastici secolari ma non allontana gli Ignorantelli. Così viene accusato di essere oscurantista e protettore dell’ignoranza. Per alcuni protagonisti, il periodo risorgimentale costituisce una “guerra dichiarata alla Chiesa”!

Un esempio è rappresentato dal giornale umoristico «Il Fischietto» che non fa economia di scritti e vignette umoristiche dedicate a Bellono: sono gli unici suoi ritratti che ci sono pervenuti sia pure deformati dalla ostile matita del caricaturista che lo rappresenta col codino, simbolo dei conservatori oscurantisti, e in abiti di parruccone reazionario.

Uno dei problemi della vita quotidiana cittadina è quello della vendita ambulante di verdura frutta e altri alimenti da parte di scalcagnate e rissose erbivendole che periodicamente si accapigliano con le guardie municipali che le multano e le allontanano dai portici e dalle vie cittadine.

Dal «Fischietto» del 1851, apprendiamo che le guardie civiche hanno sostituito il loro elmo sovrastato da un vistoso puntale – il giornale lo definisce “il cavicchio” - per sostituirlo col cheppì. Il “cavicchio”, visibile da lontano, serviva come avvertimento per le erbivendole che potevano allontanarsi o nascondere la merce. Il giornale ironizza anche sulle disposizioni per la tassa municipale sui cani.

La Torino del sindaco Bellono conosce un periodo di grande espansione edilizia. Nel 1852 viene approvato il “Piano di ingrandimento della Capitale” nell’idea di disciplinarne lo svolgimento. Costituisce il primo strumento urbanistico adottato per Torino da un Consiglio Comunale eletto, considerato in un volume degli “Atti Consiliari; Serie storica”, curato dell’Archivio Storico della Città di Torino.

Alla scadenza del suo mandato, Bellono riferisce tra gli interventi conclusi il restauro della Chiesa della Gran Madre di Dio, la risistemazione della chiesa e del cenotafio di San Pietro in Vincoli, devastati dall’esplosione dell’Arsenale, la costruzione di nuove scuole e caserme.

Il nome del sindaco Bellono resta legato, per i contemporanei, agli orinatoi pubblici, fatti costruire dopo che il vice sindaco Bernardino Bertini (Barge, 1786-1857) medico chirurgo, ha emanato il divieto di orinare a casaccio sui muri cittadini sotto pena della multa di tre lire. Prendono il nome di «Monumenti Bellono», largamente impiegato e documentato, e sono addossati ai muri e formati da una piccola colonna concava in pietra. Se ne intravvede uno in una caricatura che illustra il libro di Alberto Viriglio «Torino e i torinesi» illustrato da Arturo Calleri (Caronte).

«Il Fischietto», il 12 gennaio 1853, gli dedica la velenosa vignetta “La caduta d’un sindaco”, dove viene compianto dagli Ignorantelli, dai cani e dalle erbivendole. Viene sostituito da Giovanni Notta.

Anche le posizioni parlamentari di Bellono sono faziosamente criticate da una parte dei giornali – scrive Pier Carlo Boggio – e questi attacchi che lo amareggiano molto sono, forse, la causa della sua morte prematura, avvenuta a Torino il 4 dicembre 1854.

Il cavalier Giorgio Bellono è praticamente dimenticato o al massimo ricordato per la questione degli orinatoi, come su «Stampa Sera» del 14 maggio 1982 oppure per le caricature a lui dedicate da «Il Fischietto» nel curioso studio su “Torino, culla del rebus moderno” a firma Orofilo.

 

Pier Carlo Boggio, Commemorazione Giorgio Bellono, "Risorgimento" del 4 dicembre 1856.

Alberto Viriglio, Torino e i torinesi, Torino, 1898.

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Articolo pubblicato il 16/05/2020