Ozegna una storia che fa ancora paura
Diego Michelini nel ricordo dei caduti

Diego Michelini: “ La storia, piaccia o non piaccia, non ha e non deve avere riguardi per nessuno”

"Sono trascorsi 66 anni dalla fine della guerra non c’è mai stato un momento leale di riconciliazione con la storia perché non c’è mai stato un momento di riconoscimento dei vinti". 

 

Così ha esordito Diego Michelini, Presidente della Federazione Provinciale di Torino della Repubblica Sociale Italiana in occasione della commemorazione dei caduti presso il cimitero di Ozegna in veste privata dopo il diniego dell'Amministrazione Comunale alla richiesta fatta in data 10 giugno 2011. La vicenda, che non nasconde uno strascico demagogico, fa riflettere sul concetto di democrazia che non sempre viene applicato nella giusta maniera anzi subisce il condizionamento del potere, qualunque colore abbia, e non il rispetto della realtà storica.

 

"Quei giovani - ha insistito Michelini - non esitarono un attimo a vestire una divisa e partire per difendere i sacri confini della Patria pur sapendo di combattere una guerra ormai persa dopo la "resa incondizionata" dell'8 settembre, data in cui il Re abbandonò il suo popolo alla mercè dell'alleato tradito".

 

Diego Michelini, tradendo l'emozione del momento, ha voluto ricordare quei "ragazzi italiani ancora sui banchi di scuola, molti alle prese con l’ultimo anno delle superiori, alcuni semplici contadini che si trovarono a scegliere. E la scelta, unica, motivata, voluta e cercata, fu quella dell’arruolamento nelle Forze Armate della RSI. Il prosieguo storico è noto ed i fatti , prima e dopo il 25 aprile ’45, portarono alla morte migliaia di soldati al grido: viva l’Italia". "Quella stessa Italia - ha proseguito Michelini - che gli avversari comunisti cercarono di “consegnare” ai loro “padri spirituali” sovietici: le stragi perpetrate da queste bande sono innumerevoli e non sono riportate sui testi scolastici perché non si vuol dare una coscienza nazionale. Non si possono educare le generazioni dimenticando; eppure tutti contano sull'oblio di misfatti che il passare del tempo insabbia. Vergogne che ancora si ripetono e che vengono proclamate azioni di guerra, come ancora l’anno scorso ha deciso la corte d’appello di Firenze nel caso Gentile". 

 

Michelini ha poi affrontato il tema specifico in merito all’agguato che avvenne l’otto luglio 1944 ad Ozegna:

 

"Un reparto del bgt. Barbarigo con al comando il Capitano di Vascello Umberto Bardelli si ritrovò a parlare con alcuni partigiani invitandoli a non combattere contro altri italiani. I marò per ordine del loro stesso comandate erano disarmati, col desiderio di portare avanti una trattativa pacifica che riguardava un loro disertore. Il comandante partigiano attese invece che il reparto della X° fosse circondato dai suoi uomini ed intimò al Bardelli di arrendersi. La reazione dei militi fu repentina ma non fecero in tempo a raccogliere le armi che avevano posato a terra: caddero in dieci con il loro comandante. I caduti subirono l’oltraggio di essere ricoperti di fango e sterco. Il comandante supremo della X° Mas Juno Valerio Borghese, non volle mai spargere sangue tra italiani ma da quel tragico giorno le cose cambiarono. Evitò anche una rappresaglia nei confronti degli inermi cittadini di Ozegna".

 

Come abbiamo detto all'inizio, il 10 giugno 2011 la Federazione Provinciale di Torino della Repubblica Sociale Italiana formulò specifica richiesta alla Giunta Comunale di Ozegna di commemorare il 10 luglio nella piazza principale l’eccidio dei dieci marò della X° MAS ed il loro comandante. Venne inoltrata domanda per una cerimonia semplice, con la partecipazione della Federazione Famiglie Caduti e Dispersi, di fronte alla chiesa di Ozegna e la deposizione di un mazzo di fiori, accompagnata dalle note del silenzio.

 

"La risposta - ha sottolineato Diego Michelini - fu stringata e lapidaria: ci fu detto che non avrebbero autorizzato la manifestazione per non dissotterrare i ricordi del passato. Ciò non mi ha comunque impedìto di ricordare l’eccidio presso il cimitero di Ozegna. Con una delegazione della Federazione abbiamo deposto un omaggio floreale alla croce che domina il piazzale interno del cimitero".

 

I presenti, guidati dal loro presidente, hanno recitato una preghiera in onore dei Caduti Salvatore Beccocci, Pietro Rapetti, Giovanni Biaghetti, Francesco Credentino, Franco De Bernardinis, Ottavio Gianolli, Pietro Fiaschi, Piero Grosso, Armando Masi, Angelo Piccolo, con particolare menzione per il Capitano Umberto Bardelli.

 

"Dicono - ha chiuso Diego Michelini - che la storia la scrive il vincitore ma sono le vittime che scrivono le memorie".

 

                                                                  

 

 

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Articolo pubblicato il 14/08/2011