5 maggio 1860: 160° anniversario della «Spedizione dei Mille» da Quarto (Genova)
Spedizione dei Mille - Partenza da Quarto

Comunicazione della professoressa Cristina Vernizzi – Presidente Associazione Mazziniana Italiana – Torino Onlus

Civico 20 News ospita, a fine di contribuire alla diffusione dell’informazione, la comunicazione inviata dalla prof.sa Cristina Vernizzi – Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana – Torino Onlus, relativa alla ricorrenza del 160° anniversario della “Spedizione dei Mille” la cui partenza avvenne il 5 maggio 1860 da Quarto.

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Associazione Mazziniana Italiana. Torino- ONLUS

Cari Amici,

benché le circostanze ci tengano impegnati in pensieri più gravi, non possiamo dimenticare le ore frenetiche che si vivevano esattamente 160 anni fa, quando ferveva la partenza della Spedizione dei Mille: il 5 maggio 1860.

Mentre a Palermo era stata sedata sanguinosamente l'insurrezione di aprile "della Gancia", dal nome del Convento che con il suo scampanio le aveva dato inizio, nel resto della Sicilia, continuava a serpeggiare l'insurrezione mirata a scalzare il governo Borbonico ed ottenere una Costituzione.

Ne erano protagonisti gli esuli perseguitati e approdati a Malta, come Nicola Fabrizi, e i tanti patrioti che dal 1849 erano arrivati a Torino, "la Mecca", come era considerata la capitale subalpina, unica ad aver conservato le libertà concesse dallo Statuto albertino. Tra questi Francesco Crispi che faceva da collegamento tra la Sicilia, Garibaldi giunto da Caprera a Genova a Villa Spinola, Mazzini a Londra e Cavour.

Crispi era venuto più volte a Torino, andando a dormire all'albergo della Dogana Vecchia, e aveva preso accordi con Cavour e La Farina, Presidente della Società Nazionale che mirava alla unificazione nazionale, per assicurare che fossero pronte le armi promesse, ma soprattutto che non ci fossero ripensamenti da parte della politica piemontese.

Infatti il tacito assenso alla spedizione era stato dato in maniera piuttosto ambigua: si lasciava fare e se fosse andata bene, il governo avrebbe vantato la vittoria, se fosse andata male la colpa sarebbe ricaduta sul solo Garibaldi, come molto bene diceva Vittorio Emanuele al suo primo Ministro. Questi aveva comunque steso tutta la sua rete di contatti diplomatici in Europa per essere sicuro che nessuna delle Potenze alleate dei Borboni, entrasse in guerra contro il Piemonte.

A Genova i volontari si erano iscritti da giorni nelle liste di arruolamento, alla luce del sole, provocando le proteste del console francese e un migliaio era fermo al molo di Quarto.

Cesare Abba parla dei tanti dialetti che si sentivano parlare dell'alta Italia, soprattutto dei Genovesi e Lombardi, Garibaldi ricorda nelle sue Memorie che i Mille erano quasi tutti Cacciatori delle Alpi, i suoi Cacciatori chiamati nel bisogno e maltrattati dal Ministero di Torino...

A loro si era aggiunta una schiera di Ungheresi, e nel pomeriggio del 4 maggio, i Genovesi che si erano recati al molo, assistevano in silenzio all'avvenimento.

Da parte degli amici di Garibaldi ci furono gli ultimi accordi con Torino e i preparativi per imbarcare armi e munizioni, presto perse per un infortunio, e finalmente i Mille partirono alla volta della Sicilia sui due vapori, il Lombardo e il Piemonte, su questo salì Garibaldi la sera del 5 maggio e la traversata verso la Sicilia aveva inizio.

Non mi dilungo oltre, perché poi, dopo lo sbarco a Marsala l'11 maggio, la storia descrive quei giorni veramente epici.

A noi Torinesi, resta il merito di avere ospitato 160 anni fa, i preparativi diplomatici dell'impresa.

Cristina Vernizzi

Immagine di apertura - fonte: messaggeroveneto.gelocal.it

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Articolo pubblicato il 05/05/2020