Coronavirus in Piemonte. L’equipe del Professor Fazio valuta l’andamento della morbilità. Cirio frena sulle aperture del governo per il 4 maggio.

AGGIORNAMENTO DEL 28 APRILE: Proroga delle leggi regionali. Già attivi i 25 marescialli infermieri di esercito e Aeronautica, nelle RSA della regione. Il dato nazionale

Per commentare l’andamento a dente di sega della morbilità e mortalità dell’ultima settimana in Piemonte, facciamo riferimento alle prime valutazioni  sulla situazione epidemiologica odierna in regione, formulate dal gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio  Fazio. Secondo queste valutazioni, la  curva epidemica è in ritardo in Piemonte rispetto ad altre Regioni del Nord, il che spiega in parte la mancanza di sincronia con queste ultime.

Le province piemontesi mostrano una tendenza alla discesa della curva dei casi dalla data dei sintomi, e fluttuazioni dei tamponi positivi dovute a variazioni nel processo di somministrazione ed esecuzione dei test.

I casi e i decessi attualmente osservati nelle RSA esprimono la situazione epidemica di più di due settimane fa. Continua un andamento in Torino e provincia che induce alla massima attenzione nel monitorare l’impatto delle prossime riaperture.

E’ evidente il peso esercitato dall’epidemia nelle RSA, particolarmente numerose nel territorio piemontese. Triste e sconcertante realtà sulla quale sta indagando la Magistratura

Il Gruppo di lavoro Fazio è impegnato nell’identificazione di aspetti critici che hanno pesato sulla attuale situazione e in proposte per una soluzione a medio-lungo termine per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, sia in funzione di possibili nuovi picchi sia pienamente normalizzata dopo COVID.

Nel corso dei suoi lavori, si rende noto, il Gruppo di lavoro elaborerà proposte e raccomandazioni da sottoporre all’Assessorato alla Sanità per la fase 2.

Questo piano si incentrerà sulla identificazione il più precoce possibile dei nuovi casi, in modo da spegnere i nuovi focolai attraverso l’isolamento dei casi e dei loro contatti e su uno stretto monitoraggio epidemiologico.

E’ possibile che per la fase due sia necessario affrontare in maniera drastica il problema della trasmissione intrafamiliare, con apposite strutture in cui ricoverare i positivi fino alla negativizzazione.

In tali casi si arriverà ad assumere decisioni da tempo adottate in altre regioni.

Ieri pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 4.442 (187 in più di ieri): 417 (+33) in provincia di Alessandria, 166 (+10) in provincia di Asti, 218 (+19) in provincia di Biella, 483 (+16) in provincia di Cuneo, 369 (+10) in provincia di Novara, 2.246 (+86) in provincia di Torino, 228 (+7) in provincia di Vercelli, 257 (+5) nel Verbano-Cusio-Ossola, 58 (+1) provenienti da altre regioni.
Altri 2.355 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 54 (2 meno di ieri) i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19”, di cui 15 al momento registrati nella giornata di ieri (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 2.913 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 542 ad Alessandria, 152 ad Asti, 157 a Biella, 230 a Cuneo, 250 a Novara, 1.287 a Torino, 156 a Vercelli, 109 nel Verbano-Cusio-Ossola, 30 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 25.216 (+306 rispetto a ieri, ma in decrescita) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.300 in provincia di Alessandria, 1.465 in provincia di Asti, 952 in provincia di Biella, 2.407 in provincia di Cuneo, 2.220 in provincia di Novara, 12.401 in provincia di Torino, 1.094 in provincia di Vercelli, 998 nel Verbano-Cusio-Ossola, 228 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 151 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 214 (-3 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.689 (- 138 rispetto a ieri)
Le persone in isolamento domiciliare sono 12.603
I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 140.996, di cui 74.630 risultati negativi.

IL presidente Cirio, anche in riferimento delle annunciate misure di minor contenimento presentate dal Governo per il 4 maggio, si dimostra molto cauto.

“I medici e gli scienziati ci dicono che è necessario in questo momento mantenere una linea di rigore - spiega il presidente Cirio -. Una linea che confermiamo e che va di pari passo con la consapevolezza che il Piemonte ha bisogno di ripartire e di un nuovo equilibrio. Il Governo, prosegue Cirio, con appositi protocolli di sicurezza, ha dato il via libera alla riapertura delle attività produttive e questo avverrà anche in Piemonte. Ma alla luce dei dati attuali, riteniamo invece necessario nella nostra regione essere prudenti sulle attività sociali e su determinate attività commerciali, come ad esempio il take away, che possono creare situazioni di assembramento difficilmente gestibili, soprattutto nelle grandi città come Torino dove ci sono quartieri in cui si sono già create situazioni complesse dal punto di vista dell’ordine pubblico. Stesso discorso vale per gli spostamenti verso le seconde case, che consentiremo solo in un secondo momento quando le condizioni lo renderanno possibile.”

Si marcia quindi a vista, anche per le riacquisite libertà di movimento che parevano ormai scontate.

Nel corso di un’informativa alle Prima e Quarta Commissione del Consiglio regionale, la giunta regionale ha confermato che" i 5 milioni di mascherine che la Regione si appresta a distribuire gratuitamente saranno lavabili e potranno essere riutilizzate. Non prediligiamo gli annunci ripetuti e torneremo in argomento, solo quando le mascherine saranno effettivamente recapitate ai Piemontesi.

La Prima Commissione del Consiglio regionale ha approvato all’unanimità in sede legislativa un provvedimento che proroga alcune scadenze, in quanto la pandemia in atto sta impedendo a numerosi enti di completare entro i termini le procedure previste dalle leggi regionali in alcuni settori: il paesaggio, le cave, i distributori di carburante, le Ipab, le aree protette. Con la proroga sarà possibile concludere processi già avviati.

Sono 25 i marescialli infermieri in ferma annuale del Corpo sanitario dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare destinati alle Residenze sanitarie assistenziali del Piemonte, accolti ieri mattina nell’aula magna della Scuola di Applicazione di Torino. Da domani saranno a disposizione delle Asl di Alessandria, Asti, Cuneo1, Cuneo2, Novara, Città di Torino, TO3, TO4, TO5, Vercelli e Verbania a supporto esclusivo delle strutture più in difficoltà sul territorio.

Il dato nazionale

Tornano a calare i malati per coronavirus. Sono complessivamente 105.814, 290 meno di ieri. L'incremento domenica era stato di 256 mentre sabato c'era stato un calo di 680 malati. Il dato è stato fornito dalla Protezione civile. I guariti sono 66.624, con un incremento rispetto a ieri di 1.696. E prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva e per la prima volta dal 16 marzo il numero scende sotto i duemila. Ad oggi sono 1.956, 53 in meno rispetto a ieri. Di questi, 680 sono in Lombardia, 26 in meno rispetto a ieri. Dei 105.813 malati complessivi, 20.353 sono ricoverati con sintomi, 1.019 in meno rispetto a ieri - il numero più alto dall'inizio dell'emergenza - e 83.504 sono quelli in isolamento domiciliare, 782 in più rispetto a ieri. Quanto alle vittime, sono salite a 26.977, con un incremento di 333 in un giorno. Ieri l'aumento era stato di 260, il più basso dal 15 marzo.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/04/2020