I misteri del Guastatore, da Torino a Ginostra (Lipari)
Foto e cimeli di Cornelio Gervasio

Di Ezio Marinoni

Cornelio Gervasio nasce a Torino il 7 marzo 1919, figlio di Gervasio Luigi e di Baroetto Stefanina, entrambi commercianti, in una città che si sta faticosamente riprendendo dalla Grande Guerra.

Si verificano le prime agitazioni che sfoceranno nei moti del periodo definito “il biennio rosso”; dal 1914 al 1922 Antonio Gramsci vive a Torino, nell’edificio al n.15 di Piazza Carlo Emanuele II – nota ai torinesi come “Piazza Carlina”; D. H. Lawrence, lo scrittore di “L’amante di lady Chatterley”, transita per la nostra città, ospite della villa in collina del Lord di Sua Maestà britannica Sir Walter Becker, diplomatico e amante dell’Italia.

Cornelio deve aver “sentito” quei fermenti intellettuali e sociali: è il primo membro della sua famiglia a frequentare le scuole superiori e poi ad iscriversi all’Università.

Trascorre l’infanzia in via Duchessa Jolanda, al numero 16. Nelle memorie dei familiari si associa l’indirizzo ad una bottiglieria con ristorazione che i genitori Luigi e Stefanina gestivano. In quegli anni la normativa non era molto rigida in materia, ed era frequente che si somministrassero alimenti nei locali commerciali, preparati dalle gestrici o dalle mogli dei titolari.

Da bambino Cornelio frequenta la scuola elementare Vittorio Alfieri (l’attuale Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini), dove gli fu maestro il Cavalier Luigi Borna.

Al termine della scuola superiore, il Boselli di via Montecuccoli, si iscrive alla Facoltà di Economia e Commercio, che riuscirà a frequentare soltanto fino al terzo anno, prima della deflagrazione della Seconda Guerra Mondiale.

Nel frattempo la famiglia si è trasferita in via Madama Cristina 104, dove inizia a gestire un’altra attività commerciale al minuto.

Cornelio è intestatario della tessera n. 1539050 rilasciata dall’Opera Nazionale Dopolavoro, con la qualifica di “fattorino”: non sappiamo dove lavorasse, quasi sicuramente per pagarsi gli studi.

La sua esistenza da civile è una piccola geografia, quasi deamicisiana, della Torino a cavallo fra le due guerre, una città divisa tra fabbriche e commerci, sempre all’insegna dell’operosità subalpina.

Si arruola volontario il 5 luglio 1940 (S.A.V. D. di Complemento Fanteria); prima è ad Arezzo, nella VI Compagnia Allievi Ufficiali, poi entra in reparto nella I Compagnia del I Battaglione Guastatori.

Il destino non gli sarà amico: viene dichiarato disperso a seguito dell’affondamento della Regia Nave Aventino, nello scontro avvenuto nel Canale di Sicilia il 2 dicembre 1942. Quel giorno furono affondati il cacciatorpediniere Folgore (124 morti), le motonavi Aventino, Aspromonte, Puccini (1.527 morti complessivamente); risultarono danneggiati il cacciatorpediniere Da Recco (118 morti) e la torpediniera Procione (3 morti).

Il corpo di Cornelio sarà ritrovato da un pescatore a Ginostra (nell’isola di Lipari), in contrada Lazzaro, il 23 febbraio 1943 e sepolto nella tomba 19 del Campo dei Poveri.

Qui iniziano i misteri.

Il “verbale di rinvenimento di un cadavere che si deduce appartenere al s. tenente guastatore GERVASI Elio” (il periodo trascorso in acqua potrebbe aver cancellato alcune lettere del nome e del cognome?), stilato dai Regi Carabinieri di Stromboli, dichiara che:

“Sul cadavere sono stati rinvenuti i seguenti oggetti e documenti:

1 - Un porta chiavi con otto chiavi piccole di vario formato;

2 - Due acuminati coltelli a serramanico;

3 - Un’agenda dell’anno 1942 con degli appunti;

4 - Una lettera scritta in data 10-11-1942, diretta da tale Tina D’Amore, abitante Via Roma, 55, Napoli, al sottotenente Elio Gervasi - Battaglione Guastatori Posta Militare 80 (La Posta Militare 80 corrisponde alla Divisione Superga, unità legata alla città di Torino. Nel 1942 era attestata in Campania, in attesa di partire per l’Africa Settentrionale, N.d.A.)

5 - Un taccuino con degli appunti

6 - Alcuni frammenti di carta sdrucita”.

Frammenti e carta sdrucita...

Due volte il nome di Elio Gervasi (corrotto dalla permanenza in acqua? o si può addirittura pensare ad uno scambio di persona dopo l’affondamento?).

L’agenda con gli appunti non è mai tornata in possesso dei familiari, e nemmeno gli altri oggetti verbalizzati. Sono andati smarriti nel “mare magnum” di una guerra globale o giacciono ancora in qualche archivio, dimenticati e sepolti anch’essi?

Il nome di “tale Tina D’Amore”, con l’indirizzo, si leggeva invece bene: una madrina di guerra che scriveva al Sottotenente lontano da casa o un amore mai rivelato?

Ho iniziato a scrivere questa storia dopo una infruttuosa ricerca all’Archivio di Stato di Torino. A nome di Cornelio Gervasio risulta un fascicolo, consultabile; prendo appuntamento, armato di carta e penna e tablet e.… nel suo carteggio vi sono i documenti di un altro militare, scambiati per un errore di archiviazione (e la pratica del secondo militare è inesistente!).

Adesso i resti mortali di Cornelio riposano nel Campo Militare del Cimitero Generale di Torino, insieme a tanti altri giovani che hanno perduto la vita su campi di battaglia, dove sono stati trasportati a guerra conclusa.

Fino a qualche anno fa, sulla tomba del Guastatore Cornelio Gervasio i discendenti hanno trovato una rosa rossa, puntuale ad ogni anniversario di Ognissanti, regalata da una mano che è sempre rimasta ignota.

Tutti i dati, le notizie e le fotografie mi sono stati gentilmente concessi dagli eredi diretti, che ancora portano il suo cognome.

@Ezio Marinoni

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Articolo pubblicato il 23/04/2020