Fondi per la cultura, dibattito in Aula
Palazzo Lascaris

Lettera dell'Assessore regionale Michele Coppola al presidente Valerio Cattaneo per coinvolgere l’Assemblea regionale al gruppo di lavoro

Fare il punto sul sistema culturale piemontese. È stato l’obiettivo della seduta straordinaria del Consiglio regionale che si è svolta giovedì 28 luglio su richiesta dei gruppi Pdl, Pd, Idv, Udc Insieme per Bresso e Sel.

Dopo l’illustrazione da parte dei consiglieri Giampiero Leo, Gian Luca Vignale (Pdl), Mauro Laus, Gianna Pentenero (Pd) Andrea Stara (a sx Insieme per Bresso), Andrea Buquicchio (Idv) e Michele Marinello (a dx Lega Nord) di sette documenti sull’argomento (cinque ordini del giorno e due mozioni) - che verranno votati a settembre, nel corso della prima seduta dopo la pausa estiva - si è svolto il dibattito in Aula. 

Per la minoranza sono intervenuti i consiglieri Mercedes Bresso (Uniti per Bresso), Nino Boeti, Aldo Reschigna, Davide Gariglio (Pd), Monica Cerutti (Sel), Eleonora Artesio (Fds), Giovanni Negro (Udc), Michele Dell’Utri (Moderati) e Tullio Ponso (Idv).

Per Bresso (Uniti per Bresso) “non è possibile gettare la responsabilità di ogni problema economico sulla sanità: il tema dei costi della cultura è tutto politico e riguarda le scelte di questa maggioranza, che non ha mai presentato il documento di programmazione economica e finanziaria, non di quella che l’ha preceduta”.

Boeti (Pd) ha affermato che “con il recupero di opere come il Castello di Rivoli e la Reggia di Venaria il Piemonte è diventato famoso nel mondo e i Comuni che le circondano sono cresciuti, sono stati riqualificati e sono diventati mete turistiche. Non possiamo continuare a operare tagli”.

“Chiedo ufficialmente alla Giunta - ha detto Reschigna (Pd) - di comunicare entro la prossima settimana quali finanziamenti assegnerà alla cultura per il 2011. La politica deve scegliere ciò che è prioritario e ciò che non lo è e il Pd è disponibile a confrontarsi a tutto campo sulle priorità”.

Per Gariglio (Pd) “alcune iniziative faraoniche messe in piedi negli anni scorsi possono e devono essere riviste, alla luce delle ricadute che hanno avuto sul territorio”.

Secondo Cerutti (Sel) “è necessario un diverso approccio della Giunta regionale al welfare e alla cultura. L’assessore non può decidere di non decidere e limitarsi ad accettare nuovi tagli. La cultura importante è quella portata avanti dalle associazioni del territorio, non dai grandi eventi. Torino e il Piemonte stanno perdendo terreno rispetto ad altre realtà, anche se i dati del turismo sono comunque positivi”.

Artesio (Fds) si è dichiarata preoccupata “perché, nell’ambito della cultura, siamo ultimi in Europa per quanto riguarda i trasferimenti. La Giunta ricorda le priorità dettate dalle nuove povertà, ma si devono poi attuare. Non possiamo cambiare la nostra sensibilità politica a seconda delle platee cui ci rivolgiamo”.

Per Negro (Udc) “anche i numerosi posti di lavoro creati nel campo della cultura meritano di essere tutelati. È necessario mettere in campo una politica seria, con valori veri, che purtroppo sembrano scomparire”.

Dell’Utri (Moderati) ha sottolineato che “l’ignoranza, come riteneva Socrate, è la madre di tutti i mali e che l’uomo politico più gradito è il Presidente della Repubblica, che si è espresso a favore della cultura e dei suoi valori”.

Ponso (Idv) ha messo in evidenza “la totale assenza di strategia nell’affrontare i problemi del nostro paese. L’importanza della cultura, in Piemonte, è sotto gli occhi di tutti, eppure ci sono associazioni che aspettano ancora il saldo dei contributi per attività svolte nel 2009. Alcuni segnali forti si possono e si devono dare”.

Per la maggioranza sono intervenuti il presidente del Pdl Luca Pedrale, Carla Spagnuolo, Angelo Burzi, Massimiliano Motta (Pdl)

Pedrale (Pdl) ha dichiarato di apprezzare “l’impegno della maggioranza e dell’opposizione per aver presentato documenti ricchi di riflessioni e di proposte concrete. Purtroppo, di fronte ai problemi della sanità e dell’occupazione riuscire a porre al centro dell’attenzione della politica piemontese la cultura è già un buon successo. Non serve a niente piangerci addosso: la cultura oggi in Piemonte è un tessuto vivo che continua a produrre crescita sociale”.

Spagnuolo (Pdl) ha ricordato che “la Regione Piemonte, fin dal suo nascere, si è caratterizzata per una straordinaria e continuativa azione culturale. È necessario, però, avviare una stagione nuova, interpretando diversamente il governo della regione nel suo complesso, dal momento che il nostro impianto culturale è invidiato anche all’estero, Bisogna avere il coraggio di dire alla gente che i soldi non ci sono e far leva sui privati, sugli istituti culturali, sugli istituti bancari, su nuove forme di mecenatismo”.

Per Burzi (Pdl) paragonare la situazione attuale con quella degli anni passati “è pura follia, poiché ci troviamo nel pieno della più grave crisi socio-economica di tutte le economie occidentali. A questo va aggiunto che la Regione Piemonte era la più indebitata d’Italia e che c’è un buco di bilancio di due miliardi di euro”.

Massimiliano Motta (Pdl) non ha nascosto che “esistono sicuramente difficoltà, ma la Giunta, e in particolare l’assessore alla Cultura, sono riuscite ad affrontarle, a far sì che Torino fosse protagonista dei festeggiamenti per il 150° dell’Italia unita e la mostra su Vittorio Emanuele fosse la più visitata in Italia negli ultimi cinque anni”.


Al termine del dibattito l’assessore alla Cultura Michele Coppola ha informato di aver inviato una lettera al presidente Valerio Cattaneo per coinvolgere l’Assemblea regionale a partecipare al gruppo di lavoro per aggiornare gli enti inseriti nella tabella di cui alla legge 3 settembre 1984, n. 49, Norme per l’erogazione di contributi regionali a  Enti, Istituti, Fondazioni e Associazioni di rilievo regionale.

“Mi piacerebbe non lasciare a chi verrà dopo di me - ha dichiarato Coppola - impegni e oneri svincolati dalla sua volontà. A causa della riduzione di risorse pubbliche la Regione ha dovuto qualche volta sostituire il Comune di Torino. Non è stato possibile fare diversamente. Il nostro errore è stato forse il ritardo con il quale abbiamo deciso di affrontare la crisi, dopo aver rinviato la soluzione di ogni singolo problema all’anno dopo”.

“Non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto - che dobbiamo lavorare e collaborare insieme: i cittadini non fanno distinzioni tra maggioranza e opposizione perché se si fallisce è l’intera classe politica a fallire. Noi abbiamo scelto di sostenere l’offerta di qualità, la professionalità dell’offerta culturale, la necessità di garantire l’occupazione, la sostenibilità, la misurabilità e la trasparenza”.

“Se l’arte contemporanea è un riferimento - ha spiegato Coppola - bisogna avere il coraggio di creare un contenitore nuovo unico, che metta insieme Rivoli, Ogr e Artissima: avremmo un solo ufficio stampa, un solo consiglio di amministrazione e spingeremmo le persone a lavorare insieme, come ora non succede. Sono io il primo a chiedere di non rivedere a ribasso la manovra di assestamento perché sono convinto che questo settore ha già dimostrato di avere un grande senso di responsabilità e credo che altro non si possa chiedere”.












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Articolo pubblicato il 29/07/2011