Coronavirus in Piemonte. Non si allentano le misure di contenimento in Piemonte, perché l’emergenza non è finita. Aumentano i guariti, i decessi ed pazienti positivi al test virologico.

AGGIORNAMENTO DEL 2 APRILE - La vergognosa ballata delle mascherine, alimenta l’allarme sociale e getta nel caos i reparti ospedalieri. Il dato nazionale

In Piemonte, non si allentano le misure di contenimento. Nella giornata di ieri, notizie pasticciate provenienti dal ministero degli Interni, e poi sconfessate dallo stesso presidente del consiglio, facevano percepire l’apertura del Governo a brevi passeggiate genitore-figlio sin da subito. In contrasto a questa bufala di pessimo gusto, il presidente Alberto Cirio è stato costretto tempestivamente a precisare che “proseguiamo con la linea del rigore. Nessun allentamento delle misure di contenimento in Piemonte, dove continuano a valere le regole più restrittive. Bisogna a stare a casa. Solo così vinceremo la battaglia”.

 

Prosegue il monitoraggio della situazione sanitaria con una notizia positiva. l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 163 (+36 rispetto a ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 12 in provincia di Alessandria, 11 in provincia di Asti, 11 in provincia di Biella, 19 in provincia di Cuneo, 9 in provincia di Novara, 74 in provincia di Torino, 17 in provincia di Vercelli, 4 nel Verbano-Cusio-Ossola e 6 provenienti da altre regioni. Il 55% sono maschi, il 45% donne.

 

Altri 308 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

Proseguono senza sosta anche i decessi che nelle ultime 24 ore sono saliti di ulteriori 70  persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati ieri sera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 8 in provincia di Alessandria, 1 in provincia di Asti, 6 in provincia di Biella, 9 in provincia di Cuneo, 5 in provincia di Novara, 36 in provincia di Torino, 4 nel Vercellese, 1 nel Verbano-Cusio-Ossola.

 

Il totale complessivo è ora di 924 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 178 ad Alessandria, 38 ad Asti, 75 a Biella, 67 a Cuneo, 113 a Novara, 339 a Torino, 50 a Vercelli, 49 nel Verbano-Cusio-Ossola, 15 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

 

Sono 9.918  le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte, con un  incremento di 500 persone rispetto a martedì: 1.384 in provincia di Alessandria, 477 in provincia di Asti, 513 in provincia di Biella, 789 in provincia di Cuneo, 861 in provincia di Novara, 4.751 in provincia di Torino, 512 in provincia di Vercelli, 419 nel Verbano-Cusio-Ossola, 95 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 117 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 456, con un lieve flessione rispetto a martedì.

 

Mentre permangono critiche le situazione negli ospedali della regione per la carenza di dispositivi di protezione per medici ed infermieri, nella giornata di  ieri sono rimbalzate notizie circa l’inidoneità di uno stock di mascherine, giunte in Piemonte tramite la Protezione Civile nazionale per la distribuzione verso le utenze sanitarie del Piemonte. In seguito alla vibrate prese di posizione dei sindacati dei medici ed alcuni Ordini dei medici territoriali, queste disfunzioni allarmanti e vergognose, hanno coinvolto il governo e l’ormai inutile Commissario Nazionale Domenico Arcuri che, con le sue pseudo giustificazioni ha contribuito ancor più a creare sgomento e confusione.

 

In serata ci è prevenuto l’indispensabile chiarimento da parte della regione Piemonte.

L’Unità di Crisi precisa che ogni fornitura di materiale sanitario in arrivo a Grugliasco nel magazzino centralizzato per l’emergenza Coronavirus è soggetta al vaglio tecnico dell’Unità di Crisi della Regione. Le mascherine non autorizzate all'uso sanitario consegnate ieri dalla Protezione civile all’Ordine dei medici sono state fornite direttamente agli interessati da Roma. L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, fa un esempio: “Della fornitura di 102.000 mascherine della Protezione civile arrivate questa notte a Grugliasco, solo 24.000 sono state ritenute alla distribuzione agli ospedali. Per le altre 78.000 l’Unità di Crisi ha chiesto un supplemento di certificazione, tenendole bloccate. Sempre stanotte sono arrivate anche 50.000 mascherine ffp2 donate dalla Huawei Italia, immediatamente andate in distribuzione in quanto pienamente rispondenti ai requisiti richiesti”.(ovviamente non erano state ordinate dallo Stato e dagli Enti pubblici).

 

E’ palese che mentre in questa regione si continua a morire ed in modo maggiormente marcato nelle case di riposo, ove mancano totalmente mezzi protettivi, lo Stato oltre a latitare nelle forniture, nonostante le promesse televisive da parte di buffoni di corte, ovvero grand commis  inguardabili per la lor vacua tracotanza, si concede pure errori logistici e disguidi di varia natura che vanno ad impattare sulla sicurezza dei medici e pazienti. La Regione Piemonte, ingabbiata nei gangli della burocrazia, è impossibilitata ad operare sul libero mercato, ma subisce ancora l’onta dei drammi sociali che si stanno perpetrando.

 

Oltre ai morti ricoverati in strutture specifiche, i medici ed infermieri stanno pagando un tributo di sangue altissimo in Piemonte come nell’intero Paese. E’ ingiurioso per la memoria dei deceduti, grida vendetta per le famiglie che si vedono private dai loro affetti, è offensivo per i medici ed infermieri che continuano a lavorare con abnegazione, constatare ogni giorno, che lo Stato tiranno e becero  nasconda la sua impotenza, dietro a cavilli o a ingiustificabili disguidi. Quando il presidente Cirio invoca per sé pieni poteri, ha indubbiamente presente la situazione vergognosa di questo periodo, ma non può, porvi rimedio. Purtroppo dal dramma del Coronavirus, assistiamo all’impotenza dello Stato a gestire le emergenze.

 

A ieri sera, sono complessivamente 80.572 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a martedì di 2.937. quando l'incremento era stato di 2.107. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - è di 110.574. Il dato è stato fornito dalla Protezione Civile. Sono 16.847 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.118 in più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Ieri l'aumento dei guariti era stato di 1.109. 

 

 

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Articolo pubblicato il 02/04/2020