I dati forniti dai cinesi (contagi e deceduti) sono “taroccati”

E la stampa internazionale (salvo rare eccezioni) fa finta di niente 

Con riferimento all’articolo di ieri in cui segnalavano “... tornando al solito confronto fra le curve di Cina e Italia, emerge però una discrepanza che potrebbe confermare che le autorità cinesi non hanno detto tutta la verità e neppure il corretto e totale numero delle persone che si sono ammalate nel tempo in Cina.”, riportiamo un’interessante lettera/commento di un operatore finanziario che vive in Svizzera e che ci racconta il suo punto di vista fuori dall’Italia, spiegandoci, come leggendo dei giornali esteri non allineati, si possa facilmente comprendere che i dati cinesi sulla pandemia sono “taroccati”. Eccola:

 

“Insomma, c’è qualche cosa che non va in questi dati.

Il tasso di mortalità italiano del Covid-19 è molto più alto di quello cinese. 

E abbiamo dato la colpa alla nostra incapacità di fare statistica seriamente, al basso numero di tamponi, all’inefficienza italiana, autogiudicandola mostruosamente inetta rispetto all’efficienza cinese.

Io non sono pro o contro questo governo. 

O meglio, ho parlato spesso di persone che basta guardarle in faccia per capire che non dovrebbero diventare ministri e chi mi ha voluto capire ha capito e approva oppure si è arrabbiato, non mi legge più o ha fatto spallucce.

Ma, semplicemente, non è il momento di fare polemiche contro il governo. 

L’Italia è in emergenza, il governo è questo, collaboriamo tutti. 

Al contrario di quello che faccio di solito, io sto ammirando l’Italia. 

La sto ammirando da un Paese spesso invidiato come la Svizzera. 

Ebbene, l’Italia rischia il suicidio economico ma dimostra una dignità che altri non hanno. 

Da un po’ di tempo leggo “Caixin Global”, versione in inglese di un media cinese non allineato al governo cinese. 

Che a fine dicembre ha cominciato, inascoltato e addirittura censurato, a parlare di un virus sconosciuto nella zona di Wuhan. 

Consiglio a tutti di cominciare a leggerlo e magari a sostenerlo in qualche modo.

Perché dipinge perfettamente come la più efficiente delle dittature nulla può competere in termini di dignità con la più sfortunata delle democrazie. 

Ho sostenuto spesso nelle ultime settimane che i dati cinesi sul Coronavirus sono taroccati da sempre. Fin dall’inizio lo furono, con il criminale occultamento di notizie. E continuano ad essere.

Il conto dei morti rispetto ai contagiati non potrà mai tornare, se confrontiamo i dati dei peggiori comunisti della terra con i dati di una sia pur barcollante democrazia come l’Italia. Non regge, non può reggere. 

Noi sbagliamo a fare i conti, incespichiamo, litighiamo, due di noi che fanno i conti hanno sempre somme diverse, eppure le addizioni sono una scienza esatta.

Ma i cinesi no. 

I cinesi taroccano. All’origine. Io sostengo che i loro dati, quando sono sul versante negativo, vanno moltiplicati almeno per 10. Era la stessa cosa che sostenevo ai tempi dell’Unione Sovietica, e ci prendevo. 

I comunisti amano la divisione per dieci delle loro sciagure.

Loro sono efficienti, mica quei grassoni sconclusionati di capitalisti occidentali, con le loro democrazie ottuse. 

Si divide per 10 e il gioco è fatto. 

È semplice, si fa anche a mente e così non bisogna neanche annotarsi l’algoritmo con cui si è fatto il trucco. 

I cinesi hanno sicuramente la stessa nostra percentuale di morti rispetto ai contagiati. 

Semplicemente hanno taroccato numeratore e denominatore. 

Io credo che vada moltiplicato per 10 il numeratore (il numero dei morti) e almeno per 5 il denominatore, il numero dei contagiati. 

Questa è la mia opinione.

La conferma definitiva non me l’ha data Radio Free Asia oppure Caixin. 

Me l’ha data il principale quotidiano economico (?) italiano che si è affrettato a dire (classico ordine di scuderia pervenuto dall’alto e trascritto fedelmente dal “giornalista finanziario” di turno) che sì, insomma, i cinesi devono avere detto qualche bugia, ma mica come sostengono Radio Free Asia e Caixin.

Cioè, mentono, ma non tanto.

Molto quotidiano economico, vero?

Ecco, allora deve essere proprio così. 

Esattamente così. L’establishment sta reagendo. 

I cinesi non vanno offesi, poverini. 

Alla fine, sono solo dei poveri comunisti che hanno realizzato il sogno nazista di avere un miliardo di schiavi a disposizione. 

Cerchiamo di comprenderli, no? La libertà di stampa?

Oh, certo, qualche incidente, ma capita anche in Italia."

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Articolo pubblicato il 31/03/2020