Coronavirus in Piemonte. Medici ed infermieri continuano a lamentare i ritardi nelle forniture dei mezzi protettivi. Si muovono i privati, con maggior efficacia

AGGIORNAMENTO DEL 29 MARZO - 64 i decessi di ieri, in terapia intensiva, 442 persone. Prosegue l’aumento dei guariti Il salone delle OGR prossimamente adibito a centro Coronavirus.

Continua la protesta di medici ed infermieri per i ritardi con cui, nonostante  i proclami romani, arrivano nei reparti ospedalieri, le mascherine e altri mezzi protettivi. Sono principalmente le procedure ordinarie adottate per gli approvvigionamenti, non idonee negli stati di emergenza, ad essere la causa di questa vergognosa  e grave situazione che rischia di espandersi e continuare a mietere altre vittime, anche tra medici ed infermieri.

Si imputa alla scelta nefasta di aver collocato Domenico Arcuri a Commissario per l’emergenza, la causa di tanta disfunzione.

Per sopperire ai ritardi ed alla incongruità delle forniture, si stanno mobilitando organizzazioni di diversa natura e provenienza  e cittadini che raccolgono fondi per procedere ad acquisti mirati.

 

Ci viene inoltre riferito che al di fuori delle anacronistiche procedure adottate dagli enti pubblici, i supporti e materiali di protezione  sarebbero disponibili entro sette giorni dal lancio degli ordinativi.

 

Tra le ultime encomiabili  segnalazioni di cui siamo venuti a conoscenza, citiamo l’iniziativa  di un gruppo di Nefrologi a supporto dei centri dialisi della regione, gravemente carenti e della “La rete del dono” con  il motto “Proteggiamo medici e infermieri, su progetto del dottor Marco Diena e di Cardioteam Foundation.

Anche  gli Assessori, consiglieri, dipendenti della Lega Salvini in Regione Piemonte e numerose sezioni piemontesi  stanno acquistando mascherine da distribuire sul territorio regionale. A sottoscrizione ancora aperta,  si sono superate più di 20.000 mascherine ordinate.

 

Ieri sera l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 54, cosi suddiviso su base provinciale: 4 nell’Alessandrino, 5 nell’Astigiano, 7 nel Cuneese, 5 nel Novarese, 24 nel Torinese, 5 nel Vercellese, 2 nel Vco, 2 provenienti da altre regioni. Altri 156 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

 

Sono saliti a 64 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati ieri pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 20 in provincia di Torino, 8 nel Vco, 6 nell’Alessandrino, 4 nel Cuneese, 7 nel Biellese, 11 nel Novarese, 7 nell’Astigiano 1 residente fuori regione.

 

Il totale complessivo è ora di 662 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 141 ad Alessandria, 30 ad Asti, 64 a Biella, 41 a Cuneo, 93 a Novara, 213 a Torino, 28 a Vercelli, 41 nel Verbano-Cusio-Ossola, 11 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

Sono 7.920 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.223 in provincia di Alessandria, 324 in provincia di Asti, 428 in provincia di Biella, 571 in provincia di Cuneo, 676 in provincia di Novara, 3.772 in provincia di Torino, 425 in provincia di Vercelli, 314 nel Verbano-Cusio-Ossola, 77 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 442.

Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, in appena tre settimane la Regione Piemonte ha incrementato del 94 per cento i posti di rianimazione intensiva, passando dagli originari 287 agli attuali 554. La media di incremento, a livello nazionale è del 64 per cento.

Lo hanno reso noto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, al termine della Conferenza delle Regioni che oggi ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus.

«Siamo tra le prime Regioni d’Italia per risultato nell’incremento dei posti di terapia intensiva – commentano il presidente Cirio e l’assessore Icardi -. All’inizio dell’emergenza avevamo una disponibilità tra le più basse a livello nazionale, ma il sistema sanitario piemontese ha compiuto uno sforzo senza precedenti. Stiamo parlando infatti della battaglia più importante e che ci vede in prima linea tutti i giorni».

In relazione alla necessità d’incrementare i posti letto, nella mattinata di ieri, si è svolto,  un sopralluogo presso le OGR da parte dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Comune e Prefettura di Torino e la società OGR che gestisce le ex Officine grandi riparazioni, al fine di valutare l’allestimento di un’area di circa 100 posti da dedicare alla degenza e alla terapia subintensiva per i pazienti di media e lieve entità.

Lunedì si farà il punto per decidere sulla base dei rilievi tecnici effettuati.

Ieri in Italia si  sono superate le diecimila vittime  per il coronavirus. Sono 10.023 i morti, con un aumento rispetto a venerdì di 889, quando l'aumento era stato di 969. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile.

Sono 12.384 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.434 in più di ieri. E' l'incremento più alto registrato dall'inizio dell'emergenza.  Ieri l'aumento dei guariti era stato di 589.

Sono complessivamente 70.065 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.651. Venerdì l'incremento era stato di 4.401. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 92.472.

Sono 3.856 i malati ricoverati in terapia intensiva, 124 in più rispetto a ieri. Di questi, 1.319 sono in Lombardia. Dei 70.065 malati complessivi, 26.676 sono poi ricoverati con sintomi e 39.533 sono quelli in isolamento domiciliare.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 29/03/2020