Coronavirus in Piemonte. Aumentano i pazienti guariti ed i ricoveri nelle terapie intensive. Continuano i decessi, con l’incremento dei contagiati

Aggiornamento del 27 marzo. Tensione nei reparti ospedalieri per la carenza di mascherine e mezzi protettivi. Chiusura notturna del Pronto soccorso di Carmagnola

La notizia positiva arriva dall’Unità di crisi della Regione Piemonte, che nel pomeriggio di ieri ha comunicato  il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, salito a 32, cosi suddivisi su base provinciale: 13 residenti in provincia di Torino, 3 nell’Alessandrino, 5 nel Cuneese, 5 nell’Astigiano, 3 del Novarese, 1 nel Vercellese, 2 provenienti da fuori regione.

Rispetto a mercoledì è sceso il numero dei deceduti. Nelle ultime 24 ore, 62 sono stati i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nella serata di ieri dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 17 in provincia di Torino, 12 nell’Alessandrino, 5 nel Cuneese, 3 nel VCO, 3 nell’Astigiano, 15 nel Biellese, 1 nel Vercellese, 2residenti fuori regione.

Il totale complessivo è ora di 545 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 131 ad Alessandria, 19 ad Asti, 56 a Biella, 34 a Cuneo, 67 a Novara, 170 a Torino, 25 a Vercelli, 33 nel Verbano-Cusio-Ossola, 10 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

“Un’altra giornata in cui sentiamo il bisogno di stringerci agli affetti di tutte le persone che questo nemico invisibile ci sta portando via - commentano il presidente Alberto Cirio e l’assessore Luigi Genesio Icardi - Il nostro pensiero va alle loro famiglie e a quelle di tutti gli operatori sanitari che combattono da settimane in prima linea questa battaglia. Donne e uomini verso i quali il nostro grazie non sarà mai abbastanza”.

Sono 6.708 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.042 in provincia di Alessandria, 296 in provincia di Asti, 341 in provincia di Biella, 502 in provincia di Cuneo, 585 in provincia di Novara, 3.149 in provincia di Torino, 341 in provincia di Vercelli, 279 nel Verbano-Cusio-Ossola, 63 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 415, quasi al limite di soglia.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 18.486, di cui 11.329 risultati negativi.

A partire dalle ore 20 di venerdì 27 marzo viene temporaneamente sospesa l'attività del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero San Lorenzo di Carmagnola nella fascia notturna 20.00 - 08.00.

«In questa fase emergenziale – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – abbiamo bisogno del contributo di tutti. Ringrazio l’Azienda sanitaria locale e i sindaci del territorio carmagnolese che hanno collaborato per venire incontro alle esigenze del momento. Resta inteso che, superata questa fase di emergenza, verrà ripristinato il normale orario».

La regione oltre all’allestimento dell’Ospedale di Verduno, della Clinica di San Maurizio Canavese e di appositi locali nelle strutture ospedaliere pubbliche e private, non lesina sforzi per ricavare nuovi posti letto ed impegnare la maggior parte dei medici e degli infermieri per fronteggiare il contagio ed assistere i pazienti.

Non si placano però le proteste del personale medico ed infermieristico per la carenza di mezzi protettivi, oltre che delle mascherine per coloro che operano a contatto diretto con i contagiati. In questa circostanza, lo Stato ha dimostrato tutta la sua decadenza nel non aver saputo affrontare un’emergenza epocale, con mezzi straordinari, ma essersi avvalso delle consuete e farraginose procedure ordinarie, calate dall’alto con nauseante retorica.

La Regione Piemonte sta cercando di approvvigionarsi sul mercato internazionale  e da produttori  piemontesi che si sono candidati. Nel pomeriggio di ieri davanti alla Commissione Consigliare, la disarmata assessora Chiara Caucino ha dichiarato "È di circa 300mila alla settimana il numero di mascherine necessario per il comparto sociosanitario piemontese e, al momento, ne abbiamo distribuite circa 50mila. Da lunedì, grazie a nuove acquisizioni, sarà possibile ricominciare i rifornimenti. La situazione è difficile e in continua evoluzione”,

Questo è il dramma che stanno vivendo coloro che in prima linea ci curano, sopportando disagi, fatiche  annoverando anche contagiati e deceduti tra le loro file.

Non è poi sfuggita la dichiarazione del presidente Cirio di ieri, cioè che 18 docenti universitari del Piemonte debbano metterci 7 giorni per validare le produzioni piemontesi di mascherine, pena il non placet del Ministero della Salute.

Intanto oltre alle prese di posizione degli  Ordine dei Medici e delle Organizzazioni sindacali di categoria, siamo a conoscenza che altre categoria di medici e personale sanitario sta presentando al Ministero della Sanità ed alla Regione Piemonte, specifiche e motivate segnalazioni sui rischi che stanno correndo i medici e i pazienti. Forse qualche meccanismo sarà ancora da rivedere nella cabina di regia dell’Unità di crisi della Regione?

Dopo 4 giorni di calo, in Italia risale la curva dei contagi. Ieri sera erano 4.492 in più, mentre mercoledì l'aumento era stato di 3.491, martedì di 3.612, lunedì di 3.780 e domenica di 3.957.

Il numero delle vittime è di 662, con un calo rispetto a ieri quando erano state 683. In tutto sono 8.165. Nella sola Lombardia sono 34.889 i positivi, con un aumento di 2.543 casi in un giorno. I decessi sono 4.861, con un aumento di 387 vittime. A Brescia 1.000 morti.

 

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Articolo pubblicato il 27/03/2020