Coronavirus in Piemonte. L’impennata dei decessi. Cirio scrive a Conte; “Situazione al limite; Chiediamo una via di priorità d’urgenza”

In Italia superate le 4 mila vittime. Ieri 627 morti

Nelle ultime 24 ore si è registrata l’impennata delle morti in tutta la regione. Sono infatti 44 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati ieri pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte:14 in provincia di Torino, 9 nell’Alessandrino, 7 nel Novarese, 4 nel Cuneese,4 nell’Astigiano, 2 nel Vco, 1 a Biella e 2 nel Vercellese e1 proveniente da fuori regione.

Il totale complessivo è ora di 224 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 71 ad Alessandria, 8 ad Asti, 25 a Biella, 13 a Cuneo, 28 a Novara, 49 a Torino, 14 a Vercelli, 12 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 Le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte sono 3576  così suddivise: 634 in provincia di Alessandria, 151 in provincia di Asti, 180 in provincia di Biella, 233 in provincia di Cuneo, 302 in provincia di Novara, 1.590 in provincia di Torino, 210 in provincia di Vercelli, 149 nel Verbano-Cusio-Ossola, 56 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 71 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone in isolamento domiciliare sono 1.423. Quelle ospedalizzate 1.929, di cui 298 in terapia intensiva.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.590, di cui 6.387 risultati negativi.

Dinanzi all’evolversi drammatico del contagio e dei deceduti, nella serata di ieri  il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme al commissario straordinario per il Coronavirus in Piemonte Vincenzo Coccolo e all’intera Giunta regionale  ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai commissari straordinari per il Coronavirus Borrelli e Arcuri, che riportiamo integralmente: “Le nostre proiezioni ci dicono che in meno di tre giorni i casi di contagio in Piemonte raddoppieranno, avvicinandosi al livello di saturazione della rete di terapia intensiva regionale - si legge nella lettera -. Nonostante tutte le misure prese e il senso di responsabilità di moltissimi cittadini la situazione è drammatica: i posti per la terapia intensiva, che con il nostro potenziamento sono stati quasi raddoppiati, sono pressoché esauriti, le attrezzature e il materiale medico non arriva, il personale ospedaliero è stremato malgrado i rinforzi. Comprendiamo bene che la situazione sia difficile in tutto il Paese, ma il nostro caso insieme a quello della Lombardia non lascia più neanche un minuto da perdere”.


“Il Piemonte ha fatto e sta facendo miracoli - spiega il presidente Cirio - lo dimostra il potenziamento dei posti di terapia intensiva che abbiamo incrementato di oltre il 65% dall’inizio dell’emergenza. Insieme al Veneto siamo tra le Regioni che hanno fatto in questo senso lo sforzo più grande. Ma non basta. Abbiamo bisogno di aiuto, materiali, uomini. I nostri approvvigionamenti sono bloccati alle frontiere. Il Governo ha parlato di una task force di 300 medici, noi chiediamo subito che una parte venga mandata in Piemonte. Nel distribuire gli aiuti Roma deve tener conto delle proiezioni regionali di sviluppo del contagio. Per questo noi chiediamo di aprire per il Piemonte una via di priorità d’urgenza”.

L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto la sospensione dell’attività dei Pronto Soccorso di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva.
Il provvedimento emergenziale è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti covid, nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.
«Intendo ribadire che si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure – osserva il commissario straordinario per l’emergenza covid in Piemonte, Vincenzo Coccolo -, la straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare, è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima».

Non si placano le polemiche da parte delle organizzazioni sindacali, medici ed infermieri per la carenza di mascherine ed altri dispositivi di protezione nei reparti ospedalieri ove è maggiore il rischio di contrarre il virus per i medici e in altri reparti tra i quali le dialisi ed il Centro Trapianti d’organo, per la salute dei pazienti stessi.

La regione conferma che continua il rifornimento dei dispositivi di protezione individuale a personale sanitario, farmacisti e medici di base del Piemonte.

Nella giornata di ieri, l’Ufficio Beni e servizi dell’Unità di crisi della Regione Piemonte ha provveduto all’invio alle Aziende sanitarie di 53.850 mascherine chirurgiche, 900 tute protettive donate dalla comunità cinese, 1.470 camici veterinari, 4.410 mascherine ffp2, 28.300 guanti, 400 tamponi, 200 calzari, 500 cuffie.

Sono inoltre operative presso i laboratori analisi degli ospedali Molinette e Amedeo di Savoia di Torino le prime quattro nuove apparecchiature della DiaSorin di Saluggia che permetteranno di moltiplicare di molto la capacità diagnostica sul “coronavirus covid19”.

Giovedì sono stati effettuati i test sperimentali, con la formazione di tecnici e operatori. Da oggi, le macchine potranno essere impiegate a pieno regime, processando 16 campioni ogni novanta minuti per laboratorio.

Si tratta di una linea di analisi veloce, per casi che necessitano di risposte rapide, lavorando in parallelo con la rete già esistente, che richiede tempi di risposta più lunghi, intorno alle cinque ore.

Le stesse apparecchiature sono in corso di fornitura anche per gli altri laboratori abilitati del Piemonte.

Altro tema di rilevante criticità riguarda l’effettuazione dei test, tramite tamponi diagnostici.

Allo stato attuale, fatta salva la potestà decisionale del sanitario, orientata dalla clinica, il governo regionale ha stabilito di voler effettuare un controllo esteso a tutto il personale sanitario, da avviare secondo criteri di priorità condivisi con le organizzazioni sindacali di categoria che li rappresentano.

Drammatica la situazione del contagio in Italia. Ieri sera sono state superate le 4mila vittime per coronavirus. 4.032 sono i morti, con un incremento rispetto a mercoledì di 627. E' il maggior incremento dall'inizio dell'emergenza. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Ieri l'aumento era stato di 427.

Sono 5.129 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 689 in più di ieri. Ieri il dato giornaliero sui guariti era di 415.  Sono complessivamente 37.860 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a mercoledì di 4.670. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 47.021

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Articolo pubblicato il 21/03/2020