Da Lisbona a Superga
La regina María Pía di Savoia con il principe Don Alfonso.

Alessandro Mella rievoca le visite della regina e dei principi reali del Portogallo

In diversi articoli precedenti abbiamo avuto modo di dare qualche cenno sugli antichi e importanti rapporti che legarono il Regno del Portogallo all’Italia in particolare attraverso la Casa di Savoia. Non a caso due sovrani sabaudi, Carlo Alberto e Umberto II, scelsero come meta del proprio infausto esilio quel lontano paese che riservò loro molte manifestazioni di affetto e umana empatia.

Legami che La Stampa volle ribadire, orgogliosamente, il 6 luglio 1911 nei giorni luttuosi della scomparsa della regina Maria Pia:

 

«I più gloriosi episodi della storia portoghese ci appaiono associati al nome di Principesse e Duchi di Savoia: la fondazione del Regno e l’inizio dell’indipendenza del Portogallo sono congiunti al nome di Mafalda di Savoia; l’era eroica delle scoperte geografiche di nuovi mondi fatte dai portoghesi è legata a quella di Beatrice di Portogallo e Duchessa di Savoia; le guerre sanguinose combattute dai portoghesi contro la Spagna per la loro autonomia, ricordano Margherita di Savoia e Maria Elisabetta di Savoia Nemours».

 

Il periodo in cui le relazioni tra queste due nazioni si mostrarono più intensi fu senz’altro proprio quello in cui Maria Pia di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, vi regnò come regina consorte. In quegli anni molti artisti, professionisti e tecnici si recarono volentieri in Portogallo per offrire i propri talenti e le proprie competenze avendo modo di portare un importante contributo alla crescita nazionale portoghese. E questo fece si che molti italiani venissero gratificati con onorificenze della Casa di Braganza quali l’Ordine del Cristo, di San Benedetto d’Avis, di San Giacomo della Spada e di Vila Vicosa.

Questa reciproca simpatia tra nazioni ebbe tante spontanee dimostrazioni popolari. Alcune di queste erano chiaramente percettibili quando la regina Maria Pia tornava in visita in Italia. Tra le sue mete predilette Torino ed il vecchio Piemonte, ove del resto era cresciuta e dove conservava i ricordi più cari, poi Roma e la bellissima Napoli. C’è da pensare che lei guardasse al futuro e desiderasse la continuità di quei rapporti tra patrie. Diverse e lontane eppure entrambe così passionali e piene di vita. Non a caso, spesso, prese a recare con sé i propri figli così che i principi imparassero ad amare la terra d’origine della madre e quel partner sempre più importante per il loro regno. Erano certamente il futuro della Casa di Braganza ma in loro, e non dovevano scordarlo, scorreva anche sangue italiano e sabaudo.

Oggi vorremmo ricordare uno di questi viaggi, quello che si tenne nell’estate del 1883 quando il fratello della regina, Umberto I, regnava dal Palazzo del Quirinale. Tra le tappe non mancò naturalmente Torino ed ella volle che i figli si recassero in pellegrinaggio in quel sacrario dei loro antenati materni che ancora oggi domina la città piemontese. La Stampa di Torino del 26 luglio citò, ovviamente, il grazioso evento:

«Come annunziammo nella cronaca, ieri mattina i principi reali di Portogallo, Don Carlo e Don Alfonso, visitavano la Reale Basilica di Superga. Il comm. Giacinto Crodara Visconti direttore capo dell’Amministrazione della Real Casa, rappresentante del ministro S. E., il conte Visone, ed il prefetto della R. Basilica, comm. abate Gian Antonio Pavarino, Elemosiniere del Re, avevano l’onore di riceverli. Scesero innanzi tutto nelle tombe reali, dove dopo fatta breve preghiera su quella del Magnanimo re Carlo Alberto e di quella santa donna che fu l’augusta ava loro, Maria Adelaide, ed ammirati gli stupendi monumenti, i principi salirono la cupola restando parecchio tempo ad ammirare l’incantevole panorama che loro si distendeva sotto gli occhi. Visitato poscia l’interno della maestosa Basilica (…) ne ripartivano accompagnati dal loro seguito, lasciando in tutti una cara ricordanza della graziosa loro visita. Come già altra volta abbiamo detto, i Reali Principi di Portogallo, sono due giovani simpatici d’aspetto, gentilissimi di tratto, facili parlatori della lingua italiana, e tali che, accoppiando bellamente in sé, con il nobile portamento della persona e la dignità dei principi, un fare delicatamente semplice (…) si conciliano tosto l’altrui riverente affetto».

È da sottolineare che nel 1884 il Crodara Visconti fu nominato commendatore del Real Ordine di Nostra Signora di Vila Vicosa.

La stessa sera del 26 luglio la regina e i principi portoghesi, accompagnati dal Re Umberto I e dal Duca d’Aosta Amedeo, lasciarono Torino con un folto seguito, un picchetto d’onore dei Reali Carabinieri e la partecipazione dei torinesi che l’acclamarono affettuosamente.

Di un ulteriore visita, tra le molte fatte a Torino, troviamo notizia nel 1893:

 

«La regina Maria Pia di Portogallo ha voluto tornare questa mattina a Superga – malgrado il pessimo tempo – per un ultimo pietoso omaggio ai trapassati della Casa di Savoia.

Essa partì da Sassi alle ore 9.35, con treno speciale della funicolare, accompagnata da una dama e da due cerimonieri di Corte, uno italiano e l’altro portoghese.

Il treno era scortato dal comm. Crosa e dal cavaliere Angelo Delvecchio. A Superga venne celebrata una messa da monsignor Antonielli, prefetto della basilica. Il treno speciale portante Maria Pia ripartì da Superga alle ore 11.10».

 

C’è qualcosa di curioso in questa vicenda se ci si pensa. Maria Pia, infatti, non poteva certo immaginare che a Superga avrebbe avuto il suo lungo riposo dopo la vita terrena. Avrebbe dovuto trovare il proprio giaciglio eterno nel Pantheon dei Braganza presso il monastero di São Vicente de Fora ma la storia fece il suo ingrato corso.

Proclamata la repubblica nel 1910, infatti, dovette prendere la via dell’esilio raggiungendo l’Italia ove era nata e cresciuta. A Stupinigi venne a mancare nel 1911 e l’unica soluzione in quel momento praticabile fu ospitarla nella Cripta Reale dei suoi antenati sull’altura di Superga. Qui si trova da allora anche se il Portogallo ha manifestato il desiderio di vederla tornare nella sua patria al posto che spetta ai sovrani portoghesi.

Nell’autunno 2017 il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè, giunse in Piemonte per una visita accompagnato da Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo e dal Conte Giuseppe Rizzani Delegato degli Ordini Dinastici Portoghesi per l’Italia, la Repubblica di San Marino e la Santa Sede. Proprio in quella occasione egli si recò a Superga, accompagnato da S.A.R. il principe Sergio di Jugoslavia, per rendere omaggio alla regina Maria Pia cara ancora oggi al cuore del suo paese. 

Un pellegrinaggio nel segno della continuità storica e dinastica e rinnovatore dei secolari e storici legami tra due mondi lontani nello spazio ma così vicini nello spirito.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 02/03/2020