8 gennaio 1915: muore a Torino il letterato Rodolfo Renier

Professore di Letterature neolatine all'Università di Torino, è titolare di una via del Borgo San Paolo

Rodolfo Renier nasce a Treviso, l’11 agosto 1857, da Luigi e Fanny Venturi, in una antica famiglia patrizia veneziana. Studia in varie città italiane, Camerino, Urbino, Ancona, in conseguenza degli spostamenti di sede del padre, magistrato.

È allievo di Giosuè Carducci, all'Università di Bologna, e di Arturo Graf, a Torino, dove si laurea in Filosofia nel 1879. Si perfeziona a Firenze, presso l'Istituto di Studi Superiori, sotto la guida di Adolfo Bartoli, e nel 1880 consegue il diploma di Lettere e Storia.

Nel 1883 diviene professore di Letterature neolatine all'Università di Torino.

Sempre nel 1883 fonda con Arturo Graf e Francesco Novati il “Giornale storico della letteratura italiana”, che dall’inizio del Novecento in pratica dirige da solo. Nel 1904, crea con F. Novati la rivista “Studi medievali”. Esplica attività di filologo, letterato e filosofo, cura importanti edizioni critiche di testi trecenteschi e rinascimentali e produce notevoli monografie storiche; i suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura europea.

Muore prematuramente a Torino l’8 gennaio 1915.

A Rodolfo Renier viene dedicata una via del Borgo San Paolo. Aldo Farinelli nel suo articolo “Una via sconosciuta all'anagrafe... Rivalta, Antonio Carle o fratelli Carle?” (Stampa Sera, venerdì 19 aprile 1940) spiega che questo nome è stato attribuito, «anni or sono», all'ultimo tratto di via Rivalta, «a monte di corso Racconigi». Farinelli spiega che la via Rivalta contava allora «venti anni di onesta carriera, durante i quali […] era passata dal rango di viottolo campestre a quello di urbanissima strada».

Oggi la via Renier va dal largo Racconigi a via Issiglio, ha un andamento leggermente curvilineo nel suo tratto finale dove forma un piccolo isolato triangolare con una diramazione di via Caraglio, denominato “via Caraglio 132”. In questo tratto si possono ancora trovare alcune piccole costruzioni suggestive: in particolare, al civico 63, una piccola casa, con giardinetto di forma triangolare delimitato da un muro sormontato da piccole statue in litocemento, forma una sorta di prua di nave.

Altri edifici di un certo interesse si possono osservare ai civici 61, 59 e 53 che si direbbero precedenti alla seconda guerra mondiale, sia pure rimaneggiati. Contrastano con gli imponenti caseggiati che sorgono lungo la restante parte della via, decisamente più moderni, anonimi, e che sicuramente non invogliano a passeggiate per una ricognizione da quelle parti.

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Articolo pubblicato il 08/01/2020