Conte si rilancia sino al 2023!

Attacco a Salvini che replica, sul suo operato quand’era ministro. Investimenti incondizionati al Sud

Ieri si è tenuta la consueta conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio, E’ stata la fiera delle vanità fondata sul nulla.

Gran parte delle affermazioni  del professor Conte, sono state di attacco trasformatosi poi in polemica a distanza con Salvini sull’immigrazione e sui maggiori risultati conseguiti dal suo secondo governo in materia di ricollocazioni, rispetto a quanto fatto a suo tempo da Salvini, seguite da una cantilena di esaltazioni del non fatto.

 

Ha astutamente sorpreso i famelici componenti della sua maggioranza  annunciando la sostituzione del dimissionario ministro Fioramonti, con lo sdoppiamento del suo dicastero in due. L’Università e la Ricerca affidata al Professor  Gaetano Manfredi   e l’Istruzione e la Scuola all’attuale sottosegretaria, la salernitana grillina Lucia Azzolina.

 

Sul cui conto stanno circolando documentate attestazione d’ignoranza ed inadeguatezza al ruolo, rimarchevoli  per chi si appresta a dover gestire i bubboni della Scuola italiana.

La rincorsa alle poltrone, con la mossa fulminea di Conte al momento paiono sedate.

 

Il Presidente del Consiglio ha esaltato le frizioni all’interno della maggioranza, quali valori positivi ed ha dato risalto al vertice di inizio gennaio per poi marciare spediti (la maratona!) sino al 2023, con la fatidica frase che dopo di lui non ci potranno che tenersi le elezioni di fine legislatura.

 

E’ stato tenero con le opposizioni e non è stato minimamente sfiorato dal dubbio che nel 2019 ha presieduto due governi con partner differenti, così le polemiche verso Salvini hanno rappresentato l’unica vis polemica.

 

L’Italia del Nord con le mareggiate e gli uragani che imperversano in diverse zone dal mese di novembre, sta  andando a pezzi.

La ministra De Micheli  è sin  peggiore di Toninelli per i suoi eloquenti silenzi. Ma Conte, senza scomporsi  pontifica "Bisogna lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorare e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo osservato fino qua non ci piace. Serve una manutenzione più efficace, ordinaria e straordinaria".

 

Sulla gronda, il terzo valico, l’Asti Cuneo, silenzio assoluto e nulla procede. Ma Conte, evitando espliciti riferimenti ed impegni con noncuranza annuncia ed impone  a priori investimenti e spese per il 34% del bilancio dello Stato a favore del Sud. Al divario del Nord Italia con l’Europa, nessuno pensa e provvede.

Si ignorano le inchieste della magistratura e gli arresti dei giorni scorsi che hanno ancora marcato le connivenze  tra malavita organizzata, politica e burocrazia. Conte è aprioristico e decide. D’altronde i suoi ministri, oltre ad essere inefficienti, già provengono in gran parte  dallo “sfasciume pendulo”.

 

Ma le perle non mancano. Per coloro che si aspettavano una riduzione della pressione fiscale per  ridar fiato all’economia, Conte è lapidario; “Serve invece un'agenda fino al 2023, che però non vede all'ordine del giorno la flat tax nè la rimodulazione delle aliquote Iva. Piuttosto, nuove misure anti-evasione”.

“Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni – prosegue Conte -, non significa che andremo a passo lento, marceremo spediti, ma questo spazio temporale ci consentirà di programmare senza l'affanno di questi mesi le nostre iniziative di governo. Vogliamo un piano ambizioso riformatore per realizzare quelle misure che il paese attende da anni per migliorare la qualità della vita dei cittadini".  E’ il volo pindarico sul libro dei sogni. 

 

Con altrettanta disinvoltura il Presidente tratta il tema della Giustizia, dimenticando la mediocrità dei nostri politicanti e la mancata volontà di trattare temi imprescindibili, che implicitamente ci colloca sempre di più in una Repubblica giudiziaria.

 

Sorvola sull’argomento prescrizione sul quale PD e M5S si stanno fronteggiando "Dovremmo lavorare per velocizzare i processi: questo sarà un pilastro del nostro disegno riformatore. Siamo molto ambiziosi, dobbiamo mettere mano alla giustizia tributaria. Il mio obiettivo è quello di ridurre un grado di giudizio, per la giustizia tributaria devono essere sufficienti solo due gradi".

 

Solo fugaci promesse sulle tematiche che da mesi fan stare con il fiato sospeso migliaia di famiglie e di risparmiatori.

"A breve torneremo con soluzioni per l'Ilva e anche per la città di Taranto"., per poi toccare l’argomento Banca Popolare di Bari: "mettiamo in sicurezza i risparmi dei cittadini e un polmone creditizio fondamentale per il territorio, ma in prospettiva non escludiamo una soluzione di mercato. Non è un salvataggio, ma un sostegno dello Stato".

 

Mentre partiti e osservatori tengono l’obiettivo puntato sulle due scadenze elettorali di gennaio(Emilia Romagna e Calabria) che, a secondo dell’esito, potrebbero avere ripercussioni sulla vita del Governo, Conte vola alto e sostiene che le elezioni regionali del 2020, "non saranno un referendum sul governo". "Dobbiamo dare la giusta importanza ad appuntamenti elettorali sul territorio, ne ricaveremo dei dati politici che potranno avere anche un riverbero sul piano nazionale, ma sono sempre circoscritte".

 

Ci è parso velleitario ed in fondo un presidente di panna montata, a rischio di incespicare dinanzi alle insidie dei suoi sostenitori.

Affidiamo al giudizio dei nostri lettori le espressioni conclusive di Conte che potrebbero rivelare ben altri scenari: “La politica ha bisogno di credibilità, i cittadini devono poter nutrire fiducia nelle istituzioni. Il giorno in cui mi dovessi accorgere di perdere credibilità" e dovessi perdere la "fiducia nei cittadini, credetemi, sarebbe un giorno di non ritorno". 

Ben per lui! Potremo caso mai tessere l’elogio all’ottimismo.

 

Ieri di prima mattina a Giuseppe Conte è capitata una seccatura non  di natura politica, bensì famigliare. La sua ex moglie, Valentina Fico, è tra le  12 avvocate dello Stato che ha citato in giudizio Palazzo Chigi.

 

La querelle nasce dall’esclusione  dai premi lavorativi durante il congedo di maternità e ora rivendica tutto quello che le sarebbe (economicamente) spettato quando era incinta dell'attuale premier.

 

Un caso spinoso e per certi versi antipatico, per non dire imbarazzante, per il sedicente avvocato del popolo. Di fatto l'ex moglie e madre del loro unico figlio, Niccolò, fa parte del gruppo di avvocatesse che è già andato a tirare per la coda la presidenza del Consiglio per avere una sorta di risarcimento.

 

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Articolo pubblicato il 29/12/2019