canavčis, natura, arte storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo n. 35 Autunno 2019/Inverno 2020

Fabrizio Dassano illustra i contenuti della rivista

Nuovo numero di «Canavèis, natura, arte storia e tradizioni del Canavese e delle Valli di Lanzo», che arriva al 35° numero dell’Autunno/Inverno 2019, in corso di distribuzione nelle edicole e nelle librerie.

Con 128 pagine, i contributi iniziano con le storie del maestro Augusto Regis (Moncrivello, 1858 – Torino, 1838) e della Filarmonica di Vische, in cui Giorgio Clerico tratteggia i lineamenti essenziali del Maestro Gusto. Sempre in musica Igor Ferro ci racconta del Maestro campanaro e poliglotta Silvano Sbizzera di Cascinette d’Ivrea, scomparso nel dicembre 2018, con interessanti note di repertorio. Stefano di Giusto invece ci fa ripiombare nel biennio nero dell’occupazione rievocando le operazioni antipartigiane dei carri armati del Panzer-Abteilung 208 del 1° Panzer – Regiment “Feldherrnhalle” con interessanti immagini di Panzer III in versione con obice da 75 mm. in Valle Orco e nelle Valli di Lanzo e in un secondo articolo a Ceres, nell’estate del 1944 prima di venire trasferiti e inghiottiti dal fronte orientale. Le immagini sono tratte dal suo libro pubblicato in inglese: Panzer-Sicherungs-Kompanie and Panzer-Abteilung 208-I/Panzer-Regiment “Feldherrnhalle”.

Silvano Bianchi racconta invece del pregevole apparato gnomonico della facciata del palazzo municipale di Strambino. Tiziano Passera racconta il volume dell’ingegner Giuseppe Aluffi dedicato alla figura di San Savino, patrono di Ivrea, pubblicato dall’Associazione di Storia e Arte Canavesana. Doriano Felletti invece porta alla luce la figura di un illustre chivassese: il fisico Giuseppe Basso (1842 – 1895), amico di Galileo Ferraris e insegnante dell’illustre matematico Giuseppe Peano. Della poetessa Ada Marta Benevenuta con Artornerai a rije… (tornerai a ridere) Stefano Merlo ne propone la poesia e il ricordo di Ada, scomparsa il 28 settembre scorso.

Aleardo Fioccone getta una luce sul naturalista Renzo Videsott (1904-1974), difensore e innovatore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Giacomo Giacobini racconta dei “Mitra Olivetti”, dello Sten di progettazione inglese che sparava una cartuccia 9 x 19mm. Parabellum ma anche una 9x17 in uso nelle truppe tedesche e italiane della repubblica sociale. La particolarità era la canna ad anima liscia per non ingenerare sospetti nei frequenti controlli tedeschi. I “rompigomme Olivetti” sono il secondo elemento dello studio. Luigi Bario invece tratteggia la figura di Celio Secondo Curione di Ciriè, umanista e riformatore del Cinquecento famoso in tutto il mondo ma da noi sconosciuto, braccato dall’Inquisizione trovò riparo nella Svizzera protestante. Marco Notario ci proietta nel medioevo con i tesori di San Benigno e la riscoperta di Fruttuaria partendo dal 1979.

Giovanni Bertotti invece illustra stralci dell’assistenza medica in Alto Canavese nei secoli passati, illustrando le tappe e i passaggi fondamentali della storia della medicina, dell’amministrazione sanitaria e delle strutture di quei luoghi. Fabrizio Dassano illustra due dei tanti canavesani decorati di Legion d’Honneur da Napoleone Bonaparte: Domenico Boggio di San Giorgio Canavese caduto alla battaglia di Wagram tra il 5 e il 6 luglio 1809, caporale al 111° reggimento di fanteria di linea e di Giovanni Curbis, capitano nel medesimo reggimento (formato nella stragrande maggioranza da Piemontesi) che sopravvisse alle campagne e si stabilì a Fontaine, nell’Isere ove mori nel 1837. Giuseppe Berta attraverso lo studio di una gabella e la supplica al Marchese di Monferrato, parla di antiche consuetudini legate alla produzione e al consumo del vino Chiaretto di Montalenghe. Milo Julini, esploratore del Piemonte criminale nella storia, si occupa dell’omicidio commesso da Margherita Baretta di Favria il 21 dicembre 1861.

Maria Cristina Lo Russo illustrando gli affreschi sindonici della parrocchiale di Lanzo torinese, tratteggia anche la figura del religioso Federico Albert. Tra botanica e mitologia, Giovanni Battista Colli percorre la discendenza del nocciolo: dalla bacchetta del rabdomante alla scopa della Befana per arrivare ai gianduiotti. Pier Luigi Ollearo narra la straordinaria storia dei suoi familiari, i piveronesi fondatori della “Motociclette Ollearo”, attiva dal 1922 al 1952. Con 120 milioni di mattoni e tre anni di lavoro, Marco Bosio ci racconta la storia di una delle più grandi opere idrauliche del nord Italia e cioè la realizzazione del canale Cavour tra il 1863 e il 1866 che unisce ancora oggi il Po al Ticino irrigando 500.000 ettari di terreno agricolo. Adele Ventosi propone un interessante inedito di Francesco Carandini (1858 – 1946), lo storico della “Vecchia Ivrea”. È la divertente rima dedicata alla sarta “Gigia”, la “Regina dei calzoni”, composta nel 1940. Interessante ritratto del generale Luigi Guibert (1808 – 1889) di Caselle, lo propone Gianni Rigodanza: soldato, amministratore e cittadino esemplare. La sua spada da granatiere si conserva nel Palazzo Municipale.

Livio Tonso spiega il difficile rapporto tra la lingua e la penna cioè tra la lingua parlata e il segno grafico convenzionale che la dovrebbe rappresentare utilizzando l’esempio della lingua piemontese. Guido Cattaneo si avventura invece nella storia famigliare di Giò Cattaneo di Favria, padre di una discendenza inarrestabile di agricoltori tra Settecento e Ottocento con una straordinaria immagine del 1885 che ritrae la famiglia di Giacomo Cattaneo e la moglie Giacomina Perino contornati da un numero incredibile di figli, figlie, nuore e nipoti e pure il cane. Marisa Bertarione illustra la biografia di Giuseppe Riva (1834 – 1916) avvocato e pittore (amico di Jean Corot) e fondatore della Società Artistica Canavesana, membro della “Scuola di Rivara”, fu anche poeta e umorista (famosa la sua “L’alpinista dla cadrega”) illustratore degli usi e costumi del piccolo mondo antico eporediese. Candida Maddaleno propone una bella disamina sulle danze piemontesi, presenti fin dal Medioevo, come elemento costante della storia della corte e del popolo. Alessandro Mella si occupa invece della presenza dei Savoia in Val di Viù nei 980 anni di esistenza della corona, concentrandosi sui fatti avvenuti nell’Ottocento e nel Novecento riprendendo i temi sviluppati dallo scomparso professor Claudio Santacroce.

Oliviero Cima con “Valle del Gallenca, Il montanaro con la pipa” illustra la bella immagine che ha guadagnato la copertina di questo numero di Canavèis, tratta dall’archivio di Anilde Ferro. Federico Valle racconta della storia dei trasporti pubblici dell’800 da Torino alle Valli di Lanzo e al Canavese con un viaggiatore d’eccezione: il santo Giovanni Bosco sempre in giro per le sue opere e anche narratore di momenti di autoironia in alcune situazioni. Ariela Robetto con “Un santo amico in Paradiso” sulla fortuna di alcuni santi e di alcuni luoghi di culto molto legati alle popolazioni delle Valli di Lanzo dai tempi antichi fino ai primi del ‘900. Del compianto Savino Giglio Tos un’analisi dei documenti per risalire alla consistenza degli abitanti di Ivrea tra Cinque e Seicento e con cenni generali sull’andamento demografico della città nei suoi 21 secoli di storia. Claretta Coda e Giovanni Riccabone presentano il loro ultimo libro edito dal Corsac di Cuorgnè: “La battaglia di Ceresole Reale del 10 e 11 agosto 1944” quando formazioni partigiane composte da italiani, cechi, serbo-slavi un turco, un sovietico e un polacco contrastarono le forze tedesche e della repubblica sociale italiane in una battaglia a campo aperto.

Giancarlo Sandretto, direttore della rivista, propone il libro di Pietro Ramella “Civiltà di Ivrea e Canavese” decimo volume dell’autore di una collana nata nel 2006 e dedicata al territorio in cui viviamo e che ha approfondito nel corso dell’opera i diversi aspetti di archeologia, vita nel medioevo, età moderna, Ottocento e altro ancora. Attilio Perotti racconta del calcio amatoriale del primo dopoguerra a Bairo e a Castellamonte con belle fotografie. Pierfelice Ronco tratteggia la figura del generale e ministro Pietro Gazzera di Ciriè che arrivò al grado di generale di corpo d’armata per poi essere dimissionato da Mussolini nel 1933 per la sua posizione contraria ad un attacco alla Francia o alla Jugoslavia. Agli ordini di Balbo in Libia con la caduta in mano britannica dell’Africa Orientale Italiana fu prigioniero in USA. Roberto D’Angelo traccia un interessante storia del Borghetto d’Ivrea che nei secoli ha mantenuto il suo impianto urbanistico e il suo ricco carico di storia. A cura di Giancarlo Sandretto, in questo articolo sulle insegne di una volta, esamina quelle de “La Società di Canischio e il Vapore di Pont”.

Antonio Bova propone un aspetto della storia dei seggiolai di Azeglio, soffermandosi sullo stilema della “sedia carabiniere” famosa per il suo elegante schienale che ricorda la lucerna napoleonica prima e dei reali carabinieri poi. Il cuorgnatese Mario Ceretto, da giovane partigiano ad imprenditore, è il tema dell’articolo di Franco Macocco che ne descrive anche la tragica fine: ucciso dopo il suo rapimento per estorsione il 23 maggio 1975 dalla ‘ndrangheta. Ivo Giustetti Podio invece si occupa della consegna delle campane a Borgomasino nel 1802. Di Don Piero Solero viene invece proposto il suo racconto “Addio alla malga”, un classico della letteratura alpina del Novecento che accompagna la presentazione dell’ultimo volume a lui dedicato dal titolo: “Don Piero Solero. Cappellano del Gran Paradiso. Alpino, alpinista, fotografo, scrittore” a cura di Adolfo Camusso, Mario Merlo e Stefano Merlo, edito dalla sezione CAI di Rivarolo Canavese e dal Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, Accademia di Arte e Cultura Alpina.

Ancora un articolo di Giancarlo Sandretto sul lavoro narrato attraverso le immagini fotografiche sui “magnin” dell’Argentera e i minatori di Frassinetto. Andrea Tiloca parla della chiesa di Santa Croce di Traversella e della sua storia, Alessandro Mella della San Carlo del cavalier Gaspare Tempo e Giorgio Clerico del “Servizio Sanitario Militare nella Grande Guerra”.

Il prossimo numero è previsto per il mese di maggio del 2020.

Fabrizio Dassano

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/12/2019