Seduta straordinaria sul rilancio economico in Consiglio Regionale

Due i documenti approvati a larga maggioranza e con parere favorevole della Giunta

Le opportunità per la ripresa economica del Piemonte sono state al centro del dibattito che ha impegnato l’Aula nella seconda seduta straordinaria del 21 giugno, richiesta dal gruppo del PD.

Due i documenti approvati a larga maggioranza e con parere favorevole della Giunta. Il primo, una mozione presentata dal gruppo consiliare del PD (approvata con 38 sì, 7 astenuti e due non votanti), impegna la Giunta a presentare istanza formale al Ministero dello Sviluppo per l’accertamento di situazioni di crisi industriale complessa sul territorio piemontese, a presentare in tempi brevi alla Commissione consiliare competente la proposta di individuazione di aree o distretti in crisi industriale complessa e a individuare strategie per sfruttare al meglio risorse statali e comunitarie per il rilancio economico.

Il secondo documento, un ordine del giorno approvato con 38 sì 6 astenuti e 2 non votanti (primo firmatario il capogruppo IdV Andrea Buquicchio), impegna il presidente della Regione a sostenere in sede di concertazione Stato-Regione e nell’ambito degli accordi di programma l’introduzione della revisione biennale dell’elenco dei Comuni appartenenti alle aree di crisi.

A seguire gli interventi in Aula dei Consiglieri hanno delineato gli orientamenti dei Gruppi:

Il Piemonte ha bisogno di una politica industriale che attui misure di bonifica economica per tornare a crescere – ha affermato il consigliere Wilmer Ronzani (PD). Nel Piano regionale della produttività esistono misure condivisibili ma le criticità riguardano la misura, insufficiente, delle risorse previste. Ora chiediamo alla Giunta di attivarsi predisponendo tutti gli atti necessari per accedere ai benefici stabiliti dall’art.2 della legge 99 del 2009, per dare una risposta specifica alle aree in crisi, colmando il ritardo di questi mesi”.

Il consigliere Mauro Laus, denunciando la mancanza di risorse statali per le aree in crisi industriale, ha ribadito l’urgenza di una azione politica forte della Regione presso il Governo e di una integrazione di risorse regionali.

Le previsioni della legge 99 non risolveranno l’intera problematica della ripresa economica ma la nostra mozione intende sollecitare l’utilizzo di tutte le opportunità offerte dalla normativa”, hanno dichiarato il capogruppo e il consigliere del PD Aldo Reschigna e Mino Taricco, riconoscendo la “necessità che si recuperino quante risorse possibili per avviare progetti di rilancio in una regione, il Piemonte, che ha subito la più elevata deindustrializzazione nel Nord Italia”.

Procedere a una revisione biennale anziché triennale degli elenchi dei Comuni inseriti nelle aree in crisi consentirebbe un più efficace monitoraggio della situazione”, ha affermato il presidente IdV Andrea Buquicchio, che ha messo in luce soprattutto le forti criticità del distretto industriale di Carmagnola-Bra.

Cogliere le opportunità di rilancio significa sfruttare al massimo i finanziamenti statali, quelli europei, creare sinergie con il tessuto produttivo piemontese e non solo affidarsi al bilancio regionale”, ha precisato il consigliere Michele Marinello (Lega Nord). “Il decreto di attuazione dell’art 2 della legge 99 del 2009 può rappresentare un’opportunità ma non è certo la panacea di tutti i mali. La crisi coinvolge una macroarea europea, ma proprio l’Unione europea vietando gli aiuti di Stato impedisce ai singoli Paesi di intervenire in modo più efficace nei confronti delle aziende in crisi. Il Piemonte però si è distinto per la tempestività e l’incisività dei suoi interventi, come il piano per l’occupazione da 390milioni di euro e il piano per la competitività”.

Il dibattito si è chiuso con la replica dell’assessore Giordano:

A differenza di quanto afferma l’opposizione ci siamo occupati attivamente della politica economica del Piemonte con la previsione di uno stanziamento di un miliardo di euro in tre anni circa. Nonostante le difficoltà di bilancio abbiamo dato priorità alle imprese e al mondo del lavoro con piani concreti, immediatamente applicabili. Gli interventi sono sostenuti da una filosofia di fondo che vuole difendere la tradizione industriale della regione rafforzandone la competitività. Il problema sollevato oggi sulle aree in crisi industriale e sulle situazioni di crisi industriale complessa rappresenta un argomento specifico, su cui peraltro stiamo lavorando col Ministero, ma che fa  parte di un più ampio mosaico da noi costruito con buoni risultati”.























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Articolo pubblicato il 22/06/2011