100 milioni di euro di nuove tasse in Puglia, Vendola aumenta anche l’Irpef
Il tavolo dei relatori

"Si continua a vessare i cittadini con le tasse per poi reinvestire quei soldi nella copertura del buco sanitario"

 

L’aumento dell’Irpef in Puglia poteva essere evitato. I cento milioni di euro necessari a coprire l’ulteriore deficit sanitario della Giunta Vendola potevano essere trovati senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

 

"Circa 80 milioni di euro potevano essere recuperati tagliando dell’1% le spese delle Asl per acquisto di beni e servizi; i restanti 20 milioni potevano essere presi dal cosiddetto “tesoretto”, ossia i 33 milioni di euro di avanzo di amministrazione che la Giunta Vendola ha rivelato di avere sul Bilancio 2010, solo dopo l’aumento dell’Irpef".

 

Questo  ha riferito il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, insieme con il vice coordinatore regionale del partito, onorevole Antonio Distaso e con i capigruppo degli altri due partiti di centrodestra alla Regione, Francesco Damone de La Puglia Prima di Tutto e Davide Bellomo de I Pugliesi, per presentare una campagna di comunicazione che da lunedì vedrà in tutti i Comuni pugliesi l’affissione di manifesti, la distribuzione di volantini e l’allestimento di gazebo per informare i cittadini sulle tasse regionali imposte da Vendola.

 

Già prima dell’aumento dell’Irpef – ha spiegato Palese – tutti noi pugliesi abbiamo pagato circa 238 milioni di euro di tasse regionali all’anno" (140 milioni di Irap, 15 milioni di addizionale regionale sulla benzina; 25 milioni di addizionale sul gas metano; 45 milioni di ticket sulle ricette; 13 milioni di tassa regionale sui rifiuti).

 

"Con l’aumento dell’Irpef, Vendola impone altri 100 milioni di euro di tasse per un totale di 340 milioni di euro di tasse regionali all’anno pagati da ciascun cittadino pugliese. Ancora peggio è il fatto che in cambio di queste tasse utilizzate dalla Regione esclusivamente per coprire il deficit della sanità, i cittadini ricevono servizi sempre peggiori".

 

Infatti stanno chiudendo 18 ospedali, aumentano le liste d’attesa, non vi è ad oggi nessuna misura di controllo né di contenimento della spesa sanitaria, perché la Giunta Vendola ha compiuto la scelta dissennata di elaborare un Piano di Rientro basato solo sui tagli dei servizi e non sui tagli di spese improduttive e sprechi.

 

“Ciò che è ancor più grave – ha concluso Palese – è che nonostante le inchieste giudiziarie e le sbandierate richieste di rinnovamento dei vertici delle Asl anche da parte del Pd, leggiamo sui giornali che non solo i Direttori Generali, ma anche quelli sanitari ed amministrativi, sono oggetto di spartizione politica tra i partiti di sinistra”.

 

In aggiunta a Palese, l’onorevole Distaso ha ricordato come mentre il Governo nazionale chiede sacrifici ai cittadini e sta cercando a tutti i costi di diminuire la pressione fiscale seppur in un momento di grave crisi economica, la Giunta Vendola mette ancora le mani nelle tasche dei cittadini perché paghino la mala gestione della Regione.

 

"Peraltro in questo contesto – ha aggiunto Distaso – ha proceduto alla ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese che, sommata agli effetti del referendum sostenuto da Vendola, si traduce nella sostanziale impossibilità di poter fare investimenti per migliorare la rete idrica".

 

Il capogruppo de La Puglia Prima di Tutto Francesco Damone ha osservato che Vendola continua a vessare i cittadini con le tasse per poi reinvestire quei soldi nella copertura del buco sanitario e poter continuare ad utilizzare i finanziamenti statali ed europei per convegni, spettacoli, autopromozione e sostegno alla sua eterna campagna elettorale.

 

Della stessa idea si è detto il capogruppo de I Pugliesi, Davide Bellomo che ha lamentato il rifiuto della Giunta Vendola al risarcimento  delle popolazioni e delle aziende del Sud Est Barese colpite dalla grandinata dei giorni scorsi, chiesto in Consiglio, destinando parte di queste tasse.

 

E neanche  nei 33 milioni di avanzo di amministrazione c’è traccia di fondi per questa emergenza.

 


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Articolo pubblicato il 19/06/2011