Dibattito sulla Sanità in Consiglio regionale
Il Palazzo della Regione Piemonte in Piazza Castello

Alla relazione del Presidente Cota è seguito un acceso dibattito


Giovedì 23 giugno l’Assemblea regionale ha svolto un dibattito sulla comunicazione in Aula del presidente della Giunta Roberto Cota - richiesta dai gruppi di minoranza - in merito alla situazione della Sanità piemontese dopo la restituzione delle deleghe e le dimissioni dell’assessore Caterina Ferrero.

Dopo aver ricostruito le tappe della vicenda che ha portato agli arresti domiciliari dell’ex assessore Ferrero: la remissione delle deleghe il 27 maggio e le dimissioni da assessore ieri, 15 giugno, quando è stata raggiunta da avviso di garanzia, il presidente Cota ha dichiarato di aver “tutelato la Regione Piemonte perché le vicende che sono al centro dell’inchiesta dimostrano che i controlli interni hanno funzionato. Come Governo regionale intendo presentare un disegno di legge per istituire un’agenzia semplice e operativa di controllo interno alla Regione da estendere anche alle altre strutture che hanno una loro autonomia e una norma specifica sul procedimento amministrativo che consenta un meccanismo efficiente di controlli interni e assicuri la trasparenza necessaria alle scelte amministrative.

Sono rimasto molto colpito da questa vicenda - ha continuato - e voglio agevolare al massimo la chiarezza, isolando eventuali ‘mele marce’, qualora dovessero esserci. Sono disponibile a qualsiasi iniziativa il Consiglio regionale voglia adottare per fare chiarezza: non importa se la proposta verrà dalla maggioranza o dall’opposizione”.

Ho assunto temporaneamente le deleghe alla Sanità - ha concluso Cota - ma non potrò conservarle a lungo. Sto lavorando con il direttore regionale Paolo Monferino per predisporre un nuovo Piano sociosanitario e sono disponibile fin da subito a confrontarmi con i capigruppo. Al di là delle strumentalizzazioni politiche penso che certi obbiettivi dovrebbero essere comuni. Secondo la mia impostazione il Governo regionale fa le scelte, il Consiglio regionale fa le leggi e ci sono persone che gestiscono la Sanità come un servizio”.


Per la minoranza il capogruppo del PD Aldo Reschigna si è detto deluso di un presidente della Giunta “che ha perso autorevolezza politica davanti ai piemontesi perché, prigioniero dei condizionamenti della maggioranza, non ha saputo prendere posizione di fronte a uno scandalo in un momento in cui ai cittadini vengono richiesti molti sacrifici”.

Il capogruppo dell’IdV Andrea Buquicchio ha denunciato che “la Corte dei conti asserisce che parte della spesa della Sanità piemontese, per quanto riguarda gli sprechi, ha un’ampia fetta attribuibile alla malversazione. Ho chiesto di istituire una Commissione d’inchiesta e la proposta è stata condivisa anche dalla maggioranza”.

Alberto Goffi, Giovanni Negro (UDC) e Michele dell’Utri (Moderati) hanno espresso la necessità “di fare chiarezza al più presto e di eliminare le ‘mele marce’ che stanno rovinando la vita dei cittadini e di chi ama la politica”.

Monica Cerutti (SEL) ha dichiarato che “non basta nominare un nuovo assessore o formare una Commissione d’inchiesta. Non è solo la Sanità a scricchiolare e forse il presidente della Giunta dovrebbe rivedere tutta la sua squadra per restituire al Piemonte un Governo serio”.

Eleonora Artesio (FdS) ha annunciato di aver presentato “un ordine del giorno che individua, in quanto accaduto, responsabilità personali del presidente della Giunta. Cota si propone come un ‘anticorpo’ contro le ‘mele marce’, ma non è credibile”.

Davide Bono (5 Stelle) si è detto “preoccupato per la situazione che si sta delineando e per come pochi sembrino rendersi conto della gravità di quanto emerge: interessi e connivenze inquietanti, frequentazioni imbarazzanti. Ho chiesto e chiederò lo scioglimento di questa Giunta”.

Andrea Stara (Insieme per Bresso) ha denunciato che “più volte la minoranza ha evidenziato che requisiti irrinunciabili come la competenza e la professionalità non fossero tenute nel dovuto conto nelle scelte della Giunta, che ha la responsabilità politica di aver favorito il contesto in cui simili dinamiche possono attecchire”.

Il capogruppo della Lega Nord Mario Carossa ha ammesso che “si tratta indubbiamente di un momento difficile, dal momento che i piemontesi si aspettano molto da noi. Invitiamo il presidente Cota a proseguire sul piano delle riforme per dare risposte ai cittadini. Noi vogliamo guardare i nostri elettori a testa alta e siamo disposti ad appoggiare la costituzione di un’eventuale Commissione d’inchiesta per indagare qualunque rapporto sbagliato si celi all’interno della ‘macchina’ regionale”.

Il capogruppo del PdL Luca Pedrale ha ammonito che “se è vero che si deve fare chiarezza, lo è altrettanto evitare processi sommari. Siamo molto addolorati per quanto è successo ma non accettiamo lezioni di moralismo dalla sinistra e lasciamo che sia la Magistratura a fare le indagini. Dobbiamo puntare all’alta politica, pensando a chi soffre e non alle baronie. E non abbiamo problemi a confrontarci con Commissioni d’indagine e d’inchiesta, anche se in passato non hanno dato i frutti sperati”.

















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Articolo pubblicato il 17/06/2011