Elezioni in Spagna: La vittoria zoppa dei socialisti. Vox passa dal 10 al 15%

Ultimato lo spoglio delle schede. Recupera il Partido Popular. Il peso dei parlamentari indipendentisti. Maggioranze difficili

Si sono chiusi alle 20 di ieri i seggi in Spagna per le elezioni politiche, le seconde convocate nell’anno solare 2019 (le ultime risalgono ad aprile).

Con il 100% dei seggi scrutinati si conferma la vittoria del Psoe, con risultati lievemente migliori degli exit poll, e il balzo in avanti di Vox, con qualche seggio in meno rispetto ai primi dati.

I socialisti avrebbero il 28,1% (120 seggi), seguiti dai popolari del PP con il 20,8% (87 seggi). Terza l'ultradestra di Vox, con il 15,1% dei voti e 52 deputati, mentre Podemos avrebbe il 12,8% dei voti e 35 seggi. Ciudadanos si ferma al 6,8% dei consensi, pari a dieci seggi.

"Siamo la terza forza politica, con 52 deputati" esulta Santiago Abascal, leader di Vox, rivolgendosi alla folla di sostenitori presso la sede del partito a Madrid. "Siete stati protagonisti dell'impresa più rapida e folgorante della politica spagnola", ha scandito. Le fa eco dall’Italia Giorgia Meloni ”Sull’unità e la sovranità nazionale non si fanno compromessi, in Spagna come in Italia, la coerenza paga”

In base a questo scenario nessuno dei due blocchi, nè il centrosinistra (Psoe e Podemos) nè il centrodestra (popolari, Vox, Ciudadanos) avrebbe la maggioranza. L’ago della bilancia potrebbero risultare i parlamentari indipendentisti catalani.

In questa direzione, abbiamo registrato il primo commento di Sonia Turinetti, leader degli autonomisti piemontesi, collegata con Barcellona, che sin dai primi momenti ha seguito l'evolversi delle rivendicazioni catalane, organizzando manifestazioni di sensibilizzazione in Piemonte e sit in dinanzi al consolato spagnolo di Torino. “Il nuovo governo non potrà fare a meno di confrontarsi con "la questione Catalana", sostiene Sonia Turinetti. La Catalunya motore economico della Spagna di certo non cederà di un passo e continuerà la sua lotta verso l'indipendenza e la nascita della futura Repubblica Catalana.

Può stupire, ci precisa Sonia Turinetti,  ma non del tutto, l'ascesa di Vox, i nuovi franchisti spagnoli che vorrebbero cancellare la Catalunya e sopprimere con la violenza ogni atto di ribellione.

Non saranno le continue violenze che in queste ultime settimane si sono registrate a Barcellona, conclude Sonia, a fermare il processo indipendentista catalano”.

Le nuove elezioni sono state convocate dopo che in quelle del 28 aprile scorso non si era formata una maggioranza per far nascere un governo. Per uscire dallo stallo politico, il premier Pedro Sánchez ha allora convocato nuove elezioni generali, le quarte in quattro anni.

Sono circa 37 milioni gli aventi diritto che sono stati chiamati alle urne per scegliere 350 deputati e 208 senatori (il Senato, però, in Spagna non vota la fiducia al governo).

L’affluenza è stata per tutto il giorno in calo rispetto alla precedente tornata dell’aprile 2109: alle 18 si era recato ai seggi il 56,8% degli aventi diritto contro il 60,7 di sei mesi fa.

Stanno iniziando in queste ore i contatti tra i partiti per la formazione del nuovo governo. Ove i numeri non sono conseguenti, prevale comunque la necessità di governare. Si profila l’accordo per una grande coalizione.

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Articolo pubblicato il 11/11/2019