“Ahi serva Italia”, siamo il fanalino di coda dell’Europa!

Il governo e soprattutto i Cinque Stelle, fra Ilva, Alitalia e redditi di cittadinanza, sta dandoci il colpo di grazia.

L’ultima ferale notizia è arrivata; siamo l’ultimo paese d’Europa!

 

Abbiamo superato, in retromarcia, anche l’alibi che ci faceva vergognare un pò meno in questi anni: la Grecia.

Dai giorni scorsi, il nostro spread è superiore a quello greco. Siamo il Paese meno affidabile in assoluto tra quelli europei, visto che lo spread misura appunto l’indice di affidabilità in campo economico, e il numerino che lo contraddistingue indica quale interesse annuo lo Stato deve pagare agli investitori per il denaro che ci prestano.

 

Così, dopo 10 anni di una crisi spaventosa, la Grecia pagherà un interesse inferiore al nostro, perché gli investitori ritengono meno rischioso prestare il loro denaro ai greci piuttosto che a noi.

 

Le riforme indispensabili, che per esempio la Grecia ha fatto, noi, in questi anni  non le abbiamo fatte. Non abbiamo abbassato il debito spaventoso che ci affligge e sul quale paghiamo ogni anno decine di miliardi di interessi, non abbiamo ridotto la spesa corrente, non abbiamo aumentato la produttività del nostro sistema (anzi quest’anno diminuisce più che in ogni altro paese) per cui si fa sempre più fatica a esportare.

 

I grillini al governo contagiati dal morbo del parassitismo del Mezzogiorno, hanno peggiorato la già precaria situazione; basti pensare al reddito di cittadinanza che ha mangiato miliardi senza dar vita finora a un solo posto di lavoro, o a  quota cento che costa altrettanti miliardi con risultati minuscoli, e arriviamo presto ai giorni nostri.

 

Oggi siamo alle prese con il gigantesco problema dell’ILVA, questo sì interamente dovuto all’irresponsabilità dei rossogialli, che hanno pensato bene di cancellare una clausola fondamentale di un contratto già sottoscritto, lo scudo penale, illudendosi di non pagare dazio.

 

E invece l’azienda firmataria Arcelor Mittal li ha presi in contropiede e ha denunciato la rottura dell’accordo. Ora il governo, Conte in testa, timoroso delle furie uterine di Barbara Lezzi, la gran sacerdotessa della decrescita di Taranto, è al penoso inseguimento degli indiani, perchè si è accorto che la chiusura di ILVA sarebbe un cataclisma per il Sud e per l’Italia intera (oltre 20,000 disoccupati e la rinuncia alla produzione di acciaio, fondamentale per un paese di trasformazione come il nostro).

 

Ma i franco-indiani giocano come il gatto col topo e hanno alzato il prezzo: per tornare al tavolo delle trattative non gli basta più il dietro-front del governo con il reintegro dello scudo, ora chiedono 5.000 esuberi e altre concessioni parecchio onerose. Che figura di m….!

Ma il levantino Conte ora ha capito che ILVA va assolutamente salvata e, non sapendo come fare ha addirittura parlato di nazionalizzazione, soluzione impossibile e suicida per la nostra già traballante economia.

 

L’altra vergogna trattata con superficialità da quest’accozzaglia d’incompetenti si chiama Alitalia: ci stiamo avviando all’ennesimo prestito ponte da 300 milioni, soldi degli italiani che non torneranno più indietro, con Lufthansa che ‘gentilmente’ propone di prenderla lei Alitalia, a costo zero e con qualche migliaio di esuberi.

 

E poi Whirlpool e le altre 160 crisi aziendali aperte al Mise e mal gestite da ministri incapaci e demagoghi, senza che si intravvedano prospettive.

La disoccupazione è tornata sopra al 10% e le ore lavorative nell’anno sono diminuite.

 

Questa è l’Italia economica di oggi, siamo l’anello debole di un complesso che si va indebolendo anch’esso, e pure questo non è bello. L’Europa va rallentando ormai da un anno, e più di tutti va rallentando la Germania, il principale acquirente dei nostri prodotti.

 

Nel prossimi giorni la discussione della Finanziaria si avvia alla fase conclusiva. Abbiamo ascoltato proposte oscene ed economicamente scorrette enunciate da ministri ciarlieri. Ora la festa è finita ed i ministri dovranno stendere, nero su bianco, le cifre ed indicare le misure adottate.

 

Se, come abbiamo esposto, gli sprechi dovuti alle incertezze ed incompetenze del governicchio si moltiplicano, le ricadute le dovranno subire i cittadini, già terrorizzati dalle ipotesi che sono circolate, smentite o rimandate a luglio del prossimo anno, con il governo che prende ancora una volta in giro gli elettori delle regioni che nei prossimi mesi voteranno il rinnovo dei consigli regionali.

 

La misura è colma. Se alle oscenità seguiranno le predazioni, a prescindere da quel poco che in Parlamento potranno fare i partiti di opposizione, sarà il Paese che dovrà reagire, senza se e  senza ma.

Non c’è limite al peggio!

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Articolo pubblicato il 10/11/2019