L’Umbria asfalta i giallofucsia e Roma trema

Il crollo dei grillini. Le dichiarazioni di Speranza e Mimmo Portas

Dopo una notte esaltante è terminato nella mattinata di ieri, lo scrutinio delle 1.005 sezioni elettorali dell’Umbria e il ministero degli Interni  ha ufficializzato il risultato.

La candidata del centrodestra Donatella Tesei ha vinto le elezioni regionali  con il 57,55% dei voti. Vincenzo Bianconi, candidato presidente per il patto civico Pd-M5s ha ottenuto il 37,48%. Una vittoria netta e pesante, quella del centrodestra, con 20,07 punti di vantaggio.

A spoglio ultimato partiamo dai dati, confrontandoli con le ultime elezioni.

A sinistra.

1) Il PD. Regionali 2015: 35,7%; Politiche 2018: 24,8%; Europee 2019: 24%; Regionali 2019: 22,4%. A questo dato però bisogna aggiungere che il PD ha fagocitato i partitini della sua coalizione che alle Politiche 2018 equivalevano al 5,6%, alle Europee il 6,4% e oggi il 2,9%. Quindi il totale del centrosinistra in Umbria passa dal 42% del 2015 al 30,5% delle Europee di cinque mesi fa al 25,3% di oggi. Asfaltati.


2) Movimento 5 stelle. Regionali 2015: 14,5% poi la grande crescita con le Politiche 2018 dove ha raggiunto il 27,5%, la flessione al 14,6% delle Europee 2019 e il dimezzamento in pochi mesi col tracollo al 7,4%. Un grande passo verso l’ingloriosa estinzione.

 

Al centrodestra
3) La Lega. Regionali 2015 14%; Politiche 2018: 20,15%; Europee 2019: 38,1% e Regionali di oggi 37,0%. La Lega quindi smentisce tutti i sondaggi che dicevano che aveva perso punti rispetto alle Europee e si conferma sugli stessi dati. Forse anche in crescita (va ricordato che alle regionali c’erano due civiche che hanno preso il 6,1%, voti che vanno spartiti se si pensa a paragoni con elezioni politiche).


4) Fratelli d’Italia. Regionali 2015: 6,2%; Politiche 2018: 4,9%; Europee 2019: 6,5%; Regionali 2019: 10,4%. Senza dubbio tra i vincitori del centrodestra, è il partito che cresce di più e fa meglio. La vera sorpresa che si consolida ogni giorno di più. Adesso è il terzo partito in assoluto col sorpasso ai grillini. Risultato fino a pochi mesi fa impensabile.


5) Forza Italia. Regionali 2015: 8,5%; Politiche 2018: 11,2%; Europee 2019: 6,5%, Regionali 2019: 5,5%.

Evidentemente la sanitopoli umbra ha generato una travolgente voglia di cambiamento e di discontinuità che ha premiato il centrodestra e in particolare il Carroccio. Fallisce dunque il laboratorio giallorosso, mentre la Lega si conferma trainante nel centrodestra e realizza un risultato storico, dopo 70 anni di governo regionale di sinistra.

 

Matteo Salvini incassa la prima vittoria elettorale dopo la crisi di governo e il passaggio dal Conte uno al Conte due.

Pertanto, i grandi sconfitti di questa tornata elettorale in Umbria sono i Cinque Stelle, che dopo aver chiesto le dimissioni della giunta precedente ora si sono alleati con i loro naturali eredi, cioè i democratici umbri, dominati dalle stesse consorterie di potere, semplicemente mimetizzate dietro il candidato civico Bianconi. Un candidato spuntato all’ultimo momento come candidato di mediazione tra le principali forze della coalizione, ma mal digerito da gran parte dell’elettorato.


Era stato Luigi Di Maio, all’inizio della campagna elettorale, a premere per il patto civico in Umbria, proprio perché si sentiva accerchiato dentro il Movimento e dentro il governo. È probabile che ora saranno proprio i suoi a chiedergli conto di quest’accordo scellerato, che ha fatto ulteriormente precipitare i consensi ai pentastellati e ha confermato che la maggioranza è saldamente nelle mani del centrodestra.

 

Cosa potrà succedere ora? È escluso che possa cadere l’esecutivo, poiché è in corso la discussione della Finanziaria e poi gli sconfitti tenderanno a minimizzare la portata del voto umbro e rimanderanno la resa dei conti tra di loro.

 

Il 26 gennaio, però, ci sarà un test ancora più importante, vale a dire le regionali in Emilia Romagna. Lì il Presidente uscente, Stefano Bonaccini, si ripresenta e il centrosinistra lo appoggia compatto, mentre i Cinque Stelle si mostrano riottosi perché gli hanno fatto la guerra per l’intera legislatura ormai agli sgoccioli.

Anche Di Maio, per quanto potrà ancora contare il suo parere, sta prendendo le distanze dal PD, in versione locale, rinnegando, di fatto una scelta che aveva proposto agli alleati con enfasi.

 

Ma senza i pentastellati è escluso che Bonaccini possa farcela. La débacle umbra è destinata a lasciare un segno nel centrosinistra. Nelle prossime ore se ne capiranno fino in fondo gli effetti. Molte le dichiarazioni di analisti e politici.

Salvini ed i leader nazionali e locali del centro destra rinsaldano l’unità d’intenti per portare l’Umbria al livello delle altre regioni da anni governate dal centrodestra, in primis Lombardia e Veneto.

 

A sinistra le voci, paludate da sorrisetti di circostanza ammettono a mezza voce che il risultato era scontato, ma si guardano bene dall’ammettere la bocciatura cocente da parte dell’elettorato.

 

Ci pare comunque eloquente comparare due dichiarazioni. Per il segretario di Articolo 1 e ministro della Sanità nel governo in carica, Roberto Speranza.” L'impegno comune tra centrosinistra e 5 stelle è per me la strada giusta. Dobbiamo, insieme, rimettere al centro la questione sociale e affermare la lotta alle diseguaglianze come premessa fondamentale per la crescita di tutto il Paese” per poi proseguire” Per battere la destra - prosegue - c'è una sola strada: prosciugare le ragioni sociali che hanno alimentato la sua forza. Siamo al governo per questo.”

 

Uscendo dal politichese, per Speranza la via dell’assistenzialismo, la tassazione selvaggia, il fomento dell’odio sociale e della negazione dei meriti e del lavoro dei cittadino sono prioritari. Il ministro della Sanità non è ancora riuscito ad assimilare la lezione che la maggioranza di Governo ha ricevuto dall’elettore Umbro.

 

Accorta e calibrata la dichiarazione di Giacomo Mimmo Portas, leader  dei Moderati, confluito, con il suo partito nel movimento di Matteo Renzi. “Questo è un abbraccio mortale. Immagino che tanti del Pd la pensino come me. Io voglio essere alleato con il Pd, ma a patto che con i Cinquestelle non ci si parli neanche. Sono una sciagura per il centrosinistra. Il dato dell’Umbria dice che c’è un 9 per cento in più di persone che sono andate a votare contro questo Governo a cui io non ho votato la fiducia e contro questa alleanza”.

 

Portas non ha dubbi: “Chi pensa di subire il dogma, l’imposizione della segreteria nazionale porterà a un altro suicidio politico il centrosinistra. Ma a quel punto noi non ci saremo. A Torino non dobbiamo farci inquinare dalla superficialità e dai disastri della giunta Appendino, conclude con il riferimento alla giunta fallimentare della nostra sindaca”.

 

Ma domani Giuseppi continuerà a farci balenare, come niente fosse, le tasse sulle variabili delle merendine o per fiaccare il mondo del commercio e della produzione, una rinnovata accisa sul gasolio. Ma l’ora del declino si avvicina anche per lui, e a grandi passi.

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Articolo pubblicato il 29/10/2019