"Arte espressiva in movimento"
Il quadro di "Congo"

Così valenti studiosi e critici definirono, ignari, il quadro dipinto da uno scimpanzè

Le recensioni che illustri e quotati critici d'arte esprimono a cornice di quadri, sculture e quant'altro graviti nell'orbita "cultura" sono il catalizzatore naturale che invoglia il lettore a visitare quella mostra o quella rassegna in cui l'opera descritta è il vero polo d'attrazione.

Ancor di più quando i critici, a completamento di studi approfonditi e paralleli fra autori contemporanei e futuristi, scaturiscono la "sentenza" che determina la gloria o la disgrazia di un'opera d'arte o presunta tale prima del loro verdetto.

Ma capita anche che le recensioni rispecchino semplicemente la necessità di apparire, di conoscere, di decidere del critico in base a chissà quali elucubrazioni mentali ricche di nozionismo più ancora che di cultura.

Ed allora accade che "Congo", scimpanzè pittore più per gioco che per spirito di emulazione, dipinga un quadro di particolare fascino sì da interessare i massimi esponenti della critica mondiale.

Lasciamo a voi ogni considerazione su situazioni che si verificano in similari contesti anche nella realtà di tutti i giorni esaltando l'opera non per la sua fattura ma in base al responso del luminare che l'ha recensita.

La notizia ci giunge da Birmingham, terra d'origine e di residenza del noto etologo Desmond Morris il quale ha sempre sostenuto che "non c'è uomo che non abbia istinti animali e non c'è animale che non abbia cognizioni umane".

I fatti risalgono al 1970 e si dice che il quadrumane fu pubblicamente elogiato da Pablo Picasso il quale ferì un giornalista morsicandolo, reo di aver scritto in quel proposito un articolo denigratorio.

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Articolo pubblicato il 03/06/2011