L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: tasse ed evasione fiscale

Le due facce della stessa medaglia

L’evasione fiscale è direttamente proporzionale alla tassazione imposta ai cittadini. Un ritornello che ricorre sovente quando si parla di un fenomeno scottante che si perde nella notte dei tempi.

Il fronte di scontro separa nettamente lo Stato dallo Stato medesimo suddiviso in controllori e controllati. Da una parte i preposti alla verifica della onesta contribuzione alle casse governative, dall’altra la nutrita schiera di coloro che giustificano il proprio illecito amministrativo come unico sistema per poter “andare avanti”.

Un conflitto di interessi, mi sento di affermare, che rappresenta l’eterno conflitto fra due classi che dovrebbero avere, come interesse comune, l’onesta difesa dei diritti di tutti con l’equa distribuzione dei guadagni, ma soprattutto l’effettiva tassazione proporzionale ai medesimi.

In pratica la pianificazione di un sistema che attualmente contrappone, in regime bellico, il reddito fisso dipendente da quello autonomo. Un sistema che mette sotto accusa chi sa costruire il proprio benessere con l’ingegno e la capacità e viene tacciato come evasore.

Ma da che mondo è mondo, l’imprenditore che guadagna e dà lavoro mantiene un livello sociale superiore alla media e distribuisce ricchezza ai suoi dipendenti ricambiato dalla loro efficienza produttiva. E paga le tasse su quel tenore giustamente, ma altrettanto giustamente aspetta che lo Stato esattore ricambi con altrettanti servizi, il che non avviene quasi mai in maniera proporzionale.

Anzi accade spesso che chi vanta crediti dallo stesso Stato venga messo in crisi in quanto non riesce ad ottemperare agli impegni fiscali e subisca provvedimenti dallo Stato inadempiente. Non ultimo il caso di un imprenditore lombardo cui fu sequestrato il patrimonio personale in quanto non riusciva a pagare le tasse a quello Stato che gli doveva corrispondere ben più della sua esposizione contributiva.

Situazione grottesca che influisce in maniera negativa sul rapporto Stato esattore/cittadino contribuente prestando il fianco alla dichiarazione infedele del proprio reddito. In alcuni casi, pare un accanimento terapeutico contro chi lavora dando lavoro, quasi una voglia di rivincita per non essere stati in grado di sedere “dall’altra parte della barricata”.

Con ciò non intendo minimamente giustificare chi non adempie al proprio dovere, ma nello stesso tempo mi sento di affermare che occorre una riforma sostanziale che non passi da provvedimenti palliativi come i pagamenti elettronici, peraltro premiati (!?!?!), bensì interpreti quel ruolo determinante per eliminare ingiustizie in tutti i settori da cui dipende una sana, onesta ed efficace gestione della ricchezza nazionale.

Impresa difficile, ma non irrealizzabile se si vuole la serenità di tutti e non solo di chi, per incolpevole fortuna, occupa posizioni di privilegio. Far pagare le tasse a tutti, dicono, fa pagare di meno a ciascun contribuente; l’importante è che ci sia la dovuta proporzione in base al reddito, senza che l’elusione vada in soccorso di coloro i quali, pur guadagnando molto, riescono a dimostrare spese quasi superiori al reddito pagando molto meno del dovuto pur mantenendo un tenore di vita superiore alla media.

In fin dei conti, vengano provvedimenti che vanno incontro alla maggioranza dei contribuenti, a reddito fisso o pensionati, che non possono “scappare” dalla tassazione all’origine.

Forse si tratta di un concetto utopistico o utopico che dir si voglia, ma l’Italia è un popolo di sognatori.

Chissà che un giorno possa ridestarsi in una tanto agognata realtà!

 

 

Civico20News

Il Direttore Responsabile

Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 13/10/2019